Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Lunedì 06 MAGGIO 2024
Lettere al direttore
segui quotidianosanita.it

Piano cronicità. Finalmente qualcosa si muove

di Domenico Antonelli

29 LUG - Gentile Direttore,
il mondo della cronicità è un’area in progressiva crescita, infatti si stima che il 70-80% delle risorse sanitarie a livello mondiale sia speso per la gestione delle malattie croniche, con la previsione nei prossimi cinque anni di un aumento esponenziale. L’Italia è tra i Paesi Europei quella che ha la percentuale più alta di ultra65enni (21,2%) con la previsione di raggiungere il 27,6 % nel 2032, con il conseguente aumento della domanda di servizi sanitari e quindi della spesa per risorse sanitarie e della farmaceutica territoriale; senza contare che con l’aumento della sopravvivenza, aumenta la possibilità di presa in carico a lungo termine del malato senza restituitio ad integrum.
 
Ai fini della salvaguardia della salute e della sostenibilità del sistema, è imprescindibile sottolineare il valore della prevenzione. E’ ormai consolidato il consenso sul principio che la sfida alla cronicità è una “sfida di sistema”, che deve andare oltre i limiti delle diverse istituzioni, superare i confini tra servizi sanitari e sociali, promuovere l’integrazione tra le differenti professionalità, attribuire una effettiva ed efficace “centralità” alla persona e al suo progetto di cura e di vita. Quindi il messaggio chiave è coinvolgere e responsabilizzare tutte le componenti, dalla persona con cronicità al “macrosistema salute”, formato non solo dai servizi ma da tutti gli attori istituzionali e sociali che hanno l’influenza sulla salute delle comunità e dei singoli individui.

Come Coordinatore nazionale della società italiana Cure Primarie ho espresso la mia soddisfazione, per l’adozione di un diverso modello del sistema salute e di nuove linee di intervento proposte che adottate in Italia introducono nuovi messaggi chiave:
- l’ospedale concepito come uno snodo di alta specializzazione del sistema di cure della cronicità, che interagisca con lo specialista ambulatoriale e con l’assistenza primaria;
- il pz “persona” (e non più caso clinico), a sua volta esperto in quanto portatore del sapere legato alla sua storia di “co-esistenza” con la cronicità;
- “Un Patto di cura” che preveda una valutazione orientata sul paziente-persona, sugli esiti raggiungibili e sul sistema sociosanitario;
- mantenere il più possibile la persona malata al proprio domicilio onde impedire/ridurre il rischio di istituzionalizzazione.

Tali messaggi saranno possibili con l’adozione di un Piano che si prefigge di delineare un sistema mirato a prevenire e gestire la cronicità pur, tenendo conto del lavoro già svolto dalle singole Regioni, e porti nel tempo al progressivo affermarsi di un disegno unitario che garantisca , nel rispetto delle differenze, la massima omogeneità possibile in termini di processi attivati e di risultati raggiunti. Tale Piano tiene conto di diversi modelli esistenti sulla cronicità, quali il Chronic Care Model e il Model of Innovative and Chronic Conditions, che permettono di seguire la persona malata secondo un percorso assistenziale che permetta la stadiazione dei pz in sottoclassi di complessità, in modo da avere percorsi personalizzati, e il Follow up, come atteggiamento attivo di richiamo della persona per una più attenta adesione al piano di cura ed evitarne la fuga (droup out).

Il Macroprocesso di gestione della persona con malattia cronica prevede diverse fasi, quale la stratificazione e targeting della popolazione con un processo di population management, quindi modifica degli stili di vita e contrasto ai fattori di rischio, diagnosi precoce e presa incarico del paziente, gestione del pz secondo il Piano di cura personalizzato, attraverso una riorganizzazione dei servizi con nuove figure professionali quale il care manager, l’aiuto della tecnologia e-Health riguardante l’ambito della Telemedicina, la riorganizzazione dell’attività dei MMG con la definizione e la stipula del Piano di cura, una rete assistenziale a forte integrazione sul territorio con ambulatori protetti, day service, day hospital, day surgery, l’integrazione del sistema sociosanitario, l’adozione di percorsi diagnostici terapeutici secondo standard EBN e una valutazione degli esiti di cura attraverso la considerazione che il paziente cronico possa entrare nella rete assistenziale della cronicità da qualsiasi “Porta”.
 
Tutto questo necessita di un approccio più solido al monitoraggio della qualità e al miglioramento al livello di sistema, alla qualità delle cure e della qualità della vita.

Ruolo dell’infermiere di famiglia sarebbe quello di trasformare gli acessi spontanei al pronto soccorso in acessi programmati, con riduzione dei ricoveri inappropriati, riduzione dei costi, della spesa farmaceutica e delle liste di attesa.
 
Dott. Domenico Antonelli
Dirigente ASL BT
Coordinatore Nazionale SIICP
Società italiana Interdisciplinare
Cure primarie 


29 luglio 2016
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lettere al direttore

lettere al direttore
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy