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Chi sta uccidendo la meritocrazia?

di Maria Ludovica Genna

08 NOV - Gentile Direttore,
ho letto le proposte e gli interventi in merito alla "ristrutturazione" della Sanità italiana ospitate da QS. Notevoli sono stati tutti i contributi che hanno offerto più spunti di riflessione. Credo che in questo momento storico vada valutato attentamente il concetto di meritocrazia che è ormai termine destinato, a mio avviso, a scomparire dal lessico sanitario. Il Ministro Lorenzin nel suo intervento del 23 ottobre 2013 in Commissione Sanità nell'ambito dell'indagine conoscitiva "Sostenibilità del Ssn con particolare riferimento alla garanzia dei principi di universalità, solidarietà ed equità", indica la cultura del merito come cardine basilare per la "valorizzazione del capitale umano". E' doveroso, allora, sottolineare quanto sta succedendo ai dirigenti attualmente in servizio nel sistema sanitario che lavorano in situazione di estrema difficoltà sostenendo l'incessante aggravio dei carichi lavorativi per il blocco del turnover.

A ciò si aggiunge il fatto che possono essere sottoposti al "demansionamento di stato" per i previsti tagli sulle strutture complesse, semplici. Secondo il comma 32 dell’articolo 9 del decreto legge 31 maggio 2010 n. 78 ,infatti, a decorrere dal 31 maggio 2010 (data di entrata in vigore del decreto) le pubbliche amministrazioni che, alla scadenza di un incaricodi livello dirigenziale, in dipendenza dei processi di riorganizzazione, non intendono, anche in assenza di una valutazione negativa, confermare l'incarico conferito al dirigente, possono attribuire al medesimo dirigente un altro incarico, anche di valore economico inferiore. E' superfluo aggiungere che in tal maniera, tutto quello che è stato apportato, in termine di contributi di compenza, da parte del dirigente che ha superato positvamente i processi di verifica, viene in automatico cancellato.

Ciò comporta la conseguente penalizzazione professionale ed economica di molti colleghi. Quella garanzia che era prevista dal Ccnl 1998-2001 che assicurava che ad un medico al quale fosse attribuito un diverso incarico dirigenziale a seguito di processi di ristrutturazione organizzativa, mantenesse quantomeno gli stessi livelli retributivi, è ora negata nell’ambito delle misure adottate negli innumerevoli decreti che si sono susseguiti per far fronte alla crisi economica. Capirà bene che in situazioni di tale portata il concetto di meritocrazia in sanità deve essere rivisto e aggiornato ai fini di quelli che possono essere i risvolti futuri di coloro che si trovano a svolgere la professione in una Sanità che nega i meriti alla luce di un'ottica improntata su logiche economiche, che non incentiva il miglioramento e le possibilità di progressioni di carriera, che non sostiene i professionisti sanitari nel loro lavoro quotidiano e appare sempre più demotivante. E' quindi più che mai obsoleto il "carrière ouverte aux talents" caro a Napoleone.
 
Maria Ludovica Genna
Dirigente Medico Responsabile UOS Diagnostica Ematologica Aorn A.Cardarelli

08 novembre 2013
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