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Oliviero  (Fp Cgil Lombardia): “Modello verso il capolinea” 


27 GIU - “Il Presidente Formigoni dovrà decidersi a rassegnare le dimissioni, prendendo atto del discredito in cui ha gettato Regione Lombardia. Per troppo tempo ha risposto alle inchieste e agli arresti nella  sua Giunta e nella sua maggioranza additando le esclusive responsabilità dei singoli. Come per gli scandali del San Raffaele e della Maugeri ha sempre sostenuto di non mischiare la scorrettezza tra privati con la gestione della cosa pubblica.  Ed è qui, intorno alla sanità lombarda, che in questi 17 anni Formigoni si è costruito quel sistema di potere che lo ha finora garantito e che, tuttavia, parrebbe a un passo dal capolinea”. È quanto afferma il segretario generale della Fp Cgil Lombardia Florindo Oliviero che sottolinea come “ora non va sprecata l’occasione di puntare su un modello alternativo di welfare e sanità”.
 
Per il sindacalista occorre quindi cambiare approccio “a partire dalla messa in discussione di quell’ideologia della “libera scelta” che nella nostra regione ha significato parità di trattamento, e di finanziamento statale, tra erogatori pubblici e privati. Un privato che può lucrare senza assumere rischio d'impresa ma anzi, con le cosiddette “sperimentazioni gestionali”, in cambio della ristrutturazione degli ospedali, si è garantito la gestione delle attività ospedaliere per un periodo che va dai venti ai trent’anni. Così la missione pubblica è stata trasformata in profitto con il progressivo impoverimento delle professionalità, spinte verso altre strutture per permettere agli speculatori privati di ridurre i costi del personale assumendo direttamente lavoratori sottopagati. Così si sono tagliati i servizi territoriali e di prevenzione, i consultori”.
 
“Il sistema formigoniano – prosegue Oliviero -  ha poi allontanato la sanità lombarda dal controllo democratico. Con un potere che, azzerando la responsabilità delle autonomie locali, ha accentrato via via nel decisore regionale le scelte di programmazione e il controllo dei prestatori. Lo si è fatto dapprima separando la gestione degli ospedali dalle asl. Svuotando queste ultime delle funzioni di servizio al territorio, relegandole al ruolo di pagatori di prestazioni altrui. Ora si cerca di ridurre ulteriormente il finanziamento pubblico dei servizi alla persona erogando alle famiglie voucher o doti per l'acquisto di prestazioni dal mercato. Dentro una crisi che è oltretutto formidabile elemento di consolidamento e potenziamento dell’economia criminale”.
 
“Con Formigoni – conclude il segretario - va cancellato il suo modello di welfare e sanità. Occorre costruire un modello diverso che salvaguardi l'universalità dei diritti. I diritti dei cittadini rispetto alla salute e all'assistenza. I diritti del lavoro, perché attraverso questi è possibile conoscere il reale grado di civiltà di un paese. Un modello di welfare che riparta dalla giusta distribuzione dei poteri tra i soggetti istituzionali e tra questi e i soggetti privati”.

27 giugno 2012
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