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Anche in radiologia il paziente prima di tutto

di Zairo Ferrante

27 APR - Gentile Direttore,
è ormai da qualche giorno che su Quotidiano Sanità vedo rincorrersi, intrecciarsi e sovrapporsi articoli e lettere che, pur sforzandosi di fare attente "disamine" sui ruoli degli Esercenti le Professioni Sanitarie dell'area radiologica, sembrano poi "ripiegare in trincea" su vecchie e note posizioni che, forse, sarebbe il caso di abbandonare definitivamente.

A mio avviso, un tale "botta e risposta" più che giovare alla nostra professione rischia di sortire l'effetto opposto, generando confusione in un ipotetico Paziente che legge il quotidiano e danneggiando l'immagine esterna dell'intera categoria di Professionisti impegnati nell'ambito radiologico.

Ritengo superfluo, fuorviante e scorretto, in questo contesto, parlare di singoli Medici (tra l'altro non Medici Radiologi) accusati di furto o tentare di legittimare le proprie posizioni improvvisandosi fini conoscitori di lingue germaniche e lanciandosi in improbabili traduzioni di parole come “sonographer” o “practitioner”, i cui significati, se mal interpretati, possono diventare difficilmente contestualizzabili nella nostra lingua e nel nostro sistema sanitario, contribuendo a creare esclusivamente ulteriore confusione.

Per giunta inutile, perché, vani sono stati tutti i tentativi di rappresentare una diversa interpretazione, lamentando ora congiure, ora discriminazioni, tutte più volte smentite e respinte, sia in sede nazionale che europea. La direttiva europea 59/2013 Euratom è chiara: da un lato vi è il practitioner, dall’altro chi svolge gli aspetti pratici.

Pertanto, reputo doveroso da parte di noi tutti, sia per il bene della Radiologia che, soprattutto, per il bene dei Pazienti, riportare la discussione nel "recinto" della sana e sempre utile semplicità, fissando e ribadendo almeno un punto dal quale non credo si possa prescindere.

Ritengo necessario, infatti, ricordare quanto dichiarato in una nota pubblicata dall'Omceo di Roma su questo quotidiano il 18-04 u.s.: “Il Medico è l’unico professionista sanitario che può assumersi la responsabilità clinica delle procedure medico-radiologiche”.

Un concetto semplice ed indiscutibile dal quale occorre partire per costruire qualcosa di buono e valido anche per gli anni a venire e che trova ampia giustificazione (qualora ce ne fosse bisogno) in un percorso di studi di almeno 10-11 anni, articolato in 6 anni di corso per conseguire la Laurea a ciclo unico in Medicina e 4 o 5 di successiva Scuola di Specializzazione in Radiodiagnostica e Radiologia Interventistica per ottenere il titolo di Medico Specialista in Radiodiagnostica.

Un lungo cammino e, come ampiamente e condivisibilmente illustrato dal Collega Francesco Gentili nell'articolo "A ciascuno il suo ruolo in radiologia", un faticoso training formativo, intervallato da centinaia di ore di pratica clinica presso quasi tutti i reparti ospedalieri e da ulteriori tre mesi di tirocinio formativo, con successivo esame scritto, per ottenere l'Abilitazione all'esercizio della professione Medica ed essere finalmente un “practitioner”, cioè colui che si deve assumere la responsabilità clinica di un paziente.

Non esistono scorciatoie per questo ruolo, né corsi post-laurea, né master (che sono e rimangono professionalizzanti ma non abilitanti ), né può essere vicariato da chi consegue una laurea “tecnica”.

A questo punto, ben venga il raggiungimento di una completa collaborazione ed armonia tra le parti chiamate in causa, ma auspico altresì che si possano realmente mettere in pratica quei tanto osannati "riconoscimento dei ruoli" e rispetto della "dignità Professionale" più volte nominati, evitando argomentazioni irriguardose, non consone a dei professionisti della sanità.

Anche perché, mi sembra utile ricordare che lo scopo ultimo di qualsiasi nostra discussione debba essere sempre quello di continuare a garantire la necessaria e imprescindibile "sicurezza nelle cure", che solo un virtuoso e organizzato lavoro in equipe può assicurare.
 
Zairo Ferrante
Medico Radiologo

Ferrara 

27 aprile 2018
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