Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Mercoledì 01 MAGGIO 2024
Scienza e Farmaci
segui quotidianosanita.it

L'export traina la produzione ad oltre 34 miliardi di valore. I numeri dell’industria farmaceutica in Italia


08 LUG - Oltre 34 miliardi di euro. È il valore della produzione nel 2020 dell’industria farmaceutica in Italia, ai primi posti nell’Unione Europea, con Francia e Germania. Un podio ai vertici della UE raggiunto - anche quest’anno - grazie alla capacità delle aziende di coniugare alti livelli qualitativi, innovazione, produzione di valore aggiunto e di attrarre rilevanti investimenti nazionali ed esteri.
 
La crescita della produzione è interamente legata all’export, +74% tra il 2015 e il 2020, e all’aumento dei valori medi dei farmaci esportati (+50%), a testimonianza del miglioramento del contenuto innovativo. Mentre il mercato interno è compresso e in calo nel 2020.
 
Un export che negli ultimi 5 anni ha fatto registrare un incremento di 14 miliardi, 2/3 di quello totale dell’export del Paese.
 
Imprese del farmaco che nel 2020 hanno investito nel Paese 3 miliardi di euro: 1,6 in R&S (+14% dal 2015 al 2020) e 1,4 in produzione. Che stanno assumendo sempre più giovani, +16% negli ultimi 5 anni, e che hanno una spiccata componente femminile (43% del totale, 52% nella sola R&S). Senza dimenticare i molti investimenti in tecnologie digitali e l’attenzione crescente alla sostenibilità ambientale.
 
 
 
Ricerca
Nel 2020 gli investimenti in R&S delle imprese del farmaco in Italia sono stati di 1,6 miliardi di euro, il 6,3% del totale degli investimenti nel Paese.  Dal 2015 al 2020 la crescita degli investimenti in R&S è stata del 14%, trend che ha portato risultati molto importanti, in particolare in alcune aree di specializzazione sempre più in partnership con le strutture pubbliche. Ad esempio, i farmaci biotech, i vaccini, gli emoderivati, le terapie avanzate e i farmaci orfani.
 
Circa 700 milioni sono stati dedicati agli studi clinici, spesso nelle strutture del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), rendendo disponibili per i pazienti terapie innovative e offrendo anche possibilità di crescita professionale a medici e ricercatori. E sostenendo tutti i costi connessi, come l’ospedalizzazione e gli esami diagnostici. Si calcola che per 1 euro investito in studi clinici il beneficio economico complessivo per il SSN è 2,8 euro, in termini sia di spese dirette connesse allo studio sia di spese indirette per la fornitura di farmaci e la gestione dei pazienti.
 
Gli addetti totali in R&S sono 6.750, di cui oltre la metà donne.
 
L’industria farmaceutica è il 1° settore industriale in Italia per:
 
- investimenti per addetto in collaborazione con altri soggetti, pubblici o privati, la cosiddetta open innovation;
quota di imprese con accordi di collaborazione con Università e Centri di Ricerca pubblici (80%).
 
Secondo l’Istat, oltre il 90% delle imprese in Italia ha confermato gli investimenti in R&S e, di queste, quasi il 40% li ha incrementati. Investimenti che hanno anche consentito di aumentare del 29% nel 2020, più della media Ue (+10,2%), il numero di brevetti per farmaceutica e biotecnologie presentati allo European Patent Office.  
 
Farmaci e vaccini contribuiscono poi quotidianamente alla Salute del Paese. Solo per fare alcuni esempi:
 
oggi 2 persone su 3 alle quali viene diagnosticato un cancro sopravvivono dopo 5 anni, 30 anni fa erano 1 su 3 (l’83% di questo progresso si deve ai nuovi farmaci);
i pazienti guariti dal cancro in Italia sono aumentati del 37% in 10 anni;
oggi l’AIDS è diventato una patologia cronica e un ventenne al quale è diagnosticato ha una aspettativa di vita di 70 anni;
l’epatite C è curabile (in cinque anni i pazienti trattati sono più di 230 mila);
la mortalità per malattie croniche è fortemente diminuita e per quelle cardiovascolari è scesa del 30% in 10 anni;
le vaccinazioni hanno permesso di eradicare alcune malattie.
 
Risultati destinati a rafforzarsi grazie all’impegno costante delle imprese del farmaco, che hanno raggiunto il record storico di prodotti in sviluppo nel mondo, più di 18 mila dei quali oltre 8 mila in fase clinica.
 
Covid-19: Sono 18 le aziende farmaceutiche che hanno avviato attività di studi clinici in Italia per il trattamento della polmonite da COVID-19 o che partecipano a progetti specifici di Ricerca contro questa patologia. E l’Italia è al primo posto in UE, e al quarto nel mondo, per pubblicazioni scientifiche sul Covid-19, un risultato ottenuto principalmente grazie alla collaborazione tra imprese, ricercatori e Istituzioni.
 
