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Infermieri e medici. I cambiamenti, il potere e il volere

di Marcello Bozzi

19 NOV - Gentile Direttore,
innanzitutto desidero congratularmi con Lei per il dibattito che è riuscito a generare e sviluppare su un argomento che ha avuto come incipit un titolo indubbiamente accattivante: Infermiere. Il potere di curare e la cura del potere. A seguire diversi professionisti, afferenti a famiglie professionali diverse, hanno ritenuto di esprimere dei pensieri e di prendere delle posizioni.
 
Alcuni lavori sono sicuramente scaturiti da concettualizzazioni ed approfondimenti di alto livello. In altri casi le espressioni sono sembrate di livello diverso, probabilmente diretta conseguenza di livelli di conoscenza "non aggiornatissimi", o comunque lontani dalle dinamiche che riguardano la professione infermieristica e il funzionamento del sistema.
 
Indubbiamente la storia è importante perchè esprime i valori e fonda le radici. Ma bisogna quardare avanti, perchè il mondo si muove, e con lui l'intero sistema. Tra "essere travolti" o "cavalcare il cambiamento", probabilmente è meglio la seconda. Affinchè ciò si realizzi è necessario avere una base normativa di riferimento, una adeguatezza di conoscenze (e una manutenzione delle stesse) nei professionisti, un sistema "flessibile", capace di modellarsi intorno ai cambiamenti che avvengono nell'intero sistema e dei professionisti disponibili a mettersi e rimettersi in gioco, sulla base dei continui mutamenti che riguardano i bisogni della gente e le necessità di funzionamento del sistema.
 
Chi mi ha preceduto ha evidenziato alcuni aspetti, in particolare:
- un sistema sanitario sempre più multi-professionale e multi-disciplinare;
- un assetto normativo profondamente cambiato, che ha riguardato in maniera pesantissima le professioni sanitarie (dal 1992 ad oggi l'attività del medico è regolamentata da 6 commi di 3 articoli del D.Lgs 502/92, in parte ripresi dal recente Decreto Balduzzi; per le 22 professioni sanitarie - nello stesso arco temporale - sono state emanate oltre 30 normative);
- una chiara definizione di autonomia e responsabilità propria in tutte le professioni;
- la necessità di rivedere i modelli organizzativi e i sistemi di cura e assistenza;
- la necessità di ripensare l'intero "progetto di sistema" con una ottimale definizione delle collaborazioni, integrazioni, comunicazioni, condivisioni e, soprattutto, ruoli e responsabilità.
 
Il cambimento deve obbligatoriamente tenere conto:
- dei cambiamenti normativi;
- dei diversi saperi dei professionisti (tutti laureati - percorsi master di I e II livello, Laurea Magistrale, Dottorato di Ricerca);
- dello sviluppo scientifico e tecnologico, nonchè delle mutate esigenze e necessità diagnostiche, terapeutiche, curativo-assistenziali e riabilitative;
- delle necessità del sistema.
 
A monte è necessario fornire tutti professionisti dei saperi necessari per "cavalcare" il cambiamento e prima ancora, intervenire sulla cultura dei professionisti per "muovere la storia e le consuetudini".
Pensare di operare in un sistema moderno, dove vengono riconosciuti diversi e più alti livelli di conoscenza e competenza, con le regole del passato, non è possibile e non è praticabile (per essere più "terreni", non è possibile pensare al professionista "advanced" di notte e nei festivi e prefestivi .... e al "servitore servizievole e tuttofare" di giorno.
Va ripensato il sistema, vanno adeguati i saperi generali e le competenze specifiche, vanno rivisti i ruoli e le responsabilità.
 
I cambiamenti sono per definizione "complessi e difficili" e mettono in discussione i modelli e, prima ancora, le persone. Potrebbe essere l'occasione per riflettere e cogliere quel grande segnale lanciato dal Capo dello Stato che, relativamente alle difficoltà e alle criticità del momento, ha evidenziato la necessità di una "continua ricerca di soluzioni razionalizzatrici e innovative .... senza atteggiamenti puramente difensivi e conservativi dell'esistente".
Il mondo è cambiato ... e tutti si sono accorti del cambiamento ..... poi c'è qualcuno che finge di non essersene accorto .... ma questo è un altro film.
Rimbocchiamoci le maniche e cominciamo a lavorare, diversamente e insieme. Proviamoci e crediamoci.
Marcello Bozzi
Infermiere, Siena
 

19 novembre 2012
© Riproduzione riservata

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