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La Sperimentazione animale? Ha contribuito ben poco ad avanzamento conoscenze cliniche

di Gabriella Errico

23 DIC - Gentile direttore,
sono un Medico Ospedaliero, Laureata in Medicina nel 1985 e Specializzata in Pediatria nel 1989. Dal 1990 mi occupo di Cardiologia pediatrica e diagnostica cardiologica prenatale. Mi sono formata presso l’Università di Padova. Ho più di 34 anni di studio e di servizio sulle spalle e ritengo che giunta alla mia età ho il diritto, ma anche il dovere, di esaminare quanto la Ricerca preclinica sia stata importante nella mia attività professionale. In tutti questi anni ho sempre cercato di aggiornarmi costantemente e di approfondire anche gli aspetti di Ricerca di base, di Sperimentazione animale e di farmacologia attinenti al mio lavoro (ho infatti un’esperienza decennale nel campo dell’emodinamica diagnostica ed interventistica pertanto ho utilizzato dei devices intracardiaci).Nel corso di tali aggiornamenti, soprattutto per quanto riguarda il settore farmacologico, ritengo che la Sperimentazione sugli Animali abbia contribuito molto poco all’avanzamento delle nostre conoscenze cliniche.
 
Esiste una cospicua messe di articoli pubblicati su riviste Internazionali prestigiose che criticano fortemente la Medicina Traslazionale per cui il Modello Animale sarebbe utile a studiare e curare le malattie umane: ( mi limito a citarne solo i più recenti)
 
- Van der Worp et al. 2011: preclinical studies of human disease: time to take methodological quality seriously. Journal of Molecular Cellular Cardiology. Doi:10.1016/j.yjmmcc2011.04.008
- Greener et al. Molecular architecture of the human specialised atrioventricular conduction axis. Journal of Molecular Cellular Cardiology 2011, 50 (4) 642-651
- Pound et al :Where is the evidence that animal research benefits humans? British Medical Journal  328, 28 febbraio 2004 :514-517
- P.J.K. van Meera et al: The ability of animal studies to detect serious post marketing adverse events is limited. Regulatory Toxicology and Pharmacology 2012, vol 64, 345-349
- Seok et al. Genomic responses in mouse models poorly mimic human inflammatory diseases. PNAS 26 febr 2013 vol 110 n°9 3507-3512.
 
Esistono gravissime lacune metodologiche nella trasposizione alla nostra Specie dei risultati ottenuti sugli Animali, e questo è legato al fatto che i dati ottenuti dalla risposta biologica a vari stimoli di Specie diverse dalla nostra hanno una correlazione debole con la risposta biologica che noi esprimiamo. Ciò significa che il valore predittivo per il comportamento biologico della nostra Specie inferito dalla ricerca sugli Animali è basso, appena il 33% (Hackman 2006 Journal of American Medical Associations ; 296(14): 1731), quando invece, perché gli Animali possano essere considerati Modelli affidabili per l’Uomo, dovrebbe raggiungere almeno il 90%.
 
E come mai il modello Animale è così fallimentare? Perché il livello fine di risposta ai farmaci o il meccanismo patogenetico delle malattie che noi vogliamo conoscere per curare l’Uomo ci risulta inaccessibile, utilizzando Specie diverse, in quanto ogni Specie è un sistema complesso da un punto di vista evolutivo con caratteristiche uniche, specie-specifiche di risposta alle noxae patogene ed agli stimoli perturbativi.
 
Infine vorrei spendere una parola per una considerazione finale. Noi ci affanniamo tanto per trovare la cura contro i grandi killers del mondo occidentale: malattie cardiovascolari, neoplasie, diabete tipo 2.A tale scopo torturiamo ed uccidiamo nei laboratori di ricerca di tutto il mondo 115 milioni di altri esseri viventi e senzienti ogni anno. Ebbene questi sfortunati animali devono subire anche la beffa di essere uccisi inutilmente per trovare un farmaco che non sappiamo nemmeno se funzionerà su di noi quando l’approccio più ragionevole, sicuro, efficace ed economico è la PREVENZIONE utilizzando tutte le raccomandazioni riguardanti la corretta nutrizione che ormai sono patrimonio delle linee-guida di tantissime Società Scientifiche Internazionali. Ricordo solo che la spesa che deve sostenere in Italia il  nostro Servizio Sanitario Nazionale per affrontare le grandi sopracitate malattie degenerative sono di 12 miliardi di euro/anno per il diabete tipo 2, di 26 miliardi di euro/anno per le malattie cardiovascolari e 36 miliardi di euro/anno per le neoplasie, in totale 74 miliardi di euro/anno per malattie prevenibili! Senza contare, oltre al peso economico insostenibile a lungo andare, anche il carico di dolore, sofferenza ed invalidità dei pazienti!
 
Quindi in conclusione auspico che la ricerca preclinica si orienti al più presto verso i metodi alternativi alla Sperimentazione sugli Animali e che la maggior parte delle persone scelga di salvaguardare la propria salute in modo più appropriato e responsabile tramite l’approccio preventivo .
 
Dott.ssa Gabriella Errico

23 dicembre 2013
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