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Lombardia. Cgil: "Ok all'apertura serale degli ambulatori. Ma non è questa la soluzione per liste d'attesa"


Dopo le polemiche in Veneto, il sindacato interviene sulle possibilità di estendere alla sera l'orario per le prestazioni ambulatoriali. Per il segretario della Fp Lombarda, Alberto Villa, servono invece "investimenti organizzativi e tecnologici e una stabilizzazione reale dei precari".

03 SET - Ampliare alle ore serali l’orario per l’erogazione delle prestazioni ambulatoriali è “iniziativa certamente condivisibile" perché “soddisferebbe le richieste dei pazienti e ottimizzerebbe le risorse tecnologiche”, ma per “affrontare il problema vero delle liste di attesa occorre ben altro che qualche soluzione estemporanea”. Lo sostiene Alberto Villa, segretario della Fp-Cgil Lombardia.
"Dalla stampa si apprende che in Veneto – osserva - e probabilmente a seguire in altre regioni, per abbattere le liste di attesa saranno ampliati gli orari per l’esecuzione di prestazioni ambulatoriali nelle ore serali. Ci chiediamo, però, come questa iniziativa potrà essere conciliata con quanto in questi anni è accaduto nel Servizio Sanitario Nazionale, a partire dai continui ridimensionamenti del personale e al contenimento delle risorse economiche. Per effettuare una tac a mezzanotte servono medici, tecnici e personale di supporto, nonché risorse economiche”.

Si tratta quindi, secondo la Cgil, di una soluzione che si scontrerebbe con le manovre finanziarie e le politiche regionali in attuazione della spending review che “hanno negli ultimi anni, anche in Lombardia, operato tagli pesanti sulle dotazioni organiche di ospedali e Asl che oggi già lavorano con personale contingentato. Le ore di straordinario, anch’esse limitate, servono a malapena per coprire le carenze di personale per svolgere l’attività ordinaria. Per non dire di contratti bloccati dal 2009 a tutto il 2014”.

La priorità indicata dal sindacato è invece rappresentata da “ investimenti organizzativi e tecnologici, da una politica occupazionale che affronti da subito la stabilizzazione reale dei precari. Serve investire – conclude - in una assistenza extra ospedaliera sul territorio H 24”.

03 settembre 2013
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