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Piemonte. Lotta al dolore: al via rete regionale di terapia antalgica “certificata”


Buone notizie per i 600.000 piemontesi affetti da dolore cronico, 9 volte su 10 di origine non oncologica. Il riordino dei servizi sarà realizzato attraverso l’identificazione di 4 centri di eccellenza (Hub) e 22 laboratori (Spoke). Cruciale il monitoraggio e la promozione del corretto uso di farmaci oppioidi.

23 NOV - La Regione Piemonte, che nell’ottobre 2010 aveva per prima recepito la Legge 38 pochi mesi dopo il suo varo, si conferma attiva nelle iniziative per la gestione della “malattia dolore”, approvando il progetto di riorganizzazione delle strutture di terapia antalgica, articolato in ospedali di riferimento, ospedali cardine e medicina territoriale.

Il progetto, messo a punto dalla Commissione Regionale per la Terapia del Dolore, si propone tre obiettivi principali. Innanzitutto, il riordino dei servizi assistenziali, attraverso la razionalizzazione dell’attività e l’identificazione di 4 centri di eccellenza (Hub) e di 22 ambulatori (Spoke). La distribuzione di Hub e Spoke sul territorio viene proporzionata al numero di abitanti, salvaguardando le aree territoriali disagiate. Un’attenzione particolare sarà dedicata anche all’informazione per i cittadini sui percorsi da seguire, allo scopo di guidarli passo passo dal medico di famiglia (o pediatra di libera scelta) fino al centro specialistico, nei casi più complessi. Cruciale infine il monitoraggio e la promozione del corretto uso di farmaci oppioidi, anche mediante percorsi formativi specifici per le figure professionali a vario titolo coinvolte nella presa in carico del paziente che soffre: dai medici di medicina generale agli ortopedici e fisiatri, dagli anestesisti rianimatori ai  farmacisti ospedalieri e territoriali.

“Abbiamo cercato di sensibilizzare le strutture amministrative con idee pratiche e operative, che abbracciano tutti i settori della sanità, ma con un unico obiettivo: ridurre il dolore dei cittadini – ha spiegato Rossella Marzi, Coordinatore della Commissione Terapia del Dolore della Regione Piemonte - vogliamo garantire ai 600.000 piemontesi che soffrono la medesima possibilità di accesso a cure qualificate, migliorando la continuità assistenziale ospedale-territorio. Senza chiedere investimenti alla Regione, partendo dal censimento delle attività e dalla successiva validazione dei ruoli – ha proseguito - abbiamo dimostrato che la Legge 38 si può applicare anche in periodo di crisi, ottimizzando le risorse esistenti e tagliando i costi impropri. La Giunta ha appoggiato incondizionatamente questo progetto, cogliendone da subito il valore e la sua replicabilità anche in altri settori”.

Proprio sulla replicabilità dell’iniziativa si è espressa anche l’Aisd (Associazione italiana  per lo studio del dolore), coinvolgendo i suoi rappresentanti regionali per implementare il modello organizzativo-gestionale della Regione Piemonte nelle altre Regioni d’Italia. “L’intento di Aisd – ha commentato il presidente Alessandro F. Sabato, Direttore del Dipartimento di Emergenza e Urgenza, Università Tor Vergata di Roma - è quello di creare una sorta di ‘maschera’ generale di progetto, da proporre alle varie Amministrazioni regionali, in modo che possa essere plasmata sulle singole realtà organizzative”.

“La firma di questo documento da parte della Regione Piemonte rappresenta una vera svolta per la corretta applicazione della Legge 38 e una maggior tutela dei malati affetti da dolore cronico – ha affermato Marta Gentili, presidente di Vivere senza Dolore onlus - il lavoro compiuto è estremamente prezioso: grazie alla precisa individuazione dei centri di terapia antalgica presenti sul territorio, i pazienti piemontesi avranno la possibilità di identificare con più facilità, insieme al loro medico di famiglia, la struttura cui rivolgersi, avendo la certezza di relazionarsi con specialisti in grado di offrire loro un aiuto qualificato nei tempi opportuni”.

“Invito i cittadini a rivolgersi con fiducia agli ospedali che fanno parte della rete regionale di Terapia del Dolore – ha concluso Marzi - vi troveranno medici e personale preparati, trasparenza nei percorsi clinici, note informative sulle procedure consigliate, valutazione della customer satisfaction con un semplice questionario che ci servirà per migliorare il rapporto medico-paziente”.

23 novembre 2012
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