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Piemonte. Regione: “Con le Federazioni sovrazonali risparmiati 14 milioni in 6 mesi”


L’assessorato alla Sanità difende i nuovi organismi di centralizzazione degli acquisti e delle forniture contestati dai sindacati di settore e da alcuni consiglieri regionali. “Hanno tentato di ridimensionare i risultati ottenuti”, ma “i risparmi sul totale del fatturato d'acquisto inchiestato sono pari a più del 10%”. Vedi tabella.

27 FEB - La Regione Piemonte non resta in silenzio di fronte alle critiche rivolte dai sindacati medici e da alcuni consiglieri regionali sulle Federazioni sovrazonali, i nuovi organismi istituiti per centralizzare gli acquisti e le forniture in sanità. Nel corso di un workshop promosso dall’Assessorato alla Sanità, infatti, è stato fatto il punto sulle Federazioni a 6 mesi dalla loro nascita per illustrare i risultati raggiunti, oltre ai prossimi obiettivi in termini di avvio di nuove funzioni.

“Qualcuno ha tentato di ridimensionare i risultati ottenuti, sostenendo che la spending review imposta da una legge nazionale avrebbe consentito comunque quasi in automatico un abbattimento dei costi del 5%. In realtà – precisa l’assessorato in una nota -, alle richieste fatte ai fornitori di dare attuazione alla norma, gli stessi hanno risposto compatti in modo negativo. Ci pare che anche in altre regioni le cose non siano andate diversamente. Le nostre Federazioni hanno invece ottenuto non solo una riduzione del 5%, ma sul totale del fatturato d'acquisto sinora inchiestato (circa 120 milioni di euro) hanno ottenuto risparmi pari a più del 10% cioè circa 14 milioni di euro” (in allegato la tabella fornita dall’assessorato con i dettagli riguardo ai risparmi delle Federazioni effettuati in questi primi mesi di attività).

Un successo, insomma, ottenuto, secondo l’assessorato, “grazie ad un grande lavoro fatto dai responsabili delle Federazioni e di coloro che, provenienti dalle Aziende sanitarie regionali afferenti a ciascuna federazione, li hanno supportati in un lavoro soprattutto di rinegoziazioni. A titolo di esempio riportiamo l’attività di rinegoziazione della Federazione Nord Est: le 5 A.S.R. afferenti a questa Federazione pagavano per un certo prodotto (a volte proveniente dallo stesso fornitore) cinque prezzi differenti: la rinegoziazione, portata a fattor comune ha consentito di riallineare tutti i prezzi a quello minore”.

“È ovvio – sottolinea l’assessorato - che ogni singolo responsabile d'acquisto di ogni singola Asr non avrebbe avuto né la stessa visibilità (di prezzi differenti) né lo stesso potere contrattuale, mettendo assieme i volumi di acquisto di cinque aziende”.

Secondo l’assessorato, inoltre, “le Federazioni, parlando oggi di acquisti, domani di sistemi, di logistica ecc, vivono con la missione di ottimizzare tali attività messe a fattor comune: è la loro ragion d'essere, non una delle tante cose di cui giustamente i Direttori Generali di una Asr devono occuparsi. Considerando il peso dell'attività sanitaria rispetto alle citate attività di servizi e supporto è comprensibile e giustificato che le sue attenzioni/capacità manageriali siano più orientate verso la gestione dei servizi sanitari. Il combinato disposto di due attività professionali, complementari ma profondamente diverse, siamo certi possa garantire al nostro sistema sanitario l'efficacia e l'efficienza che costituiscono l'obiettivo finale dell'intero processo di riforma.  Inoltre è facilmente comprensibile che le Federazioni renderanno molto più snelle e leggere le strutture dedicate alle funzioni di servizio e supporto e gradualmente nel tempo ridurranno la necessità di risorse ad esse dedicate”.

“Questo – conclude la nota dell’assessorato - è sicuramente un problema che dovrà essere gestito con equilibrio e attenzione; se sapremo farlo, nell’arco di un certo periodo di tempo l’efficienza complessiva del sistema potrà crescere liberando risorse da impegnare sui molti fronti che dovranno essere in futuro affrontati”.

 

27 febbraio 2013
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