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Opg. Slittano i tempi di chiusura, quasi certa una proroga 


Il 31 marzo gli Ospedali psichiatrici giudiziari avrebbero dovuto chiudere e gli internati essere trasferiti in strutture alternative. Né le regioni, né i ministeri però riusciranno a rispettare i termini. L’ipotesi è un proroga biennale. L’allarme del comitato StopOpg che paventa “soluzioni pericolose e improvvisate”

03 MAR - Il presidente dalla Repubblica, Giorgio Napolitano, ha definito gli ospedali psichiatrici giudiziari un “autentico orrore indegno di un Paese appena civile”. In Italia da anni si parla di una loro chiusura e in particolar modo l’ultima legislatura, quella che si è da poco conclusa, ha lavorato concretamente per un loro superamento e infatti si è anche arrivati, con la legge 9/2012, ad una data precisa per il loro superamento. Il termine previsto per la chiusura degli Opg avrebbe dovuto essere il 31 marzo 2013 ma prevedibilmente quella scadenza non sarà rispettata in quanto le regioni non sono pronte con le strutture alternative che dovrebbero ospitare gli internati.  
 
Oltre alle regioni però anche gli altri attori coinvolti in questa delicata vicenda ovvero il ministero della Salute, quello della Giustizia non sono riusciti a rispettare i termini. A questo punto la soluzione a cui stanno lavorando sia i tecnici dei ministeri che delle regioni è quella di una proroga di due anni in modo da riuscire in questo arco di tempo a realizzare delle nuove strutture sanitarie in grado di ospitare i malati. In più la soluzione prospettata dai tecnici permetterebbe anche alle regioni di prendere dimestichezza con questi problemi senza lavorare con la fretta.
 
Alla luce di queste considerazioni il 5 prossimo marzo a Roma ci sarà una riunione straordinaria del Comitato stopOPG, da sempre in prima linea per l’abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari, per valutare la situazione e per decidere come proseguire la campagna per l'abolizione degli Opg.
 
Stefano Cecconi, responsabile del comitato stopOPG non nasconde la sua amarezza quando dice che il processo di superamento di queste strutture “non è affatto concluso e dato che nessuna proroga è stata decisa,  si rischia di giocare oggi ad un pericoloso scaricabarile tra Governo e Regioni”.  Le persone internate ricorda Cecconi sono “ancora più di mille, non sono dei pacchi da trasferire da un contenitore ad un altro. E poi ci sono i nuovi casi: dal 1 aprile 2013 dove andranno le persone destinatarie delle prossime misura di sicurezza?” .
 
“Il rischio – aggiunge Cecconi – è quello che abbiamo già denunciato: proroga de facto degli Opg o pericolose soluzioni improvvisate: ad esempio miniOPG in ogni regione, magari affidati ai privati. Ancora una volta vincerebbe lo stigma dei matti da rinchiudere, non il diritto delle persone ad essere curate e il rispetto della dignità umana”.
 
“Quello che sta accadendo – conclude Cecconi – conferma la nostra richiesta di restituire forza e centralità ai Servizi di Salute Mentale e di costituire un’Autorità Stato-Regioni ad hoc sugli Opg, dotata di poteri sostitutivi, come accadde per chiudere i manicomi”.

03 marzo 2013
© Riproduzione riservata

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