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La sanità, il personale “over 50” e i rischi in ambiente lavorativo

di Maria Ludovica Genna e Domenico Crea

29 AGO - Gentile Direttore,
vorremmo porre l’accento sulle problematiche inerenti la sicurezza del lavoratore over 50, definito anche lavoratore maturo, che attualmente rappresenta la maggioranza o quasi del personale presente in Sanità come evidenziato dai dati del Ministero della Salute del 2011, riportanti - come età media dei medici del Ssn – i 50,3 anni e come classe più numerosa quella di età compresa tra 50 e 59 anni. Va aggiunto che il tasso di occupazione dell'UE/28, per le persone di età compresa tra 55 e 64 anni è aumentato dal 39,9 % nel 2003 al 50,1 % nel 2013, così come è aumentata di quasi due anni l'età media di uscita dal mercato del lavoro, che è passata da 59,9 nel 2001 a 61,5 nel 2010.

E’ di oggi la notizia di un neurochirurgo di 52 anni che, in Puglia, dopo 3 ore di turno di pronto soccorso intenso (in cui ha visitato più di 40 pazienti ) è stato colto da un infarto del miocardio. La vicenda è rimbalzata sui social ed in particolare su Facebook, dove si è appreso che gli utenti in sala di attesa rumoreggiavano per l’allungamento dei tempi di visita, dovuti al fatto che il collega affrontava carichi lavorativi eccedenti in situazione di scarsità di personale.

Un interessantissima pubblicazione dell’ Inail - “Lavorare negli anni della maturità – Invecchiamento attivo, salute e sicurezza dei lavoratori ultracinquantenni”- ha affrontato già nel 2013 - le criticità a cui vanno incontro i lavoratori ultracinquantenni, con particolare riferimento ai rischi e alla prevenzione sul lavoro evidenziando che la capacità di svolgere il lavoro e le proprie mansioni si modificano sensibilmente in negativo con l’età ed in seguito ai fisiologici invecchiamenti dei sistemi muscolari e scheletrici, cardiovascolari e della capacità visiva e di reazione.

Va aggiunto inoltre che l’equiparazione dell’età pensionabile tra uomo e donna frutto delle riforme pensionistiche ha contribuito , inoltre, ad acuire il divario tra sessi con la necessità di aumentare le misure per la conciliazione tra lavoro e responsabilità familiari.

Si legge nell’ opuscolo dell’INAIL che: “i lavoratori maturi sono particolarmente dediti al lavoro, si assentano di meno rispetto ad altre fasce di lavoratori ed assumono un comportamento maggiormente leale verso il proprio datore di lavoro. Età ed esperienza lavorativa sono, dunque, i punti di forza sui quali i lavoratori maturi possono far leva per compensare gli eventuali deficit dovuti a problemi di salute che riguardano soprattutto l’area muscolo-scheletrica e quella mentale”.

Il “Testo Unico in materia di sicurezza”, il D. Lgs. 81/2008, specifica al comma 1 dell’art. 28, che la valutazione dei rischi deve riguardare tutti i possibili rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli connessi all’età e quindi urge promuovere, a nostro avviso, nell’Italia dei tagli economici continui, la predisposizione del miglioramento dell’ambiente lavorativo, incominciando dalle attrezzature e dai metodi di lavoro, con l ‘implementazione di campagne di sensibilizzazione di tutto il personale sulle tematiche inerenti l’età, oltre a prevedere un incremento della periodicità delle visite di sorveglianza sanitaria ed ipotizzare – per i lavoratori ultracinquantenni - mansioni che prevedano minore sforzo fisico ed un diverso impegno lavorativo, con modifiche dell’orario di servizio.
 
Dott.ssa Maria Ludovica Genna
Dott. Domenico Crea
Osservatorio Sanitario di Napoli  


29 agosto 2016
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