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Osteopati. Facciamo tutti un passo indietro e rispettiamo il Parlamento

di Federico C. Franscini

23 SET - Gentile Direttore,
la recente approvazione dell'art. 3 bis del DDL Lorenzin e la nuova definizione dell'art. 4 nel merito delle nuove professioni sanitarie riscuote piena approvazione dell'Associazione da noi rappresentata. Come infatti sostenuto in precedenti interventi è fondamentale che lo Stato diventi garante di un processo super partes che possa garantire profilo professionale, conformità dei titoli di studio, oggettività dell'esperienza professionale e percorso pedagogico più congruo dei neo-professionisti.
 
Riteniamo che il voto all'unanimità con cui la Commissione Affari Sociali della Camera ha modificato l'articolo approvato dal Senato abbia dimostrato imparzialità e competenza di giudizio da parte di tutti i proponenti tale riformulazione. Un dato politico rilevante specie in previsione del prossimo voto in Aula del provvedimento. Un dato a cui le categorie professionali non possono affatto essere indifferenti.
 
Ora ci aspettiamo che gli Organi identificati per istruire la procedura istitutiva delle nuove professioni procedano con analoga attitudine, a partire dagli elementi formali in loro possesso.
 
Ovvero, crediamo che le Associazioni professionali degli osteopati, dei fisioterapisti e delle altre figure sanitarie debbano fare un passo indietro a fronte del pronunciamento terzo delle autorità istituzionali identificate dal DDL, che speriamo diventi presto legge. Per contatti intercorsi, sappiamo infatti che il Ministero della Salute dispone di tutti i dati nazionali e internazionali più rilevanti per documentare il quadro delle competenze e delle attività proprie degli osteopati. Dati derivati da analisi approfondite effettuate, da riferimenti a realtà istituzionali italiane ed europee oltre che ad esperienze pedagogiche nazionali legalmente autorizzate.
 
A fronte dell'unanime indirizzo parlamentare, dovremmo tutti comprendere che la fase del pressing istituzionale sia conclusa per lasciare il posto all'analisi terza imparziale ed autorevole. Per quanto molti osteopati possano auspicare l'approvazione del DDL e i loro detrattori una battuta d'arresto del medesimo iter, è da considerarsi deontologicamente e politicamente corretta l'astensione da ogni ulteriore iniziativa finalizzata ad influenzare gli orientamenti istituzionali in base agli  interessi delle parti che si sentono coinvolte. E, al riguardo, siamo convinti che questa stessa correttezza istituzionale possa testimoniare l'autorevolezza o meno delle rispettive categorie.
 
Avendo sempre dimostrato fiducia nella correttezza delle procedure parlamentari, rivolgiamo un appello in tal senso alle rappresentanze professionali. Semmai, consigliamo alle stesse di dedicarsi al rapporto con i propri associati, inducendo questi alle migliori manifestazioni di correttezza nell'esercizio.
 
Da parte nostra, associamo solo osteopati esclusivi la cui attività fosse tracciabile fiscalmente e la cui formazione fosse adeguata agli standard europei. Inoltre, abbiamo evitato l'anomalia di associare scuole di vario genere ritenendo che gli interessi commerciali nella formazione fossero estranei alle finalità deontologiche e rappresentative della nostra rappresentanza.
 
Federico C. Franscini
Osteopata D.O.
Vicepresidente Associazione Professionale degli Osteopati

23 settembre 2017
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