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Aborti. Con la contraccezione gratuita, crollerebbero dell’80%


Se i metodi anticoncezionali fossero offerti gratuitamente dalle istituzioni, le donne abortirebbero molto meno e avrebbero meno gravidanze indesiderate. Lo rileva uno studio della Washington University School of Medicine di St. Louis pubblicato su Obstetrics & Gynecology.

05 OTT - Il segreto per ridurre il numero di aborti? Molto semplice: offrire metodi contraccettivi gratuiti. Questo quanto emerge da uno studio della Washington University School of Medicine di St. Louis, pubblicato su Obstetrics & Gynecology, che ha dimostrato che i tassi di interruzione volontaria di gravidanza crollano di una percentuale che può variare dal 62 al 78 per cento se le donne hanno accesso gratuitamente agli  anticoncezionali di cui hanno bisogno.
 
La ricerca è basata su un campione di 9256 donne di età compresa tra i 14 e i 45 anni abitanti della zona di St. Louis, considerate a rischio di gravidanza indesiderata o che tra il 2007 e il 2011 cercavano un nuovo metodo anticoncezionale. A queste veniva offerta una consulenza sui diversi metodi anticoncezionali, durante la quale venivano loro spiegati tutti i rischi e i benefici della contraccezione. Tra le informazioni veniva data enfasi all’efficacia, e veniva in particolare specificato che se i dispositivi intrauterini avevano un tasso di insuccesso pari a meno dell’1%, altri metodi potevano arrivare a una percentuale di fallimento pari anche all’8 o al 10%. Poi, veniva loro fatto scegliere quale metodo anticoncezionale volevano usare, del tutto gratuitamente, nel periodo subito successivo.
Lo studio ha così dimostrato che tra i diversi metodi offerti gratis alle partecipanti allo studio, il 75% delle donne preferiva quelli reversibili ma di lungo termine, come dispositivi intrauterini o spirale. Questi hanno spesso costi più alti degli altri sistemi contraccettivi, ma sono spesso anche più efficaci delle pillole anticoncezionali e dopo essere stati inseriti possono durare dai 3 ai 10 anni. Anche per questo a volte sono anche ritenuti più comodi e dall’uso più semplice, visto che dopo essere stati inseriti da personale medico preparato non prevedono un’attenzione giornaliera come la pillola, che invece può essere dimenticata dalla paziente.
 
Ma non solo. Andando ad analizzare i dati sugli aborti a seguito della consulenza e della fornitura gratuita di contraccettivi, gli scienziati si sono resi conto del dato impressionante: rispetto alla media nazionale (pari a 19,6 aborti ogni 1000 donne nel 2008) e alla media della zona di St. Louis (che varia dai 13,4 ai 17 ogni 1000 donne), i tassi di interruzione di gravidanza tra le partecipanti allo studio erano più bassi di una percentuale che poteva variare dal 62 al 78 per cento (dai 4,5 ai 7,5 aborti ogni 1000 donne). E ancora migliori erano i risultati ottenuti sulle ragazze più giovani, quelle di età compresa tra i 15 e i 19 anni, per le quali il tasso di gravidanze era decisamente al di sotto della media statunitense di 34,3 ogni 1000 ragazze, arrivando appena a 6,3.
“L’impatto che ha avuto fornire contraccettivi gratis è stato ben più grande di quanto non pensassimo”, ha spiegato Jeff Peipert, autore dello studio. “Pensiamo che migliorare l’accesso agli anticoncezionali, in particolare a impianti intrauterini e spirali, insieme ad una migliore educazione sul loro funzionamento ed efficacia, potrebbe diminuire significativamente il numero di aborti, o di gravidanze indesiderate. Queste ultime rimangono infatti un problema importante, soprattutto tra le teenager e le donne con educazione e/o reddito bassi.”.
 
La questione dell’interruzione di gravidanza è sicuramente delicata: rimane un diritto delle donne (nonostante la Legge 194 che lo regola sia spesso sotto attacco), ma è un diritto che troppo spesso non può essere soddisfatto se non con grande fatica. Il problema è stato infatti recentemente riportato all’attenzione in Italia proprio con la notizia dell’aumento sul territorio del numero di obiettori di coscienza: in particolare ha destato molto scalpore il fatto che in alcuni luoghi nel Belpaese ricorrere all’interruzione di gravidanza sia diventato molto difficile o addirittura impossibile – come ad esempio a Jesi. Un problema tanto grave che proprio quest’anno la Consulta di Bioetica ha fatto partire una campagna contro l’obiezione di coscienza, dal titolo “Il buon medico non obietta”.
Il dibattito etico che scaturisce dalla questione dell’aborto, ad oggi, ha dunque fatto sì che molte donne italiane abbiano difficoltà a vedere espresso un loro diritto. Ma se per qualcuno l’aborto è un problema, questo studio fornisce una soluzione che sembra piuttosto semplice, che non prevede né studiare leggi più restrittive, né rendere l’aborto un percorso a ostacoli per le donne. Ma che riguarda solo pillole anticoncezionali, cerotti, anelli vaginali e spirali a disposizione delle giovani ragazze o delle donne che ne hanno bisogno, in maniera del tutto gratuita. E su questa possibilità non c’è obiezione di coscienza che tenga.
 
Laura Berardi

05 ottobre 2012
© Riproduzione riservata

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