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Tar Umbria e reparti degenze infermieristiche. Cimo: “Nostro ricorso non è stato respinto. Decisioni rinviate al 23 settembre” 

di Marco Coccetta

02 AGO - Gentile direttore,
finché si è trattato di assistere ad una parata di demagogia politica e di strumentalizzazioni di fatti non rispondenti al vero che per soli scopi di propaganda, hanno riempito spazi vuoti di quotidiani locali, abbiamo ritenuto di non dover ribattere.
Ma quando si è passati da questo alla completa e totale disinformazione, abbiamo sentito il dovere di non rimanere in silenzio e di dare onore alla verità.
 
Ci stiamo riferendo alla vicenda dell'apertura dell'Unità di Degenza Infermieristica (U.D.I.) presso l'Azienda Ospedaliera di Perugia avvenuta come giustamente riporta il giornale da Lei diretto in data 4 maggio 2015.
 
Ci sembra opportuno che la giusta e corretta informazione faccia sentire in obbligo chi ha il dovere professionale di darla, di verificarla e di documentarsi in merito prima di pubblicarla e farla diventare di dominio pubblico, per non alimentare ingiustificate polemiche tra gli operatori che la notizia si trovano a viverla.
 
Le inesattezze e imprecisioni riportate nell’articolo uscito in Quotidiano Sanità in data 30/07/2015 dal titolo “reparti di degenza infermieristica. Tar Umbria respinge ricorso dei medici” sono due.
 
-Intanto il ricorso innanzi al TAR dell’Umbria avverso la delibera n°770 del 4 maggio 2015 dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, che istituisce e regolamenta l’UDI è stato presentato dalle organizzazioni sindacali CIMO e AROI-EMAC e non dall'Ordine dei Medici che ha invece presentato ricorso ad adiuvandum.
 
-Per quanto riguarda poi l'esito di tale ricorso, ci teniamo a precisare come la Camera di Consiglio del Tar dell’Umbria nella seduta del 29 luglio, non POTEVA esprimersi in merito alla sospensiva richiesta dall’ avvocato del sindacato CIMO, dott.ssa Romina Pitoni, esclusivamente per una questione procedurale legata alla tempistica e quindi tecnica e non di merito. Nella seduta suddetta il magistrato poteva invece decidere di spostare la competenza del ricorso, dalle aule del TAR alle aule del tribunale civile (come richiesto dall’avvocato dell Azienda Ospedaliera di Perugia), ma ha deciso di non farlo, poiché si riserva di esprimersi NEL MERITO DEL RICORSO, in data 23 settembre data in cui si riunirà la prima camera di consiglio utile per decidere sulla sospensiva in base alle tempistiche con cui il ricordo al TAR è stato accolto.
 
Quindi non sono ALTRE LE DECISIONI RINVIATE ALL’UDIENZA DEL 23 SETTEMBRE come si legge nell’ultima riga dell’articolo, ma TUTTO IL RICORSO SARA’ DISCUSSO IN QUELLA DATA E SOLO ALLORA POTREMO CONOSCERE LA DECISIONE DEL MAGISTRATO RIGUARDO LA SOSPENSIONE DELL’ATTIVITà DEL REPARTO A GESTIONE INFERMIERISTICA.
A questo punto cogliamo l’occasione che ci offre dedicandoci tempo e spazio sul suo quotidiano on-line, per fare le nostre precisazioni:
 
-Lo scopo di chi ha presentato il ricorso, CIMO e AROI-EMAC, è quello di salvaguardare la salute dei cittadini e la professionalità di tutti gli operatori sanitari. Questo si ottiene facendo chiarezza sui ruoli, sui compiti e sulle responsabilità di ogni singola figura professione che opera in ambito sanitario.
 
-Se invece vogliamo discutere a livello politico dell’opportunità di aprire una Unità di Degenza Infermieristica in un Ospedale Universitario di Alta Specialità, altre sono le argomentazioni e diversa deve necessariamente essere la sede della discussione: non le testate giornalistiche né il sito ufficiale di un'Azienda Ospedaliera nè tanto meno le aule di tribunale.
 
A tale proposito ricordiamo solo come il programma della Regione Umbria portato avanti nella precedente legislatura, sia stato quello di aprire più RSA/case della salute (ovvero strutture di assistenza infermieristica con responsabilità del medico di medicina generale) per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini.
 
Questa UDI non ci sembra né un’RSA, nè un reparto ospedaliero. Tra l’altro documenti alla mano, non ci sembra che l’UDI sia in linea con gli obiettivi di risparmio indicati nel piano sanitario regionale, avendo implicato non un’ottimizzazione delle risorse, ma un aumento dei costi.
 
Ci auguriamo quindi che strumentalizzazioni politiche su argomenti di così tanta valenza sociale, lascino il posto a tavoli di confronto istituzionali per migliorare la Sanità Pubblica e non per svenderla al miglior offerente.
 
 
Marco Coccetta 
Segretario Regionale CIMO Umbria

02 agosto 2015
© Riproduzione riservata

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