Lazio. Si torna al voto? Allo studio accordo tra le forze di opposizione per mandare in minoranza Zingaretti in Consiglio regionale
Due le ipotesi possibili. Quella più ‘estrema’ contempla dimissioni di massa delle minoranze. Zingaretti, che pur avendo vinto non ha la maggioranza in Consiglio, in quel caso decadrebbe subito. L'altra, al momento più probabile, richiama l'articolo 43 dello statuto del Consiglio regionale dove si spiega che l'approvazione di una mozione di sfiducia da parte della metà più uno dei consiglieri comporta le dimissioni della giunta e lo scioglimento del consiglio.
15 MAR - Possibile ritorno alle urne per la Regione Lazio? A neanche due settimane dalla vittoria di
Nicola Zingaretti, tutto potrebbe essere ora messo in discussione grazie un possibile accordo tra le opposizioni. Ricordiamo che il candidato del Centro Sinistra, pur avendo vinto, non ha la maggioranza in Consiglio regionale.
Due, in particolare, le ipotesi allo studio dalle opposizioni. La prima, quella più ‘estrema’, contempla un accordo tra
Sergio Pirozzi,
Stefano Parisi e
Roberta Lombardi per delle dimissioni di masse da parte delle minoranze. In quel caso, Zingaretti decadrebbe subito e verrebbero riconvocate le lezioni entro 60 giorni.
L'altra strada percorribile, che da quanto ci risulta sarebbe anche quella più probabile, richiama l'articolo 43 dello statuto del Consiglio regionale dove si spiega che l'approvazione di una mozione di sfiducia da parte della metà più uno dei consiglieri comporta le dimissioni della giunta e lo scioglimento del consiglio. In questo caso, però, si dovrebbe attendere la messa in moto di tutta la nuova macchina regionale e la partenza dei lavori dell'Aula.
Non resta che aspettare ma, a quanto sembra, il clima di incertezza politica del Paese potrebbe ora interessare anche la Regione Lazio, una delle poche conquiste del Centro Sinistra nella tornata elettorale dello scorso 4 marzo.
G.R.
15 marzo 2018
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