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Lazio. Cresce la protesta dei medici del San Camillo. E comprano una pagina di Repubblica


I medici dell’ospedale romano di Anaao, Fassid SNR, FVM chiedono a Nicola Zingaretti  l’assegnazione delle risorse necessarie perché cittadini e operatori non siano privati del diritto alla cura. "Lo facciamo - scrivono - perché la nostra direzione generale non ha ottenuto nulla".

21 LUG - “Diritto alla cura. Diritto a curare”. Si titola così la pagina acquistata su Repubblica di oggi dai medici del San Camillo-Forlanini di Roma. In particolare sono stati quelli aderenti alle associazioni Anaao, Fassid SNR, FVM. “Siamo indignati per quello che vediamo e preoccupati  per l’incerto futuro della sanità pubblica”, ci hanno detto.
Specificando che “non pretendiamo miracoli, Zingaretti non ha la bacchetta magica, ma chiediamo segnali di attenzione per un ospedale che sta naufragando”.
 
La vicenda va avanti da tempo e ne abbiamo scritto diverse volte. Tagli, carenza di posti letto, blocco del turn over. Problemi non solo del San Camillo, ma che qui hanno trovato una particolare criticità con scontri anche molto duri tra i sindacati e la direzione generale affidata ad Aldo Morrone.
 
Fino all’azione di oggi con quella pagina di Repubblica che certo non lascia indifferenti. “Diritto alla cura. Diritto a curare”. Scrivono i medici perché si tratta di “due diritti strettamente correlati ma sempre meno garantiti”. Almeno finché la Regione non adotterà questi provvedimenti:
 
- Assegnazione di posti letto almeno nella misura prevista sulla carta ma nei fatti mai rispettata
- Assunzione di personale di tutti i profili professionali che consenta  un’assistenza eccellente e sicura
- Stabilizzazione del personale precario che con grande sacrificio ha finora evitato il blocco dell’assistenza
 
“Ad oggi – scrivono ancora i medici del San Camillo Forlanini – la nostra direzione generale non è stata in grado di ottenere dalla regione le risorse necessarie per andare avanti in maniera dignitosa. Per chi lavora e per chi è assistito sono evidenti i segnali di grave, inaccettabile sofferenza.  I protagonisti del sovraffollamento sono pazienti critici, anziani e con più patologie, mai con patologie minori. Persone che avrebbero immediato diritto ad un posto letto, ma che devono attendere tanto, troppo tempo prima del ricovero dovuto. Sempre assistiti al meglio dai pochi ma eroici e validissimi operatori di un Pronto Soccorso progettato in altri tempi e quindi anche strutturalmente inadeguato”.
 
“La carenza di personale – spiegano – rende difficile l’assistenza che in molti reparti è attualmente garantita solo con enormi sacrifici del personale: terapie intensive, pediatria, ostetricia e ginecologia, medicina interna e specialistica, cardiologia e cardiochirurgia.In reparti di alta specialità come la neurochirurgia e la neuroradiologia interventistica si registra una drammatica riduzione delle prestazioni diagnostiche e chirurgiche programmate e se non si interviene sarà presto messa a repentaglio anche l’attività in emergenza, l’unica attualmente salvaguardata”.
 
 
“La vista dei pazienti in barella – scrivono ancora – offende le nostre coscienze ma è la punta dell’iceberg.  Quelli che non vediamo sono infatti tutti i pazienti in lista d’attesa che aspettano a casa di essere chiamati per un intervento che può cambiare la loro vita. Quanto dovranno aspettare ancora?”
 
“I medici del San Camillo Forlanini – concludono la loro denuncia – riuniti in assemblea sotto le sigle di Anaao-Assomed, Fassid e FVM, indignati per quanto accade ogni giorno davanti ai loro occhi non intendono essere spettatori silenziosi, chiedono attenzione e rispetto per chi è ricoverato e per chi lavora nell’ospedale e hanno deciso di acquistare questo spazio nella speranza che questa testimonianza scuota finalmente le coscienze di chi ci governa e ha autorità e possibilità per invertire la rotta in tema di tutela, promozione e miglioramento della salute pubblica”.

21 luglio 2013
© Riproduzione riservata

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