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Sclerosi multipla. Terapie sempre più precoci, ma bisogna ottimizzare il loro utilizzo


“La sfida per vincere la malattia è nella collaborazione internazionale”. Lo si è ribadito al 29° Congresso ECTRIMS in corso a Copenaghen. Bene l’assistenza al malato in Italia ma bisogna che i centri facciano più “rete”. Ridotto del 50% l’anno il tasso di ricadute con Fingolimid rispetto le terapie tradizionali.

03 OTT - Si è aperto a Copenaghen il 29° Congresso per la ricerca e i trattamenti della Sclerosi multipla (ECTRIMS) alla presenza della Regina di Danimarca, Margherita II. Nel dare il benvenuto la Regina ha voluto ricordare come sia necessario uno sforzo internazionale per combattere una malattia come la sclerosi multipla che solo in Europa conta 630 mila malati, circa 2 milioni nel mondo. “Nel 1996- ha detto la Regina - al nostro primo congresso erano presenti circa 700 delegati, oggi partecipano ai lavori non meno di 7000 tra medici e ricercatori a testimonianza dell’importanza scientifica di questo appuntamento a livello mondiale”.

I lavori si sono aperti con la lettura magistrale tenuta di Giancarlo Comi, Direttore dell’Istituto di Neurologia Sperimentale Università Vita-Salute S. Raffaele di Milano. “È ormai un concetto acquisito l’attacco farmacologico precoce alla sclerosi multipla. È unanime convinzione - ha detto il neurologo - che il destino del malato di SM viene in qualche modo già definito nelle prime fasi della malattia, è in quel momento che si decide la strada che prenderà il malato ed è in quella fase in cui dobbiamo agire per cercare di influenzare il decorso della sclerosi multipla. Quindi già dal primo attacco dobbiamo somministrare il farmaco. Oggi abbiamo molte terapie che dobbiamo saper utilizzare al meglio, è necessario ottimizzare l’uso dei farmaci per adattarle alle esigenze del singolo paziente”.

“Il malato nel nostro paese è ben assistito - ha voluto precisare Comi - siamo fortunati perché esistono circa 250 centri autorizzati ,dal Ministero della Salute, a erogare i farmaci. Sono ormai diversi anni di attività di questi centri per cui il personale è ben addestrato. È però necessario che facciano ‘rete’ in modo che il centro ,magari piccolo, che non ha tutti i requisiti sia ben collegato a un centro più grande di riferimento, per offrire al malato le cure e l’assistenza migliore”.

Ma quanto costa al Servizio sanitario nazionale un malato con sclerosi multipla? I dati indicano che per ogni ciclo di trattamento l’anno, la spesa varia da un minimo di 16mila euro a 68mila euro a seconda della gravità della malattia. Il 40% della spesa è da attribuirsi a costi sanitari il 60% a costi sociali e indiretti. La parte del leone non spetta alla componente farmaceutica che incide del 12% sulla spesa sanitaria. E sono loro ovviamente, i farmaci, a tenere “banco“ in questo congresso. In un evento tenutosi questa mattina sono stati presentati dati del mondo reale che indicano l’efficacia dell’utilizzo di Fingolimod ( Novartis)nella riduzione del rischio di ricadute.

I dati dimostrano come a distanza di 3 anni dall’entrata in commercio di Gilenya si è avuto - rispetto le terapie tradizionali (interferone e glatiramer acetato) un tasso pari al 50% annuo di riduzione delle ricadute. Come ha detto David Epsen, Capo Divisione della Novartis Farmaceutici, le ricadute sono strettamente collegate alla disabilità, infatti ogni fase di ricaduta comporta segni e sintomi che aggravano la malattia. “Diminuirne il numero - ha precisato il capo Divisione del colosso farmaceutico Svizzero- significa prevenire la disabilità e incidere sulla evoluzione della malattia”.

Lo studio “MSbase study” è stato condotto in 60 centri di 26 paesi e ha arruolato 1340 persone con sclerosi multipla. Attualmente sono 71 mila i malati nel mondo trattati con Gilenya. Come è stato ricordato nel corso della conferenza stampa della Novartis il tasso di ricadute è a tutt’oggi il parametro di valutazione maggiormente utilizzato per verificare l’efficacia di un trattamento. Al momento sono allo studio altri indicatori, come la riduzione della perdita di volume cerebrale in pazienti con SM. La riduzione del volume cerebrale è infatti collegato alla disabilità nella SM come ha ricordato Sven Schippling Capo Dipartimento di Neuroimmunologia dell’università di Zurigo Uno dei metodi per valutare la riduzione cerebrale maggiormente utilizzati al mondo è stato messo a punto da Nicola De Stefano dell’Università di Siena. 
 
Da Copenaghen, Emanuela Medi

03 ottobre 2013
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