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Da nord a sud la sanità si riorganizza


In Puglia si cerca di scongiurare il commissariamento, mentre nel Lazio e in Piemonte, dopo l’ok ai Piani si sta procedendo a limare e definire meglio i provvedimenti. Il Friuli, che ha i conti a posto, sperimenta in ogni caso nuovi percorsi dediti al risparmio.

04 NOV - I nuovi piani sanitari di Puglia, Piemonte, Lazio e Friuli Venezia Giulia scaldano i motori. Così se la Puglia cerca di scongiurare il commissariamento e per bocca del suo Governatore, Nichi Vendola ha chiesto un ‘faccia a faccia’ con il premier per firmare il Piano di rientro entro il termine del 15 dicembre (oggetto della discordia sempre le legge regionale bocciata dal Governo sull’internalizzazione di 5.000 precari), in Piemonte la giunta guidata dal leghista Roberto Cota, dopo il visto governativo sul Piano raggiunto in estate ha presentato il relativo documento di riorganizzazione del settore alla 4° commissione regionale, testo che punta con forza a riorganizzare il territorio e che pare non raccogliere troppi mugugni da parte delle opposizioni. Nel Lazio, si è invece tenuta ieri una seduta del Consiglio regionale in cui la presidente Polverini ha relazionato sul Piano di rientro approvato lo scorso 26 ottobre dall’Esecutivo. "Mi auguro che questa sia l'ultima volta che si parla di conti del Sistema sanitario regionale come elemento di disonore per noi tutti - ha esordito -. Per questo, auspico un dialogo costruttivo sul merito, che tenda a migliorare la nostra sanità, coniugando le esigenze di salute a quelle di bilancio”. La Polverini ha difeso il suo Piano e ha ribadito i suoi obiettivi: “Miriamo a quattro posti letto per mille abitanti, a percorsi appropriati di cura per determinate specialità. Gestiremo le riconversioni assieme ai sindaci: il Piano è comunque perfettibile: mantenendo l'impianto generale e i saldi finali, possiamo sicuramente mirare a interventi migliorativi”. Se Puglia, Piemonte e Lazio versano, seppur con situazioni differenti, in gravi difficoltà economiche questo non è il caso del Friuli, che in ogni caso, nelle linee di programma 2011 in corso di discussione, sembra strizzare l’occhio ai risparmi. Il programma elaborato dalla maggioranza della regione friulana prevede un rinvio  della chiusura dei punti nascita, il riequilibrio delle risorse all’interno delle province e una sperimentazione di primariato unico, non escludendo si possa arrivare un giorno anche alla centralizzazione dei servizi in un’unica Asl.
 
 
L.F.

04 novembre 2010
© Riproduzione riservata

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