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Salute della donna. Evitiamo eccesso medicalizzazione

di Raffaella Punzo

14 MAR - Gentile direttore,
il Ministero della Salute lancia i nuovi progetti sempre più rosa, dalla ‘Giornata per la salute della donna’ al ‘Fertility day’. Sicuramente le iniziative per la salute della donna presentate dal Ministro della Salute trovano il consenso anche della Sirong (Società Italiana per la ricerca ostetrico - neonatale - ginecologica,) forse è utile ricordare al Ministro che negli ultimi 30 anni, in Italia, le donne, come persone, con emozioni, sentimenti, speranze, desideri, attese e necessità, sono state messe da parte, trascurate e l’attenzione è stata posta solo al corpo e al sistema di cure strettamente sanitarie dirette verso la salute biologica, favorendo lo sviluppo di un modello medicalizzato, per le donne gravide e la loro prole, e non solo, come archetipo di salute sociale.
 
È necessario, oserei dire urgente, correggere questo bilancio e considerare la cura della salute delle donne nel suo senso più pieno, com’è racchiusa nella definizione di salute dell’OMS, e come evidenziato da agenzie internazionali, nazionali/regionali o istituzioni scientifiche che hanno indicato quando e quali indagini diagnostiche, cure ostetriche o tecnologie siano efficaci alla luce della valutazione scientifica, tracciando così le linee guida per un’assistenza efficace.
 
L’eccesso di medicalizzazione, oltre all’aumento dei costi (la maggior parte dei quali a carico delle donne), ha determinato una condizione di dipendenza e perdita di controllo del proprio stato (cioè esattamente il contrario dell’obbiettivo della promozione della salute). Come SIRONG siamo a disposizione del Ministro per collaborare nel suo lavoro di promozione della salute della donna, ma vorremmo lavorare con il Ministro per la realizzazione e l’organizzazione di servizi di Maternità sempre più orientati a soddisfare i bisogni, della donna, e basati su un fondamentale principio: La donna deve essere al centro dell’assistenza, sentirsi in grado di prendere decisioni, basate sui suoi bisogni, condivise con professionisti coinvolti.
 
Per ottenere un cambiamento sicuramente bisogna agire sull’organizzazione dell’assistenza con strategie per il miglioramento:
 
- Rafforzare il ruolo dei consultori e della rete territoriale,
 
 - Favorire l’Integrazione ospedale territorio,
 
- Sostenere l’Assistenza one to one , con la piena utilizzazione dell’abilità delle ostetriche,
 
- Incrementare le Best practice, colmando la distanza concettuale tra ricerca scientifica e pratica, e incrementando l’efficacia pratica (effectiveness).
 
- Programmare la de-medicalizzazione dell’assistenza al percorso nascita affidando tutte le gravidanze fisiologiche all’assistenza ostetrica territoriale,
 
- Pianificare un modello di umanizzazione dell’assistenza alla gravidanza e al parto, incrementando un’organizzazione dei servizi, al fine di una maggiore appropriatezza nell’assistenza,
 
- Sperimentare modelli assistenziali integrati ospedale-territorio differenziati per la gravidanza fisiologica e la gravidanza a rischio o patologica,
 
- Favorire azioni volte alla promozione culturale, sostenendo attivamente la diffusione nella pratica assistenziale corrente di raccomandazioni su comportamenti clinici di comprovata efficacia e appropriatezza,
 
- Condurre verifiche periodiche dei risultati, promuovendo la valutazione tra pari e l’autovalutazione degli operatori su standard condivisi.
 
- Realizzare una carta dei servizi dedicata per il percorso nascita, in cui, in conformità ai principi di qualità, sicurezza e appropriatezza, siano contenute indicazioni utili alla donna e alla coppia per compiere scelte consapevoli.
 
Vorrei terminare riponendo l’attenzione sulla formazione ostetrica, uno degli elementi chiave, nel rapporto sulla pratica ostetrica nel mondo, edizione 2014 “investire nella formazione delle ostetriche, con l’offerta di servizi basati sulla comunità, potrebbe portare a una resa pari a 16 volte l’investimento in termini di vite salvate e costi evitati per tagli cesarei…….omissis…..ridurre le infezioni ed eliminare la mortalità materna e neonatale prevenibile…… omissis…..per garantire i diritti delle donne e dei neonati” a supporto di quanto su detto la Sirong ha voluto organizzare un master di Ostetricia di comunità in collaborazione con la Università Telematica perché la formazione sia il punto cardine per raggiungere l’expertise metodologica individuare e valorizzare le buone pratiche, farle conoscere ed utilizzare, affinché s’inneschi un circolo virtuoso di qualità e innovazione sostenibile.
 
 
Raffaella Punzo
Presidente Sirong (Società Italiana per la ricerca ostetrico - neonatale – ginecologica)

14 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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