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La medicina generale in Italia, dal medico di fiducia dei cittadini ai medici subordinati ai palazzi?

di Pier Luigi Bartoletti

14 OTT - Gentile direttore,
molte le testimonianze pro o contro la questione del contratto della medicina generale, se dipendenti o convenzionati. E’ il cuore del problema? Veramente tutto il PNRR mission 6 ruota sul modello contrattualistico della medicina generale? Oppure è solo un aspetto che poco ha a che fare con la riorganizzazione del sistema sanitario pubblico ma molto con interessi di bottega o con motivazioni di carattere ideologico? A ben vedere dietro i soldi presi in prestito dall’ Europa di idee e progetti seri non ce ne sono.
 
Molto cemento, poca sanità di qualità. Molto federalismo, poco centralismo. Dei colleghi scrivono al Ministro magnificando la dipendenza come panacea, peccato che i modelli dove la dipendenza è il contratto dell’assistenza primaria si caratterizzano per avere una rete pubblica dedicata prevalentemente a chi non ha assicurazioni, fondi integrativi, mutue, ed una grande rete privata con molta spesa “out of pocket”. Il Portogallo, citato come modello da imitare lascia per strada senza medico di famiglia un milione di cittadini di Lisbona. Ma pensando a casa nostra ciò che è evidente è come nel 1978 la Riforma Mariotti, poi legge 833, Istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, aveva un concetto ed un ‘idea di fondo molto forte, diamo a tutti gli Italiani un medico di loro fiducia. La parola “fiducia” significa una cosa molto seria e molto forte. Fidarsi vuol dire anche affidarsi, ai consigli di chi non ha alcun rapporto di subordinazione se non il codice deontologico e quindi lavora scevro da qualsiasi condizionamento nell’interesse esclusivo del cittadino che l’ha scelto.
 
Gli esegeti della subordinazione (dipendenza) ci spieghino come coniugare il rapporto di fiducia con il rapporto di subordinazione e abbiano il coraggio di dire che significa semplicemente fare il copia ed incolla dell’Intramoenia Ospedaliera. Ovvero che se vuoi scegliere il tuo medico nello stabile della comunità, devi pagare. Un bel salto in avanti, non c’è che dire. Toccare il medico di fiducia e di libera scelta significa semplicemente spalancare le porte ai fondi integrativi, alla sanità privata e mettere le basi per un sistema pubblico residuale. Con l’effetto, vedi USA, di aumentare la percentuale di spesa a carico dei cittadini. In corso della pandemia l’unica rete che con mille problemi ha tenuto è stata quella della medicina generale. Se andiamo a ritroso e vediamo quante mirabolanti palazzi della salute sono rimasti aperti durante il lockdown avremo ben altra immagine dei problemi della sanità di prossimità.
 
Poi che vi siano sperticati adulatori della subordinazione in cerca di poltrone è cosa scontata il problema è quando gli aspiranti poltronari a spese nostre e gli aspiranti subordinati in cerca di tutele catturano l’attenzione malevola di chi non vede l’ora di togliersi dalle scatole quell’ingombrante figura del medico di medicina generale. Troppo poco condizionabile e non subordinabile a logiche Tayloriane dell’industria della Sanità. La fiducia dei cittadini per questi è un problema non un valore. Poi per carità diranno che molti sono scappati, molti si sono nascosti, solo pochi sono quelli bravi. Certo che sì, vorrei vedere usando un paragone bellico, che succede in un plotone di soldati anche scelti dopo che nel mezzo del gruppo esplode una bomba che ne ammazza a decine. La reazione immediata è nascondersi, ripararsi, proteggersi. E così è stato. Ma dopo qualche mese i numeri dicono che i medici di famiglia non solo hanno ripreso a combattere la pandemia, ma lo hanno fatto come i partigiani, organizzando una resistenza locale, fatta non solo di coraggio ma anche di capacità di gestire i casi meno complicati, di vaccinare milioni di italiani, prima per l’influenza, poi, nonostante la carenza di vaccini, contro il Covid.
 
Hanno ricevuto milioni di telefonate per consigli sui vaccini, milioni di telefonate per gli effetti collaterali dei vaccini fatti negli hub, hanno gestito tutte le altre malattie, le acute ed i cronici. Non ci sono stati assalti ai Pronto Soccorso, anzi. Gli esegeti della subordinazione tirassero fuori i dati delle notifiche, delle prescrizioni, delle richieste, delle telefonate fatte e ricevute dalla medicina generale. Poi si discute su come migliorare. Ma su una base di onestà intellettuale e non su logiche pregiudiziali o di bottega. In definitiva c’è da scegliere tra fare il medico di fiducia del cittadino o il medico di fiducia del palazzo.
 
Dr. Pier Luigi Bartoletti
medico di medicina generale
Vie Segretario nazionale vicario F.I.M.M.G

14 ottobre 2021
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