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Accordo Marche, Umbria e Toscana per coordinamento centrali risposta del 112


Le Regioni Umbria e Marche hanno sottoscritto un protocollo d'intesa per l'attuazione del numero unico di emergenza europeo e la realizzazione di una centrale unica di risposta. Tale protocollo ha poi un'estensione più ampia grazie ad un accordo tra le due Regioni e la Toscana per quanto attiene il sistema 'disaster recovery' che consiste in un meccanismo di reciprocità per garantire la messa in sicurezza, in caso di eventi non previsti e di gravi disservizi, dell'operatività della Centrale unica di risposta e dei relativi dati posseduti dai sistemi informatici.

22 FEB - La Conferenza delle Regioni del 22 febbraio ha affrontato il tema del numero unico di emergenza europeo, in particolare per quanto concerne il Disciplinare tecnico operativo standard per la realizzazione e il funzionamento della centrale unica di risposta (Cur) e per la funzionalità del servizio 112 Nue, riservandosi di approfondire ulteriormente i contenuti e chiedendo al Governo, sede di Conferenza Stato-Regioni, il rinvio del punto all'ordine del giorno con la possibilità di tornare a trattare tali problematiche nella prossima riunione.
 
Il 112 sostituirà entro il 2018 tutti i numeri per le emergenze.  Il numero unico si usa per le chiamate di emergenza in tutta Europa e si sta applicando in Italia, dove già diverse Regioni l’hanno attivato (in attuazione della legge Madia), dopo una fase sperimentale per la quale la Conferenza delle Regioni aveva indicato Lombardia, Liguria e Friuli Venezia Giulia.
 
Qualsiasi numero di emergenza si componga (118 per la sanità, 115 per i vigili del fuoco, 113 per la Polizia di Stato e lo stesso 112 dei Carabinieri), la telefonata confluisce nella Cur: l’operatore individua l’esigenza di chi chiama, localizza la sua posizione (tramite il Centro elaborazione dati del ministero dell’Intero) e smista l’allarme ai soccorritori.
 
Sempre oggi le Regioni Umbria e Marche hanno sottoscritto un protocollo d'intesa per l'attuazione del numero unico di emergenza europeo e la realizzazione di una centrale unica di risposta.
 
Tale protocollo ha poi un'estensione più ampia grazie ad un accordo tra le due Regioni e la Toscana per quanto attiene il sistema 'disaster recovery' che consiste in un meccanismo di reciprocità per garantire la messa in sicurezza, in caso di eventi non previsti e di gravi disservizi, dell'operatività della Centrale unica di risposta e dei relativi dati posseduti dai sistemi informatici.
 
Gli accordi sono stati siglati nell'ufficio di Roma della Regione Marche dal presidente Luca Ceriscioli, dal presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e dall'assessore regionale agli Affari istituzionali della Toscana, Vittorio Bugli.
 
Ceriscioli sottolinea che si tratta di “un buon sistema per gestire le emergenze. Da sempre siamo favorevoli alle buone pratiche, e devo ammettere che mi ha colpito favorevolmente il buon funzionamento della centrale attivata in Lombardia, che per noi è stato un esempio da seguire.
 
Il numero unico – afferma Ceriscioli - consente una maggiore velocità nelle risposte e un supporto multilingue, 14, con un costo ridotto”.
 
Marini evidenzia che si tratta del “secondo accordo che facciamo con le Marche in ambito sanitario, dopo quello sull'elisoccorso” e Bugli rileva che “in questi sistemi contano mezzi, attrezzature e qualità delle persone. Ora dovremo trasferire tutto il know how su tutto il nostro territorio regionale”.
 
Sarà realizzata dunque prossimamente un'unica Centrale Unica di Risposta per le Regioni Marche e Umbria, con sede presso l'Interporto di Jesi (An). L'attivazione è prevista nel terzo trimestre del 2018. Il servizio garantirà assistenza a una popolazione complessiva di oltre 2 milioni e 426 mila abitanti (1.538.055 nelle Marche e 888.908 in Umbria), per complessivi 229 comuni marchigiani e 92 umbri.
 
Le Marche provvederanno all’allestimento tecnologico, al reclutamento e formazione del personale, alla gestione operativa della Centrale unica di risposta. Queste attività saranno assicurate dalle strutture regionali, con il supporto dell’Azienda regionale emergenza urgenza della Regione Lombardia, della consulenza di Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa). La Regione Umbria corrisponderà la propria quota del servizio. Marche e Toscana si faranno invece carico degli oneri relativi alle rispettive centrali.
 
Fonte: Regioni.it

22 febbraio 2018
© Riproduzione riservata

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