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Gli ostacoli da abbattere per riformare l’assistenza territoriale


21 GEN - Gentile Direttore,
i temi posti da Zangrandi e colleghi hanno trovato grande evidenza nell’arco del 2020 quando, al di là delle note problematiche sollevate dalla pandemia negli ospedali e nell’assistenza territoriale, probabilmente per l’urgenza del momento, ci si è molto soffermati più sui problemi contingenti che non sui problemi della governance. Ora però credo sia giunto il momento di farlo perché è evidente che nessuna riforma o miglioramento del sistema di gestione del territorio possano essere attuati senza tenere conto di questo aspetto.
 
Il sistema di assistenza territoriale ha attualmente a livello nazionale una distribuzione a macchie di leopardo con diversità anche consistenti tra una regione e l’altra, ma gli argomenti proposti sono trasversali e applicabili a tutti i sistemi. In particolare, partendo soprattutto dalla mia esperienza pratica, ne vorrei sottolineare tre in particolare.
 
Obiettivi: come riportato dai colleghi la componente economica, pur certo importante, ha ancora un peso preponderante negli obiettivi. L’aspetto finanziario però credo venga utilizzato anche per un’altra caratteristica: è il più facile da valutare in quanto basato comunque su numeri. Utilizzare indicatori basati sulla qualità e sulla crescita professionale richiede di poter disporre di strumenti che lo permettano, in primis un sistema informativo adeguato, e attualmente mancano sia questi che la capacità da parte del management di utilizzarli. Infatti quando viene effettuata una valutazione di questo tipo la componente soggettiva è preponderante anche perché mancano sia la cultura che la competenza nell’uso di questi strumenti.
 
Organizzazioni pluriprofessionali: pur disponendo di professionisti singolarmente ben preparati nel sistema manca la cultura e l’abitudine del lavoro multidisciplinare. E’ ancora forte la logica del “questa mansione tocca a me e quella a te” e questo prende anche spunto dalla contrattualistica esistente nonché dalla cultura delle singole professioni, in primis quella medica. Un ostacolo che è necessario abbattere per superare questa difficoltà è l’atteggiamento, diffuso nel mondo sanitario, che porta alla divisione dei i compiti prima di cominciare ad affrontare i problemi. Atteggiamento con cui si fa prevalere il compito di ciascuna professione rispetto alle competenze dei singoli.
 
Distretto: trasformare il distretto da ambito geografico ad una realtà caratterizzata da una dimensione organizzativa e gestionale significa passare dal rilascio di certificati e patenti all’indirizzo e valutazione dell’attività territoriale. Per almeno tentare di fare questo è necessario un processo non breve che richiede un ampliamento, e probabilmente trasformazione, delle competenze di chi li dirige.
 
Ezio Goggi
Direttore Medico Presidio Territoriale
Direttore Medico ad interim presidio Carate-Seregno
Referente ospedaliero corso regionale MMG


21 gennaio 2021
© Riproduzione riservata

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