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Mieloma multiplo e leucemia mieloide acuta. Dall'Italia i super-linfociti capaci di attaccarli


Nei modelli pre-clinici, i linfociti T modificati geneticamente sono risultati in grado di rimuovere completamente i tumori, con un'azione molto più efficace rispetto a quella dei normali linfociti e degli anticorpi. Lo studio del San Raffaele pubblicato su Blood.

06 OTT - Servirà probabilmente a combattere la leucemia mieloide acuta e il mieloma multiplo: la strategia messa a punto dai ricercatori del San Raffaele di Milano è stata pubblicata su Blood, e consiste nella creazione tramite modifica genetica di super-linfociti, capaci di rimuovere i tumori in maniera molto più efficace sia dei normali linfociti, sia degli anticorpi. Il risultato è stato ottenuto da Attilio Bondanza, responsabile dell’Unità di Immunoterapia delle Leucemie, e dal suo team su diversi modelli pre-clinici. Lo studio è stato possibile grazie ai finanziamenti AIRC.

“Il prossimo traguardo sarà quello di iniziare al più presto presso il nostro Centro una sperimentazione clinica in pazienti affetti da forme aggressive di leucemia mieloide acuta e mieloma multiplo, con la speranza di poter curare definitivamente queste terribili malattie”, hanno fatto sapere Bondanza e Fabio Ciceri, primario del reparto di Ematologia e Trapianto di Midollo del San Raffaele.
I linfociti T sono cellule del sangue aventi un ruolo chiave nello sviluppo delle risposte immunitarie. In particolare, sono responsabili dell’immunità adattativa cellulo-mediata. Ogni linfocita è infatti specifico per un determinato antigene (piccolo frammento di una proteina), il cui riconoscimento, per esempio su una cellula infettata da un virus o su una cellula tumorale), può mediarne l’eliminazione selettiva. Nel nostro organismo è presente un ampio repertorio di linfociti, che riconoscono antigeni diversi e che, grazie alla loro specificità di riconoscimento, ci difendono da numerose malattie. Questo riconoscimento dipende da un recettore antigene-specifico presente sulla superficie del linfocita: ogni linfocita esprime un solo tipo di recettore, diverso da quello di tutti gli altri. È in questo modo che alcuni linfociti sono in grado di riconoscere antigeni espressi dalle cellule tumorali, moltiplicarsi e attaccare il tumore. Purtroppo però, i linfociti tumore-specifici sono molto rari e non riescono a combattere efficacemente la malattia.
 
Recentemente, studi clinici condotti negli USA hanno dimostrato l’efficacia di linfociti geneticamente modificati con dei recettori antigene-specifici chimerici derivati dagli anticorpi chiamati CAR (“chimeric antigen receptors”) in tumori del sangue a basso grado di malignità, come la leucemia linfatica cronica. I ricercatori del San Raffaele hanno sviluppato nei laboratori un recettore chimerico specifico per l’antigene CD44v6, espresso invece in tumori ad alto grado di malignità, come la leucemia mieloide acuta e il mieloma multiplo. “Abbiamo isolato i linfociti da pazienti affetti da leucemia o mieloma e li abbiamo modificati geneticamente con il nostro CAR mediante vettori virali” afferma la Dott.ssa Monica Casucci, prima autrice del lavoro, e aggiunge “Grazie all’espressione del CAR, i linfociti si sono dimostrati dei killers tumorali molto più potenti, sia dei normali linfociti, che dell’anticorpo d’origine, dimostrandosi capaci di eliminare completamente i tumori dei pazienti in diversi modelli preclinici”.
“I linfociti geneticamente modificati con il CAR sviluppato in laboratorio, non solo si sono dimostrati straordinariamente efficaci, ma anche sicuri” ha commentato la Dott.ssa Chiara Bonini, pioniere italiano nel campo della terapia genica delle leucemie che ha partecipato allo studio, spiegando “Grazie alla co-espressione in questi linfociti di un gene suicida, cioè di un interruttore che ci permette di eliminarli quando vogliamo, in futuro sarà infatti possibile controllarne i potenziali effetti collaterali”.

06 ottobre 2013
© Riproduzione riservata

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