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Verso le elezioni. Lazio. Alessandra Baldassarri (FiD): "Lea a rischio. Fuori la politica dalla sanità"

di Giovanni Rodriquez

Controllo sistematico dei rimborsi, obbligo di certificazione dei bilanci per Asl e Ao, più prevenzione e una razionalizzazione dell'offerta che valorizzi l'eccellenza. Questi alcuni dei punti del programma presentato dalla candidata alla presidenza della Regione per il movimento di Giannino.

11 FEB - "Una Regione pulita, sana e operosa". Così Alessandra Baldassarri, dirigente di Biomedica Foscama Group e membro del Consiglio Direttivo della Sezione Farmaceutici e Biomedicali di Unindustria Lazio, candidata alla presidenza della Regione Lazio per la lista Fare per fermare il declino (FiD), ha sintetizzato il suo progetto per rilanciare un territorio che "non cresce". Una parte consistente dei 10 punti presentati nel programma riguarda la sanità e analizza nel dettaglio l'andamento del settore proponendo idee per il suo rilancio.

Al primo punto viene citata la prevenzione. "Il Lazio sottoutilizza le pur limitate risorse che il Ssn oggi destina alla prevenzione e l’attuazione del piano regionale sulla prevenzione, avviato in ritardo, è ancora in alto mare. Vogliamo sviluppare attività di 'screening' e vaccinazione mirate, e campagne informative per la riduzione di fumo, eccesso di alcool, uso di droghe e inattività fisica, consapevoli del fatto che anticipare la diagnosi e prevenire permette poi di limitare sofferenze e curare a costi più contenuti". Altro cavallo di battaglia della lista capeggiata dall'economista Oscar Giannino riguarda l'estromissione della politica dalle nomine, anche in sanità. In tal senso Baldassarri auspica una selezione di manager che avvenga per concorso pubblico e con criteri meritocratici, "perché la cattiva gestione dipende anzitutto dalla cattiva selezione di primari e dirigenti sanitari. Vogliamo che il personale sanitario torni a essere protagonista responsabile nella produzione del bene salute, e che la prevista istituzione del Collegio di Direzione per le strutture del Ssr favorisca un riequilibrio dei ruoli tra la componente clinica e quella amministrativa".

Il punto di partenza sul quale dover poi costruire l'impalcature di queste proposte, dovrà forzatamente essere un'analisi dell'attuale grave situazione economica in cui versa la Regione. Dal 2000 ad oggi la spesa sanitaria della Regione è aumentata del 67%, con un disavanzo atteso di 900 milioni di euro per il 2012. Per FiD Se si lascia inalterato il sistema, "mantenere i Livelli essenziali di assistenza (Lea) diventerà insostenibile, e anziani e disabili saranno i primi a patirne. Vogliamo quindi allineare i costi delle prestazioni nel Lazio con quelli delle regioni virtuose, controllando in modo sistematico i rimborsi, imponendo ad Asl e ospedali la certificazione dei bilanci da parte di soggetti indipendenti, e rinegoziando le convenzioni con le strutture private".

In questo senso Baldassarri propone che gli accreditamenti si basino "sull’esame rigoroso delle qualità professionali, della solidità finanziaria e della 'governance' delle strutture private, eliminando i soggetti che non forniscono garanzie adeguate. Vogliamo che cessi la pratica degli accreditamenti provvisori, che siano disposti controlli puntuali e preordinati che rilevino le difformità, e che si disponga il ritiro immediato dell'accreditamento nei casi di grave inadempienza". Un occhio di riguardo è volto alla medicina territoriale e alla razionalizzazione dell'offerta: "vogliamo che ospedali, ambulatori e medici di famiglia vengano considerati come parte di una rete integrata. Vogliamo eliminare le duplicazioni di offerta ospedaliera, specie per le alte specialità, e valorizzare e rafforzare i reparti di eccellenza secondo un modello nel quale le alte specialità sono posizionate strategicamente nel territorio regionale e le strutture sanitarie meno specializzate fungono da filtro e indirizzano i pazienti. Vogliamo inoltre incentivare la costituzione in tutta la regione di ambulatori associati di medici di famiglia, pediatri, geriatri e altri professionisti sanitari, con apparecchi diagnostici di base e in grado di fornire servizi 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana".

Passando poi alla spesa farmaceutica si richiede un sistema di controllo automatico e in tempo reale della spesa che impedisca le micro-truffe e garantisca i pagamenti ai fornitori in tempi certi. "Vogliamo che i medici pubblici prescrivano farmaci, esami diagnostici e ricoveri secondo principi di efficacia e appropriatezza, e rispondano del danno da disservizio per iperprescrizione". Baldassarri sottolinea inoltre la necessità che i beni e i presìdi di più largo consumo siano acquistati mediante una centrale unica regionale, eliminando le attuali anomalie di spesa. "Gli acquisti dei dispositivi devono essere effettuati secondo puntuali analisi di 'Health Technology Assessment', tenendo conto dei reali fabbisogni
dell'utenza e di criteri di efficacia, sicurezza, costo e impatto sociale e organizzativo".

Ad una trasparenza delle strutture sanitarie, che per FiD dovrebbero riportare sul proprio sito informazioni adeguate sulle caratteristiche e la qualità dei servizi forniti e sugli esiti sanitari, dovrà corrispondere una maggiore innovazione che permetta ad esempio al Cup una prenotazione dei servizi anche a mezzo Sms, oltre che online e per telefono, "e che la lunghezza delle liste d'attesa diventi uno strumento di valutazione della qualità delle strutture e un parametro di retribuzione per obiettivi dei dirigenti". Nel programma si richiede poi un'assistenza diversa per gli anziani e i cronici attraverso il potenziamento dell'assistenza domiciliare e le residenze per malati cronici. Stesso impegno dovrà essere riservato alla rete dell'emergenza con un implementazione del servizio di trasporti, "per servire adeguatamente tutto il territorio regionale", e delle elisuperfici nelle strutture in cui mancano.

Infine, l'ultima voce del programma è dedicata ai pazienti psichiatrici. "Vogliamo trasformare i reparti residenziali per malati psichiatrici in centri di cura temporanei per malati acuti e di trattamento diurno per i cronici con la finalità di coltivare il reinserimento sociale dei pazienti, attivando nel contempo l'assistenza domiciliare per i non autosufficienti e sviluppando attività di supporto e formazione per le famiglie interessate". 
 
Giovanni Rodriquez

11 febbraio 2013
© Riproduzione riservata

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