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Concorso Brescia. Se si è estranei al mondo reale del Pronto Soccorso

di Ruggieri, Cibinel, De Iaco, Fabbri, Groff, Caporaletti e Zagra (Simeu)

02 GEN - Gentile direttore,
la lettera del Dott. Vergallo pubblicata su QS il 30/12/2016 non meriterebbe risposta per i toni impiegati e i per contenuti offensivi verso altri colleghi, ma riteniamo opportuno trasmettere la presente nell’interesse dei cittadini e del nostro SSN.

Lo facciamo come direttori di Pronto Soccorso e come componenti dell’Ufficio di Presidenza della SIMEU, Società Scientifica dei Medici e degli Infermieri di Emergenza Urgenza, chiamata in causa dal Dott. Vergallo nelle persone del Presidente (Maria Pia Ruggieri) e del Past-president (Gian A. Cibinel), tacciati di affermazioni arroganti nei confronti degli Anestesisti Rianimatori.

Riportiamo intanto le nostre affermazioni, pubblicate su QS in una lettera del 11/05/2016, sui colleghi Anestesisti: “… professionisti che garantiscono competenza e professionalità di alto livello per la loro disciplina, ma non per l’attività clinica e gestionale da svolgere in pronto soccorso, che riguarda anche una maggioranza di pazienti non critici da valutare e da avviare tempestivamente al percorso più appropriato (ricovero in ospedale, osservazione breve, dimissione con attivazione supporti territoriali)”; la lettera era pubblicata sotto il titolo “Un Pronto Soccorso non può essere diretto da un medico qualsiasi. Il caso dell’ospedale di Brescia”, titolo scelto dalla redazione e non dagli scriventi.

Molto diverse le frasi scritte dal Dott. Vergallo, che dimostrano non solo arroganza e corporativismo, ma anche aspetti più gravi per un medico del SSN: la mancanza di rispetto per altri professionisti e la scarsa conoscenza su cos’è e a cosa serve una Unità Operativa di Pronto Soccorso.
 
Essendo medici di Emergenza Urgenza, tutti i giorni lavoriamo fianco a fianco con tanti colleghi Anestesisti: insieme mettiamo le nostre competenze al servizio dei pazienti; tra noi e i Rianimatori ci può essere confronto alla pari sui percorsi diagnostico-terapeutici, ma generalmente c’è un’intesa immediata, basata su esperienze e conoscenze, alcune comuni, altre specifiche per ognuno. Il fatto che impieghiamo l’ecografia in PS non fa di noi dei Radiologi, né autorizza i Radiologi a dirigere un PS. Per il semplice fatto di condividere alcune competenze sul paziente critico con gli Anestesisti Rianimatori non ci sentiamo Rianimatori, né per questo motivo gli Anestesisti possono pretendere di dirigere Unità Operative nelle quali il coinvolgimento della loro professionalità riguarda meno del 5% dei pazienti.

Per dirigere un’Unità di Pronto Soccorso sono necessarie una serie di competenze che vanno ben oltre la capacità, comunque fondamentale, di gestire un paziente critico; ne elenchiamo alcune:

- prendere in carico i pazienti globalmente, assicurando il necessario intervento dei diversi specialisti e contemporaneamente l’indispensabile gestione integrata delle problematiche cliniche;

- gestire in autonomia la diagnostica di base al letto del paziente (elettrocardiogramma, ecografia di 1° livello, esami di laboratorio come l’EGA), per ridurre i tempi di intervento nei pazienti gravi e per accelerare le dimissioni dei pazienti che non presentano problematiche critiche;

- identificare la potenziale evolutività di pazienti con presentazioni apparentemente “minori”;

- esercitare la funzione di “filtro” sui ricoveri, garantendo sia la sicurezza dei pazienti dimessi che l’impiego efficiente dei posti letto ospedalieri (risorsa assolutamente critica del nostro SSN) – questa funzione si esercita in particolare attraverso l’attività di osservazione breve (OBI), di recente introduzione nei sistemi sanitari;

- amministrare le risorse del SSN discernendo con oculatezza tra le necessità realmente “urgenti” e quelle invece procrastinabili;

- padroneggiare efficacemente la comunicazione in urgenza con pazienti e parenti, gestendo i conflitti che spesso sono favoriti dalle condizioni ambientali dei PS;

- farsi carico non solo delle istanze cliniche, ma anche di quelle sociali, assistenziali, assicurative, medico-legali e personali che sono portate da chi si rivolge ai nostri PS;

- identificare il maltrattamento e l’abuso, che spesso si celano dietro alle più banali presentazioni cliniche per trauma o per malessere psicologico;

- avviare i percorsi di cura e assistenza extra-ospedalieri per i pazienti dimessi.

Tutto questo, e molto altro, fa parte del bagaglio del medico d’Emergenza Urgenza: l’Anestesista Rianimatore è un altro professionista, indispensabile nel contesto del PS, esattamente come il Cardiologo, il Chirurgo, l’Ortopedico, e tanti altri specialisti.

Nella lettera del Dott. Vergallo emerge l’estraneità rispetto al mondo reale del Pronto Soccorso, con frasi che non sarebbero mai state scritte da un medico di Emergenza Urgenza, irrispettose del lavoro altrui e destabilizzanti per i cittadini che al SSN si rivolgono tutti i giorni. Noi medici d’Emergenza Urgenza abbiamo imparato dai nostri pazienti vittime di violenza a non essere violenti e arroganti, dai nostri pazienti con difficoltà di comunicazione ad ascoltare e a comunicare, dai nostri colleghi specialisti a rispettare la competenza e a riconoscere l’importanza della collaborazione multiprofessionale, necessaria per rispondere con efficacia e sicurezza alle domande sanitarie e personali di chi si rivolge al PS.
 

Maria Pia Ruggieri – Presidente SIMEU
Gian Alfonso Cibinel – Past-President SIMEU
Fabio De Iaco – Responsabile Formazione SIMEU
Andrea Fabbri – Responsabile Centro Studi SIMEU
Paolo Groff – Vice Presidente SIMEU
Paola Caporaletti – Segretario SIMEU
Michele Zagra – Tesoriere SIMEU 


02 gennaio 2017
© Riproduzione riservata

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