 
Produzione di valore
L’Italia del farmaco è ai vertici in UE, insieme a Francia e Germania, per valore della produzione: più di 34 miliardi di euro nel 2020 (65 considerando anche l’indotto), trainata da un export che negli ultimi 5 anni ha rappresentato l’85% del valore della produzione.
Il nostro Paese è poi primo in Europa per produzione conto terzi, Contract Development and Manufacturing Organization (CDMO), con 2,3 miliardi, il 23% del totale europeo.
 
Aziende farmaceutiche che nel Paese hanno una composizione unica in Europa: 43% a capitale italiano, 57% a capitale internazionale. E che sono tutte – grandi, piccole e medie – fortemente radicate nel territorio.
Al Nord e al Centro con poli industriali leader in Europa. Ma anche al Sud, con tante aziende italiane e internazionali e città in cui la farmaceutica è leader in produzione ed export.
 
Lombardia: prima regione biofarmaceutica in Italia. Conta 24 mila occupati diretti, ai quali si aggiungono i circa 29.000 dell’indotto.
 
Lazio: seconda regione per numero di occupati e prima per export (è pari al 47,3% del totale manifatturiero della regione). Gli addetti sono circa 13 mila e 15.400 nell’indotto.
 
Toscana: terza regione in Italia con più di 7.700 addetti diretti e 9.200 nell’indotto. Si caratterizza per la specializzazione nel biotech e in diverse aree ad alta tecnologia.
 
Emilia Romagna: circa 5 mila addetti con un’importante presenza produttiva e di R&S. Circa 6.000 sono gli occupati nell’indotto.
 
Veneto: conta oltre 5.100 occupati e 6.100 nell’indotto.
 
Marche: quasi 2.000 addetti diretti con 2.200 nell’indotto.
 
Nel Mezzogiorno (Abruzzo, Campania, Molise, Puglia, Sicilia) le imprese del farmaco contano circa 5.700 addetti diretti e 6.800 nell’indotto. 
 
Covid-19: Tutte le imprese hanno prodotto al massimo della loro capacità per non far mancare i farmaci a chi ne aveva bisogno. Alcune hanno modificato le linee produttive per rispondere a esigenze di salute e in particolare soddisfare la crescente domanda di prodotti disinfettanti, ceduti gratuitamente alla Protezione Civile.
In Italia ci sono già alcune aziende impegnate nel processo di produzione di farmaci e vaccini contro il Covid-19. E da pochi mesi il MISE ha istituito un tavolo perché l’Italia possa contribuire sempre più alla loro produzione.
 
 
Accesso & valore
In Italia 26 milioni di persone assumono farmaci. Un numero che considerando anche i nuclei familiari e i caregiver coinvolge ogni giorno quasi tutta la popolazione.
 
E sono 3,6 milioni le persone che nel 2020 vivono dopo aver avuto una diagnosi di tumore. Circa 1 milione in più in 10 anni, più del 40% è guarito o in via di guarigione, grazie alle innovazioni nelle cure, a diagnosi personalizzate e a percorsi di cura sempre più domiciliari.
 
Farmaci e vaccini evitano poi costi per il cittadino e il sistema di Welfare, ad esempio rendendo non necessari ricoveri, prevenendo patologie o rallentandone il decorso, evitando la necessità di erogare pensioni di invalidità o altre prestazioni di assistenza sociale.
 
 
Le prospettive terapeutiche sono incoraggianti: sono 55 le nuove molecole approvate in UE nel 2020, 80% in più rispetto al 2019.
 
I medicinali hanno poi nel nostro Paese prezzi più bassi della media dei Big UE, con una spesa farmaceutica pubblica procapite inferiore del 19% in media negli ultimi cinque anni secondo dati OECD.
 
Ancora oltre l’anno il tempo medio per l’accesso ai nuovi farmaci: l’indagine EFPIA/IQVIA del 2020, mostra che per i nuovi farmaci dopo l’autorizzazione EMA - tra il 2015 e il 2019 - sono stati necessari 418 giorni. E poi – considerate le restrizioni ulteriori in Italia – questi medicinali nel 2020 hanno avuto consumi pro-capite del 19% più bassi rispetto ai Big Europei, come evidenziato in un’analisi realizzata da Farmindustria insieme con IQVIA.
 
Covid-19: Fin dall’inizio della pandemia le imprese del farmaco hanno attuato protocolli rigorosi, a tutela dei propri collaboratori, assicurando allo stesso tempo, in piena sicurezza, la continuità nella fornitura delle terapie per tutti i Pazienti e lavorando in prima linea per combattere, con farmaci e vaccini, la pandemia.
 
