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Rossi e la sanità senza infermieri

di Antonio De Palma

Per il presidente del sindacato degli infermieri Antonio De Palma, “Rossi sembra dimenticare che nessuna commistione è possibile tra due operatori le cui attività, sia in fatto che in diritto, non possono considerarsi analoghe, pur lavorando fianco a fianco, come d’altronde accade tra medici ed infermieri”.

26 FEB - Gentile Direttore,
come sindacato infermieristico non possiamo fare a meno di intervenire sul feed che il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha dato al sindacato dei medici Anaao sulla riforma in itinere del servizio sanitario regionale. Nella nota di cui si parla, il Presidente scrive: “Dunque, si dovrà ridurre il personale del comparto ma anche i tanti, a volte troppi e ingiustificati, primariati ospedalieri a favore di un'organizzazione più snella e più efficiente. Almeno in parte sarà possibile sostituire il gran numero di infermieri, che potranno andare in pensione, con un certo numero di giovani Operatori Socio Sanitari preparati, pieni di voglia di fare, e non ancora colpiti da quel fenomeno serio, come il burn out, che in sanità fiacca molte energie che tanto hanno dato, e stanno dando, al Servizio Sanitario”.

Tutto ciò supera ogni limite! Va bene la politica “creativa”, ma il Presidente Rossi sembra dimenticare che nessuna commistione è possibile tra due operatori le cui attività, sia in fatto che in diritto, non possono considerarsi analoghe, pur lavorando fianco a fianco, come d’altronde accade tra medici ed infermieri.

E’ quanto rispondiamo noi del Nursing Up, senza mezzi termini,al Presidente della Regione Toscana e a chi come lui in questi giorni, vuoi per demagogia, vuoi per dare impulso ed enfasi ai propri programmi, che peraltro ci piacerebbe discutere approfonditamente nelle sedi appropriate, insinuano risibili commistioni e/o addirittura ipotizzano la soluzione dei problemi dovuti alla carenza di infermieri o agli elevati costi della sanità regionale, con altrettanto ridicole sostituzioni di tali professionisti utilizzando operatori di altre qualifiche (parliamo degli oss ma in qualche caso anche di altre tipologie di operatori assistenziali formati a livello regionale).

Ricordiamo al Presidente della Regione Toscana che la professionalità e le competenze infermieristiche, ma soprattutto l’idoneità ad erogare assistenza e cure al cittadino in tale ambito sono normati a livello nazionale. Non si acquisiscono e non si vendono sul tavolo della politica regionale né della demagogia, ma si conquistano a seguito di articolati e complessi percorsi universitari ed esperienze cliniche che non possono essere in alcun modo surrogati semplicemente allargando la cintola delle competenze degli altri operatori.

Noi del Nursing Up non tolleriamo che tutto questo si metta in discussione, perché si tratta della nostra professione, del nostro vivere quotidiano, del nostro futuro, ed è proprio per tale motivo, oltre ogni evidenza ed oltre i proclami di questa singolare politica, che usa la creatività per far contenti i medici e contemporaneamente dare un’alea di credibilità alle proprie ipotesi di contenimento, che ci batteremo in ogni luogo contro ogni ridicola idea di surroga della titolarità all’erogazione delle “prestazioni sanitarie legate all’assistenza infermieristica”.
 
Lo faremo, se necessario, anche chiamando in causa l’Europa a difesa del principio di libera circolazione dei cittadini e del loro diritto ad un’assistenza idonea e di qualità.

Ben venga, questo è chiaro, la formazione di altri operatori con il fine “di supportare la professione infermieristica”, purché l’attività di tali operatori resti finalizzata ad assorbire “doverosamente e prioritariamente” tutte quelle funzioni improprie, ad esempio di tipo domestico alberghiero, che ancora oggi gravano, vergognosamente ed inopportunamente, sulle spalle degli infermieri, proprio a causa di una disomogenea quanto parziale applicazione delle norme di riforma dell’infermieristica da parte delle aziende sanitarie operanti sul territorio nazionale. Ci chiediamo come mai la politica regionale non si preoccupa di ciò.

Queste sono le posizioni del sindacato professionale degli infermieri e questi confermiamo come i punti prioritari che difenderemo ad ogni livello istituzionale pronti, questo è chiaro, a mobilitare la categoria a difesa dei propri diritti e, nel caso in specie, anche quelli dei cittadini italiani ed europei.

Antonio De Palma
Presidente Nursing Up


26 febbraio 2015
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