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Mobilità sanitaria. Accordo Toscana-Emilia Romagna 


Raggiunta l'ntesa tra le due regioni per gestire al meglio la mobilità sanitaria. In base all’intesa, che ha validità triennale a partire dal 2012, ciascuna Regione si impegna a garantire un accurato monitoraggio della qualità e dell’appropriatezza delle prestazioni erogate. 

28 DIC - L’accordo è stato siglato ieri pomeriggio dagli assessori delle due Regioni, Daniela Scaramuccia (diritto alla salute Toscana) e Carlo Lusenti (politiche per la salute Emilia Romagna) nel quadro del Patto per la Salute 2010-2012 che indica gli accordi sulla mobilità interregionale tra i settori strategici in cui operare per qualificare i sistemi sanitari regionali e garantire maggiore soddisfacimento dei bisogni dei cittadini. Ma anche per un maggior controllo della spesa. Un accordo come quello tra Toscana ed Emilia Romagna era già stato siglato alcuni mesi fa tra Toscana e Liguria.

“Con questo accordo – spiega l’assessore toscano Daniela Scaramuccia – intendiamo prima di tutto garantire la libera scelta del cittadino, con particolare riferimento a quelli che abitano nelle zone di confine tra le due regioni. Tra Toscana ed Emilia Romagna avvengono scambi di mobilità sanitaria che portano i cittadini di una regione ad usufruire dei servizi sanitari della regione confinante. In base all’accordo, vigileremo sui livelli di appropriatezza delle prestazioni fornite, uniformeremo la qualità dell’assistenza sia ospedaliera che specialistica, e annulleremo eventuali differenze tariffarie”.
 
“Consideriamo il federalismo un’occasione straordinaria per valorizzare i diversi territori, a patto che questo sia imperniato sulla solidarietà tra le Regioni per garantire a tutte le persone, in ogni area del Paese, parità di diritti. L’accordo di collaborazione con la Toscana – ha detto l’assessore alle politiche per la salute dell’Emilia-Romagna Carlo Lusenti – a questo federalismo fa riferimento. Abbiamo voluto stabilire modalità e regole certe per garantire ai cittadini emiliano romagnoli e toscani di scegliere dove curarsi e di poter usufruire di servizi appropriati e di qualità senza doversi spostare lontano dai luoghi di residenza”.
Nell’accordo si legge che “ciascuna Regione intende garantire ai propri cittadini le necessarie forme di assistenza con modalità che, indipendentemente dalla complessità del bisogno, rispettino gli standard di qualità dell’assistenza, siano logisticamente vicine alla residenza e siano facilmente fruibili dai cittadini stessi”.
In base all’accordo, che ha validità triennale a partire dal 2012, ciascuna Regione si impegna a garantire un accurato monitoraggio della qualità e dell’appropriatezza delle prestazioni erogate. In particolare, saranno oggetto di monitoraggio la mobilità ospedaliera (sia in regime di degenza ordinaria che in day hospital ) e la mobilità specialistica ambulatoriale. Trimestralmente Toscana ed Emilia Romagna si scambieranno i dati di attività relativi ai ricoveri e alla specialistica ambulatoriale. I tecnici delle due Regioni si incontreranno con cadenza semestrale per valutare l’andamento della produzione.

In particolare per le attività di ricovero, l’accordo, per meglio governare l’attività, prevede anche di approfondire le problematiche specifiche degli scambi tra le due Regioni individuando le diverse tipologie di domanda e l’eventuale livello di inappropriatezza. 
Per le attività di specialistica ambulatoriale, al fine di migliorare l’appropriatezza, Toscana ed Emilia-Romagna si impegnano anche a lavorare per condividere un Nomenclatore tariffario  per evitare che, in particolare nelle zone di confine dove si assiste a una specifica sofferenza, possa farsi largo una idea di federalismo competitivo e di un concetto di appropriatezza non legato a rigorosi criteri scientifici.

28 dicembre 2011
© Riproduzione riservata

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