 
Lavoro & sostenibilità ambientale
Sono 67.000 gli addetti dell’industria farmaceutica, per il 90% laureati o diplomati, in crescita del 12% negli ultimi 5 anni, più della media nazionale (+2%). E in aumento anche nel 2020 (+1,8%).
 
Con un vero e proprio boom - del 16% - per gli under 35 negli ultimi 5 anni. Proprio per i giovani, che rappresentano il futuro, Farmindustria, con un modello unico nel Sistema Confindustria, insieme alle imprese associate, promuove un’intensa attività di Alternanza Scuola-Lavoro. Che dal 2017 ha coinvolto 13 scuole e 300 studenti, con 1.000 ore di lezioni teoriche e project work, più di 700 ore di stage aziendali e con una solida collaborazione con la Rete nazionale degli ITS in Nuove Tecnologie della Vita, per la creazione di corsi che forniscono profili e competenze tecniche specialistiche richieste dal settore. Attività che si rafforzerà, investendo risorse e competenze in partnership con istituzioni, aziende dell’indotto, sindacati, associazioni e terzo settore, permettendo così agli studenti di entrare in contatto con il mondo del lavoro e formarsi su temi di grande importanza sociale e sanitaria, come la prevenzione vaccinale e l’antibiotico resistenza.
 
L’industria farmaceutica è anche leader per occupazione femminile che raggiunge quota 43% dei dipendenti rispetto al 29% del resto dell’economia. Nella R&S poi sale addirittura al 52%.  Donne che ricoprono spesso ruoli di responsabilità: sono infatti il 42% di dirigenti e quadri (52% tra gli under 40): nella farmaceutica la parità di genere è da anni una realtà.
 
Industria che si caratterizza poi per il modello innovativo di Relazioni Industriali ed è anche al 1° posto tra i settori industriali per numero di attività di welfare e sostegno per il benessere lavorativo, la formazione e il sostegno alla genitorialità.
 
Le aziende del farmaco hanno poi un’elevatissima attenzione alla sostenibilità ambientale. In 10 anni hanno ridotto in Italia il 59% i consumi energetici e del 32% le emissioni di gas climalteranti.
 
L’88% delle imprese ridurrà i rifiuti prodotti nei prossimi 3/5 anni. Il 55% è impegnato nella riduzione/eliminazione dell’uso di plastica in ogni fase del processo produttivo.
 
Covid-19: il 72% delle imprese del farmaco ha intrapreso azioni di Responsabilità Sociale a favore dei malati e dei dipendenti (assicurazioni integrative, consulenze e corsi di formazione fino al supporto psicologico e pedagogico esteso anche ai familiari). E 64 aziende hanno introdotto diverse iniziative di sostegno ai pazienti, ai medici, a tutto il personale della filiera della salute e alle Strutture Sanitarie. In collaborazione con le Istituzioni e spesso con le Associazioni dei pazienti.
  
 
Digitale & Connected Care        
Oltre il 90% delle imprese del farmaco nel 2020 ha mantenuto o aumentato gli investimenti in tecnologie digitali, per migliorare l’accesso alle cure e la continuità operativa.
 
Con il 61% delle aziende che nel 2020 ha sviluppato progetti su cloud, piattaforme di collaborazione, Big data, Intelligenza Artificiale, Internet of Things, robotica avanzata.
 
Ed è quasi il 60% la quota di studi clinici realizzati in Italia tra il 2019 e il 2021 ad aver utilizzato tecnologie o piat­taforme digitali (Decentralized Clinical Trials).
 
La digitalizzazione cambia prodotti, processi e organizzazione aziendale: la Ricerca può rendere disponibili in minor tempo nuove terapie; la produzione diventa più efficiente; la presa in carico dei Pazienti si trasforma da “semplice” erogazione di prestazioni in un percorso olistico, che integra farmaci, diagnostica di precisione, device, servizi di assistenza.
Dopo il Covid-19 la digital health è entrata in una fase di sfide nuove che richiedono una rinnovata partnership tra industria e istituzioni e una netta discontinuità in termini di gestione, integrazione, interoperabilità. Una transizione culturale prima ancora che tecnologica, che vede impegnate le imprese del farmaco, con investimenti e competenze. Una sfida importante che permetterà di dare maggiore velocità ed efficienza ai processi di ricerca (ad esempio con i Decentralized Clinical Trials), di assicurare continuità operativa, di condividere informazioni in cloud e implementare piattaforme di collaborazione con medici e pazienti. Per questo sono necessari dati organizzati e accessibili a tutela della salute pubblica, nel pieno rispetto della privacy, per migliorare le cure, valutare l’impatto delle tecnologie digitali e le loro interazioni con i farmaci (come nel caso dei Digital Therapeutics).
 
Covid-19: sono 222 le iniziative di telemedicina implementate tra marzo 2020 e aprile 2021, molte delle quali su piattaforme realizzate in collaborazione proprio con le aziende

08 luglio 2021
© Riproduzione riservata
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy