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Il “Genere” e la scienza. Come stanno le cose?

di Manlio Converti

29 APR - Gentile Direttore,
siamo pronti a vedere approvata la legge Zan? Almeno in Senato sono finalmente pronti a discuterla e così noi a supportare l'adozione in Italia di strumenti penali e preventivi a contrasto di Omofobia,Transfobia, Misoginia ed Abilismo. Diversamente in Sanità sembra che non ci sia un'opinione precisa, nonostante la bibliografia scientifica.
 
Abbiamo festeggiato la lettera della Professoressa Signani e del Professor Valerio, sui bisogni formativi nelle facoltà sanitarie sulla Medicina di Genere LGBTI, ma questa è nulla rispetto all'irruenza retorica della Ginecologa Sandra Morano, basata sul contrasto minoranza/maggioranza e su quello sesso/genere che appare accogliere il plauso di molti lettori in calce.
 
Bisogna dire che la lettera di Signani/Valerio è dotata di referenze scientifiche, mentre quella di Morano contiene affermazioni, su cui occorre fare chiarezza perché la scienza non sia un tribunale popolare.
 
Ovviamente la legge Zan non prevede in sé neanche un parere scientifico, nonostante siamo abituati alla connessione Sanità/DPCM a causa del Covid. Questo legame non si applica affatto ad una legge sui Diritti e contro le Discriminazioni.
 
Nel merito del concetto di Genere, termine ombrello che include ogni aspetto dell'esistenza rispetto alla sessualità, nel testo la dottoressa lo confonde con "Identità di Genere", che si applica appunto alla percezione ontologica e a quella fisica del Sé.
 
La collega attribuisce in tono compassionevole un riparo alle persone Transgender a patto che si riconosca loro un'invalidità mentale, che è stata ufficialmente cancellata dagli studi scientifici che hanno portato ad ICD-11.
 
La collega ignora del tutto l'esistenza anche delle persone Intersessuali, riducendo tutto al manicheismo M/F.
 
Come accade che il mio Sé corporeo,  M/F o Intersex,  si conformino al mio Sé ontologico M o F o non binario? O accade il contrario? 
 
È questa la domanda scientifica corretta e vale per chiunque.
 
La dottoressa suppone che esista un'autostrada della "normalità", dimenticando che già solo la differenziazione Uomo/Donna rappresenta un meccanismo di una complessità genetica ed epigenetica immensa. 
 
L'altro errore della collega è che immagina la mente e quindi il cervello, come distinta dal corpo, come soprannaturale o metafisica. Il cervello è invece una parte biologica ampiamente influenzata dagli ormoni e dalla strutturazione del Genere (termine ombrello).
 
Abbiamo allora una serie di lavori scientifici, facilmente rintracciabili su Pumbed, che dimostrano come prima e dopo l'adolescenza o l'uso di ormoni cross sex sia la struttura del cervello, sia la sua funzionalità, sia gli effetti epigenetici siano radicalmente diversi tra persone CIS (la maggioranza) e le persone Transgender, in un modo assolutamente precipuo ed univoco.
 
Le persone Transgender hanno una condizione oggettivamente diversa ed intermedia tra Maschi e Donne Cis che non può essere negata dai pregiudizi.
 
Quando allora la dottoressa Morano pretende di appellarsi all'elenco delle cliniche mediche, sbaglia completamente il bersaglio.
 
Le chiediamo allora umilmente di richiedere un nostro corso di formazione, che proponiamo con orgoglio anche al Prof. Valerio e alla Prof.ssa Signani, perché sono anni che lo elaboriamo e lo realizziamo adattando gli standard internazionali alle esigenze della Sanità Italiana.
 
Lo proponiamo anche alle Facoltà Sanitarie, alle Omceo e alle ASL, sperando diventi uno standard obbligatorio di formazione, perché le persone LGBTI, ricordiamolo, sono il 10% della popolazione.
 
I corsi AMIGAY aps sono su due livelli (vedi allegato) mentre questa di seguito è la nostra lista di richiesta di Protocolli ufficiali per garantire i Diritti Sanitari LGBTI che non sono in discussione nella legge Zan ma che dovrebbero essere previsti sulla base dell'art. 3 legge 3/18 sulla Medicina di Genere.
 

Protocolli per i diritti sanitari LGBTI:

1) Divieto di mutilazioni genitali e trattamenti non esiziali dei neonati intersessuali;
2) Divieto di terapie riparative anche su minori LGBTI,
3) Supporto al Coming-out anche di minori e adolescenti LGBTI,
4) Prevenzione del rischio suicidario negli adolescenti LGBTI,
5) Inserimento del Sex Orienteering nell’anagrafica sanitaria,
6) Riconoscimento pieno della genitorialità delle persone LGBTI,
7) Estensione del vaccino HPV per tutti gli adolescenti, indipendentemente dal genere,
8) Programmi per i minori LGBTI maltrattati in famiglia o a scuola,
9) Protocollo di Accesso Specifico per le Persone Transgender con riconoscimento dell’Identità di Genere
10) Apertura degli Screening Oncologici indipendentemente dal sesso anagrafico e dal genere
 
Manlio Converti
Psichiatra
Presidente AMIGAY aps


29 aprile 2021
© Riproduzione riservata

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