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Immunologia. Concluso il XV Congresso Internazionale. La sfida del "vaccino universale"


Un solo vaccino per diverse malattie. E' senz'altro la sida più entusiasmante sulla quale si è fatto il punto a partire dagli stidi dell'americano Finn. Ma si è parlato anche di immunizzazione per la tubercolosi e per l’aterosclerosi e di farmaci antirigetto e i probiotici. Una breve panoramica sugli argomenti trattati e su due premi conferiti nel corso del Congresso.

08 SET - Più di 6.000 scienziati provenienti da tutto il mondo, con 500 speaker di grande rilievo, fra i quali tre Premi Nobel Peter C. Doherty e Rolf M. Zinkernagel (premiati nel 1996 per i loro studi sulla specificità delle difese immunitarie cellulo-mediate), e Jules A. Hoffmann (insignito nel 2011). Questa la platea d’eccezione del XV Congresso Internazionale di Immunologia, promosso dall’International Union of Immunological Societies (IUIS) e organizzato dalla Società Italiana di Immunologia, Immunologia Clinica e Allergologia (SIICA), che si è concluso la settimana scorsa a Milano.
 
Molte sono le novità emerse dal congresso, basti pensare agli studi condotti da Olivera Finn, professore di immunologia alla scuola di medicina dell’università di Pittsburgh, che potrebbero, un domani, consentire di sviluppare un vaccino “universale”, in grado di proteggere l’organismo da diversi tipi di malattie, da quelle infettive a quelle croniche, fino al cancro. Sempre in tema di vaccini, un gruppo di ricerca del La Jolla Institute for Allergy & Immunology, guidato da Klaus Ley, ne ha sviluppato uno che protegge i topi dall’aterosclerosi.
Di grande importanza anche i risultati ottenuti dal gruppo di Stefan Kaufmann, direttore del Max Planck Institute for Infection Biology di Berlino, che sta testando un nuovo vaccino contro la tubercolosi, prodotto modificando geneticamente quello già esistente in modo da renderlo più efficiente. I primi test condotti su pazienti umani, sia su adulti sia su bambini, hanno dimostrato che il nuovo prodotto è sicuro e può indurre reazioni positive nel sistema difensivo dell’organismo.
Tutta italiana la ricerca del gruppo dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica guidato da Maria Grazia Roncarolo, che procede verso la prospettiva di una nuova terapia antirigetto per i trapianti che eviti gli effetti indesiderati dei farmaci immunosoppressivi. Lo studio delle cellule regolatrici Tr1, usate dal gruppo milanese per convincere il sistema immunitario a ignorare i tessuti estranei provenienti dal donatore, ha fatto nuovi passi avanti.
Molto interessanti anche gli studi su alcuni probiotici come i bifidobatteri, che consentono una riduzione dei sintomi e una guarigione più rapida in ratti affetti da encefalomielite, e un forte calo dell’intensità della fase cronica in ratti che soffrono di miastenia grave; questa è l’interessante scoperta fatta da un’equipe dell’Istituto Besta di Milano e presentata da Chiara Cordiglieri.
 
“L’evento ha consentito non solo di passare in rassegna lo stato dell’arte in questo campo, ma anche di aprire nuove strade per la ricerca e le applicazioni terapeutiche dell’immunologia, dalle malattie autoimmuni a quelle croniche, dai trapianti al cancro”, ha infatti sottolineato Luciano Adorini, presidente del congresso. Questi e molti altri temi sono stati affrontati nelle fitte giornate di lavoro, dalle allergie alle immunodeficienze congenite e acquisite come l’AIDS, dalle malattie autoimmuni al ruolo del microbioma nella longevità e nella genesi e sviluppo delle malattie, dalle artriti alla sclerosi multipla, dai nuovi approcci contro il cancro al legame tra sistema immunitario e invecchiamento.
 
Nel corso del congresso sono anche stati conferiti due prestigiosi premi:
- l’Else Kröner Fresenius Award 2013 ha assegnato 4 milioni di euro a Ruslan Medzhitov, professore di immunobiologia presso l’Howard Hughes Medical Institute di Yale (USA), che ha identificato il recettore Toll-like umano (TLR) e ha elucidato il suo ruolo nell’induzione di risposte immunitarie infiammatorie.
- I Novartis Prizes for Immunology sono stati invece conferiti da un lato a Tim R. Mossman, Direttore dello Human Immunology Center dell’Università di Rochester, e a Robert L. Coffman, Vice Presidente e Chief Scientific Officer presso la Dynavax, per il loro lavoro nella definizione dei sottotipi di linfociti T helper, e dall’altro a James Allison, responsabile del Dipartimento di Immunologia del MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas, per la sua attività di ricerca per inibire la capacità del cancro di sfuggire all’attacco del sistema immunitario.
 
“Questa disciplina si dimostra quindi particolarmente viva, fintanto che la ricerca di base e quella applicata restano in contatto,” ha concluso Adorini.

08 settembre 2013
© Riproduzione riservata

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