Le dottoresse al tempo del Covid-19
di Carolina Ciacci
07 MAR -
Gentile Direttore,
8 marzo 2020. Siamo qui a non festeggiare come al solito. Perché dovremmo festeggiare se il gap lavorativo tra uomini e donne medico è rimasto uguale a quello di trenta anni fa? Con la differenza che tenuto conto del grande numero delle dottoresse italiane la situazione è addirittura peggiorata. La carriera rimane negata, il lavoro in ospedale e negli studi è uguale a quello degli uomini ma poi, come da sempre, si continua a casa con i figli, i genitori, i suoceri.
Sia chiaro a tutti, molte colleghe oggi si offendono se qualcuno le festeggia proprio l’8 marzo.
Tuttavia, proprio in questo giorno dovremmo omaggiare le colleghe MMG o dirigenti ‘dei quadri bassi ’, che, mentre le apicalita’, in maggioranza uomini, si riuniscono e progettano scudi e strategie, stanno lì al fronte, bardate, mascherina e doppia mascherina, di quelle che bene ancora non abbiamo capito se utili o no se non sei virus-portatore. Sono più numerose degli uomini, precise, scrupolose, padrone delle linee guida e magari hanno il sorriso negli occhi, visto che il resto del viso non si vede.
I numeri precisi ora non li abbiamo, ma sarebbe interessante studiare le differenze di percezione tra i medici uomini e donne al tempo del coronavirus.
Non credo di essere la sola a pensare che le dottoresse siano oggi emotivamente più coinvolte dei dottori. Si è aggiunto un altro peso al fardello, ma si sa, le loro spalle sono forti.
Omaggiamole le dottoresse, perché la loro mascherina protegge loro stesse, i pazienti ma anche i l figli e i nonni di cui si prendono cura. E meno male che ci sono.
Carolina Ciacci
Professore Ordinario di Malattie dell'Apparato Digerente
Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria, Scuola Medica Salernitana,Università di Salerno
Gastroenterologia, AOU San Giovanni di Dio e Ruggi, Salerno - Italia
07 marzo 2020
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