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Liberalizzazioni. Chi vuole togliere i farmacisti dalle parafarmacie?

di Daniele Golini

21 FEB - Gentile direttore,
come tutti ricorderanno uno dei cavalli di battaglia degli oppositori dei farmaci di fascia C fuori dalle farmacie è stato quello della salute pubblica e cioè che a loro dire sarebbe potuto derivare un pericolo per la salute dei cittadini allorché un farmacista regolarmente abilitato alla professione avesse dispensato fuori dalle mura della farmacia un farmaco prescritto dal medico curante.
Oggi echeggia la notizia che, in sede emendativa al decreto legge sulle liberalizzazioni, quelle stesse forze sembra stiano proponendo l’abolizione della presenza necessaria del farmacista nelle parafarmacie.

Prima questione: la salute del cittadino non sarebbe stata meglio tutelata con il filtro della prescrizione medica e, quindi, permettendo tout court la vendita dei farmaci di fascia C sottoposti ad obbligo di prescrizione nelle parafarmacie? Come si può pensare che la vendita di un medesimo farmaco sia fonte di pericolo se prescritto da un medico ed attuata da un farmacista di parafarmacia  e non lo sia se, al contrario, lo stesso farmaco viene venduto nella parafarmacia senza l’obbligo di prescrizione a seguito di un delisting? La prescrizione medica, inoltre, non sarebbe un forte limite alla temuta “discrezionalità” del farmacista di parafarmacia ed alle eventuali e paventate logiche commerciali del suo datore di lavoro in caso di GDO o comunque di proprietario non farmacista?

Seconda questione. Si ritiene che i farmaci senza obbligo di prescrizione di automedicazione possano essere dispensati da chiunque. Anche in questo caso la salute pubblica sarebbe tutelata? Il tabaccaio o il semplice commesso (con ogni doveroso rispetto al loro rispettabilissimo lavoro) sapranno rispondere agli interrogativi dell’utilizzatore del farmaco? Sapranno rispondere, per esempio, alla mamma che lo richieda se la tachipirina in dosaggio da adulto la può somministrare al suo bimbo di due settimane febbricitante? Sapranno dissipare dubbi circa l’opportunità di assumere un farmaco insieme ad un altro? Sapranno indicare, per esempio, quale sciroppo è indicato per la tosse grassa e quale per la tosse secca? Diranno mai al cliente che forse per i sintomi che mostra sarebbe meglio recarsi dal medico il quale potrà prescrivergli un farmaco da acquistare in farmacia? La eliminazione della obbligatorietà del farmacista dalla parafarmacia non attua forse proprio quella “mercificazione” del farmaco che tanto si voleva scongiurare? Non è forse più dannoso per la salute pubblica che un non farmacista maneggi un farmaco rispetto alla dispensazione di un farmaco con obbligo di prescrizione in tutta sicurezza da parte di un farmacista abilitato in parafarmacia?

Ci si chiede, allora, se la tutela del cittadino possa mai trovare giovamento da uno sterile braccio di ferro che sembra perdere di vista sempre più la salute pubblica e, al contrario, sembra sminuirsi in una faida fra opposte fazioni appartenenti al medesimo Ordine professionale che, con la eliminazione della presenza del farmacista nelle parafarmacie, condurrà inevitabilmente ad introdurre un “cavallo di Troia” nel sistema normativo della distribuzione del farmaco di cui se ne trascura la potenza demolitrice, con un progressivo e sostanziale esproprio della professionalità del farmacista a prescindere ove esso operi.

Di conseguenza, quelli che oggi sarebbero in realtà infondati timori potrebbero domani, a causa di cattive riforme, divenire concrete minacce non più controllabili e delle quali gli artefici potrebbero essere proprio coloro i quali oggi pensano di scongiurarle con tali inopinati interventi.
La modifica di un sistema normativo non è un gioco ma se tale lo si vuole considerare allora bisogna essere anche consapevoli che lo spostamento non oculato di ogni pedina nel presente ne comporterà di automatici nel futuro anche contro la volontà di chi ha posto in essere la prima mossa perché alla fine ciò che prevale in un corpo normativo è la sua ragionevolezza con i parametri comunitari e costituzionali nonché la sua coerenza con il sistema nel suo complesso.

Avv. Daniele Golini
Dottore di Ricerca - Cattedra di Diritto Civile, Facoltà di Giurisprudenza, Seconda Università degli Studi di Napoli


21 febbraio 2012
© Riproduzione riservata

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