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Ddl Lorenzin. La protesta dei fisici medici: “Nostra professione va riconosciuta. Sanare lacuna”

di Michele Stasi (Aifm)

28 APR - Gentile direttore,
purtroppo occorre constatare che il Ddl Lorenzin appena licenziato dalla Commissione Salute del Senato non procede al riconoscimento di tutte le professioni sanitarie, non essendo stata inserita nel dispositivo di legge quella degli specialisti in Fisica Medica (Fisici medici), nonostante sia stato presentato in commissione un emendamento che modificava l’ordine esistente dei chimici in quello dei chimici e fisici, in cui era inserito l’elenco dei fisici medici. Altri organi di stampa addirittura davano per approvato anche questo emendamento.

Abbiamo purtroppo il rammarico di continuare a vedere discriminata una professione e oltre 1000 professionisti che si occupano di applicare i principi e le metodologie della fisica in medicina, nei settori della prevenzione, della diagnosi e della cura (in particolare nelle discipline della Radioterapia, Radiologia e Medicina Nucleare), al fine di assicurare la qualità delle prestazioni erogate e la prevenzione dei rischi per i pazienti, gli operatori e gli individui della popolazione in generale.

I fisici medici sono una risorsa importante ed essenziale per il Servizio Sanitario Nazionale che garantisce efficienza e appropriatezza nell’impiego delle tecnologie, qualità e sicurezza per i pazienti. Ilfisico medico esercita una professione sanitaria nel SSN susseguente a un percorso di studi che contempla la laurea magistrale e la specialità (8 anni complessivi di studio); la sua  figura professionale è ritenuta essenziale e importante per la salute in ambito internazionale, come ribadito in documenti e raccomandazioni IAEA ed EFOMP e ben definita nelle attribuzioni e responsabilità dalla normativa europea (Direttiva 1997/43 e Direttiva 2013/59, RP 174/2014 della Commissione Europea). Le strutture di Fisica Sanitaria sono contemplate dalla normativa nazionale (Decreto Ministeriale 70/14) tra quelle fondamentali (al livello della Radioterapia e Medicina Nucleare); la scuola di specializzazione in fisica medica è stata riordinata nel decreto interministeriale  n° 68 del 4 febbraio 2015 insieme a quelle mediche.
 
Le motivazioni che giustificano la necessità di ordinamento e riconoscimento della professione esercitata dai Fisici specialisti in fisica medica, oltre a riconoscere il ruolo di professionisti altamente qualificati e indispensabili nella sanità italiana e europea, sono volte anche e soprattutto a tutelare i pazienti: quale professionista infatti garantisce i pazienti che si sottopongono a esami radiologici ripetuti che le dosi da radiazione assunte in tali pratiche non comportino un rischio troppo elevato per la loro salute? Quale professionista garantisce le donne in stato di gravidanza che la dose da radiazioni assorbita nelle pratiche radiologiche non comporti danno per la salute e l’integrità dei nascituri? Quale professionista garantisce ai pazienti oncologici sottoposti a radioterapia che gli impianti siano esattamente calibrati, in termini di dose e non solo, e i trattamenti ben ottimizzati al fine di ridurre al minimo i danni ai tessuti sani?

È compito dello Stato individuare con chiarezza chi può rispondere a questi interrogativi.
 
Chiediamo e confidiamo che il prossimo passaggio in aula del Decreto Legge possa sanare questa lacuna e discriminazione, che continua a vedere penalizzati i fisici medici rispetto alle altre professioni mediche e sanitarie.

Michele Stasi
Presidente Associazione Italiana di Fisica Medica

28 aprile 2016
© Riproduzione riservata

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