Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Lunedì 29 APRILE 2024
Lettere al direttore
segui quotidianosanita.it

Un disegno molto intelligente per “contenere” gli anziani

di Pietro Cavalli

10 NOV - Gentile Direttore,
sono gli ultimi mesi/anni di vita degli anziani il principale problema della sostenibilità economica del Servizio Sanitario (oggi Regionale). Per il solo fatto di sopravvivere, i vecchi costano alle nostre Regioni un sacco di soldi per costi sociali. A questi vanno poi aggiunte le spese sanitarie vere e proprie, cioè i farmaci e l’assistenza ospedaliera. Un altro costo enorme, diventato ormai difficilmente sostenibile. E l’impiego delle nuove terapie, a fronte di una efficacia spesso maggiore rispetto ai farmaci tradizionali, promette un ulteriore incremento delle spese.
 
È evidente il rischio di una situazione economica esplosiva, in quanto all’aumento delle spesa sanitaria contribuiscono in gran parte due fattori difficili da controllare: l’invecchiamento della popolazione e l’introduzione di nuove e costose tecnologie diagnostiche e terapeutiche.
Di conseguenza oggi il più importante problema che la Sanità pubblica si trova ad affrontare è certamente quello del contenimento dei costi dell’assistenza, visto che questi incidono almeno per il 70% dell’intero bilancio regionale. A fronte di elaborate proposte di politica sanitaria che però non sono state in grado di governare fino in fondo l’incremento della spesa, un semplice ragionamento suggerisce due possibili soluzioni non mutualmente esclusive: a) la riduzione delle prestazioni sanitarie oppure b) il ridimensionamento del numero dei malati.
 
Parafrasando Swift qualcuno potrebbe avanzare una (modesta) proposta alternativa, tenendo conto che la soluzione più facile, proibire alla gente di invecchiare (chi muore giovane non deve essere assistito da vecchio) appare di difficile realizzazione, a meno di ricorrere a metodi cruenti.
Anche il ritorno ad una medicina basata su erbe, decotti, impiastri, tisane e sanguisugio, se pure meno costosa delle nuove terapie biologiche, potrebbe sì contribuire a ridurre i costi delle terapie, ma non quelli complessivi dell’assistenza sanitaria.
 
Non resta quindi che affrontare il problema alla radice e tentare in tutti i modi di mettere in opera adeguate misure di contenimento del numero degli anziani. Inutile sottolineare che stiamo parlando di popolazione ad elevata numerosità, per lo più in pensione (e che quindi gravano pesantemente anche sulle casse previdenziali, oltre che sui bilanci delle Sanità regionali) e non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese.
Nel tentativo di fornire un utile modello per tutte le Regioni che vogliano cimentarsi con una visione della sanità lungimirante ed economicamente sostenibile, si propone alla discussione degli esperti la seguente (modesta) proposta, già applicata con successo in taluni territori del nostro Paese.
 
Si tratta di un intervento di largo respiro, di un progetto volto al risanamento delle casse dello Stato ed al contenimento delle spese sanitarie, applicabile in tutti i casi di epidemia/pandemia, ma anche e soprattutto utile per misurare i livelli di efficienza ed efficacia dei sistemi sanitari regionali.
È possibile allora ipotizzare che, in caso di qualsivoglia tipologia di emergenza sanitaria, si debbano seguire le seguenti indicazioni.
Il primo punto è farsi trovare coscientemente impreparati ed aver previdentemente ridotto personale, strumentazioni, strutture sanitarie del Servizio Sanitario regionale. Ovviamente la carenza di medici, infermieri, personale, attrezzature, organizzazione, protocolli, percorsi debbono venire ascritti a responsabilità altrui, estranee a quelle regionali. Certamente attribuirne la colpa a Governi e i Ministeri può essere molto utile, anche se l’alternativa della invasione degli ultracorpi ed i cambiamenti climatici possono essere considerati una corretta giustificazione alla miseria dell’esistente. Sembra infine che tra le descrizioni bibliche delle piaghe d’Egitto e della punizione divina (terremoti, inondazioni, nubifragi, stormi di cavallette….) possa essere ascritto anche il noto fenomeno del maremoto, anche nella sua declinazione verbale moderna (tsunami).

Giova inoltre ricordare che le incompetenze dei dirigenti delle sanità regionali debbono costituire un punto fermo ed indiscutibile. La presenza di funzionari preparati e diligenti appare incompatibile con la realizzazione di questo progetto.
Dal momento poi che la medicina di base non ha rapporto di dipendenza con le strutture di comando/controllo della regione è opportuno delegittimarla, sottolineandone l’assoluta inutilità (“macchè medici di base, oggi si va su internet oppure dallo specialista. Il mondo in cui ci si fidava del medico è finito” (QS del 26 agosto 2019).
Naturalmente sarà necessario attivarsi per disinnescare anche le competenze delle strutture di controllo sanitario del territorio e verificare l’inconsistenza dei dati epidemiologici e dei loro flussi.
A questo punto le premesse ci sono tutte: basta aspettare l’occasione giusta. Magari una bella epidemia. Magari una pandemia. Magari una seconda ondata.
 
Un aspetto fondamentale in caso di epi/pandemia è quello di impegnarsi a fondo per non rendere disponibili facilmente test sierologici e/o tamponi diagnostici: la ricerca di questi strumenti deve diventare una vera caccia al tesoro, per il divertimento e la soddisfazione degli anziani e dei loro familiari.
L’assenza di protocolli diagnostici e terapeutici è un altro punto su cui vale a pena di insistere, così come deve essere perseguito con forza l’obiettivo di una riduzione delle attività terapeutiche e diagnostiche per pazienti affetti da differenti patologie, specie di quelle ad alto costo assistenziale.
Con queste premesse non sarà difficile ottenere buoni risultati.

La Lombardia ha finora avuto più di diciottomila morti con un’età media di 77-80 anni. Vuoi mettere il risparmio tra costi di ricoveri, personale di assistenza, farmaci, pannoloni? Un successo sensazionale, che consentirà di utilizzare al meglio tutti i quattrini risparmiati. Sarà possibile comperare nuovi capannoni e costruire nuovi ospedali, specialmente in luoghi dove le strutture ci sarebbero pure, a fronte di carenza di personale, apparecchiature, idee chiare, visione d’insieme.

Sarebbe però sbagliato adagiarsi sugli allori e contemplare con soddisfazione il successo sin qui ottenuto. Il buon risultato di oggi è ampiamente migliorabile con una intelligente gestione della seconda ondata, anche se gli anziani superstiti si sono fatti più furbi e non escono di casa, non vedono più i nipoti, indossano la mascherina pure al gabinetto. Difficile che muoiano per il virus, adesso stanno troppo attenti.
 
Anche dalle RSA arrivano brutti segnali, laddove sta diventando maledettamente difficile riuscire ad introdurre il virus. Abbattere a fucilate i vecchi attraverso le persiane abbassate è una possibilità ad oggi non contemplata e comunque estranea alla cultura dell’assistenza sanitaria occidentale. Si può invece giocare d’anticipo, rendendo magari indisponibile la carta della vaccinazione anti-influenzale, sperando così che i pochi sopravvissuti al Covid possano soccombere all’H1N1.
Insomma, un disegno molto, molto intelligente.
 
Pietro Cavalli Medico (anziano)

10 novembre 2020
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lettere al direttore

lettere al direttore
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy