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Osteopatia. La legge c'è. Avanti con i decreti attuativi

di Paola Sciomachen

25 GIU - Gentile Direttore,
sono passati sei mesi dal 22 dicembre 2017 data per noi storica in cui il Senato approvò la legge sul  riordino delle professioni sanitarie che vede l’osteopatia individuata come professione sanitaria. Si tratta di un passaggio fondamentale che permette agli osteopati di avere una identità su cui costruire la professione ed una dignità che ci consente il dialogo con le altre professioni.

Come Registro degli Osteopati d’Italia, non abbiamo mai smesso di lavorare, mantenendo sempre un un dialogo con la nostra classe politica e amministrativa. Al fine di fornire un contributo concreto alla discussione ministeriale e all’iter di definizione del profilo professionale, passaggio previsto dall’articolo 7 della Legge 3/18, abbiamo redatto la nostra proposta di Core Competence dell’osteopata che inquadra le competenze del professionista in un contesto di sanità italiana, evidenziando le proprie specificità che supportano e si integrano con le diverse professionalità già esistenti con l’obiettivo di una gestione condivisa del paziente nel rispetto dei ruoli specifici. Un lavoro accurato che abbiamo svolto con la supervisione e il coordinamento della SIPeM (Società Italiana di Pedagogia Medica) condiviso dalla categoria, che è stato molto apprezzato dal Ministero della Salute.

Da allora ci sono state nuove elezioni e successivamente una transizione assai difficoltosa per garantire la governabilità al Paese. Siamo consapevoli che questo possa aver determinato un rallentamento delle attività ministeriali, tuttavia, non possiamo non notare che, a distanza di quattro mesi dall’entrata in vigore della Legge (15 febbraio 2018), non siano stati fatti passi avanti verso l’emanazione dei decreti attuativi per la definizione del profilo e del curriculum di studi.
 
Attualmente infatti viviamo in una situazione di incertezza molto complessa da gestire, in mancanza di riferimenti relativi alle competenze professionali e alla formazione, situazione che non tutela i pazienti e gli osteopati stessi.

In conseguenza di ciò permangono molti interrogativi rispetto al futuro, motivo per cui abbiamo scritto al Ministero della Salute per sollecitare la convocazione di un tavolo di confronto in vista dell’emanazione del profilo professionale.

Il mio vuole essere un appello al nuovo Ministro della Salute e al Ministero che ha sempre dimostrato grande senso di responsabilità e volontà nella regolamentazione delle nuove professioni sanitarie, a far ripartire il processo di riforma previsto dalla Legge 3/2018.

Dal canto nostro, siamo fin da subito pronti a riprendere il dialogo con le istituzioni preposte e rinnoviamo la più ampia disponibilità a fornire il nostro contributo nel processo di istituzione della professione dell’osteopata, a tutela della salute del paziente che da sempre deve essere l’interesse preminente di tutto il sistema sanitario.

Cordiali saluti

Paola Sciomachen
Presidente del ROI - Registro degli Osteopati d’Italia


25 giugno 2018
© Riproduzione riservata

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