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Esclusiva. Parla la Roche: “Quei due farmaci sono molto diversi. Avastin è un oncologico e Lucentis un oftalmico. Tra noi e Novartis nessun accordo”


Respinge tutte le accuse dell'Antitrust, la Roche e, interpellata da QS, attacca: “siamo preoccupati che un farmaco studiato, sviluppato, registrato e utilizzato in tutto il mondo per le sue indicazioni in oncologia, possa essere manipolato, potenzialmente contaminato e comunque impropriamente utilizzato in indicazioni prive di qualsiasi approvazione da parte delle Autorità sanitarie mondiali". "A rischio la salute stessa dei pazienti"

05 MAR - Non ci sta la Roche a passare da “cattiva”. E in questa intervista esclusiva al nostro giornale respinge tutte le accuse dell’Antitrust chiarendo anche il perché non ha mai richiesto nuove indicazioni terapeutiche per Avastin. “E’ un farmaco oncologico e per questo è stato studiato, sviluppato e approvato dalle Autorità sanitarie internazionali nel trattamento di più patologie tumorali e non per uso oftalmico. E su questo filone continueremo, sviluppando nuove soluzioni terapeutiche, ma sempre in oncologia”.
 
Alla base delle accuse dell'Antitrust ci sarebbe un presunto accordo Roche-Novartis per "boicottare" l'uso di Avastin per le patologie oftalmiche allo scopo di favorire il Lucentis. Smentite il fatto che vi sia stato qualsiasi tipo di accordo?
Roche respinge fermamente tutte le accuse e conferma che ricorrerà in appello presso tutte le sedi deputate, a tutela della propria immagine e dei propri diritti, certa delle proprie ragioni. Roche ribadisce che non esiste alcun accordo restrittivo della concorrenza con Novartis. Avastin (bevacizumab) e Lucentis (ranibizumab) sono farmaci molto diversi per composizione, struttura, effetti sistemici e via di somministrazione. Avastin (bevacizumab) è un farmaco oncologico, mentre Lucentis (ranibizumab) è un farmaco ad uso oftalmico.  
Come mai, nonostante le sollecitazioni anche della Società Oftalmologica Italiana (Soi), non è mai stato richiesto un ampliamento delle indicazioni terapeutiche di Avastin in ambito oftalmico?
Avastin (bevacizumab) è stato studiato, sviluppato e approvato dalle Autorità sanitarie internazionali nel trattamento di più patologie tumorali e non per uso oftalmico.
Capostipite dei farmaci antiangiogenesi, Avastin (bevacizumab) in Italia è registrato nel trattamento del tumore al colon-retto, all’ovaio (I e II linea), alla mammella, al rene, al polmone e negli ultimi 10 anni ha offerto un’opportunità terapeutica a più di 1.400.000 malati di cancro nel mondo, 11.600 solo nel 2013 in Italia.
Il Gruppo Roche ritiene sia nell’interesse dei pazienti concentrare i propri sforzi di ricerca per l’impiego di Avastin (bevacizumab) in oncologia, al fine di sviluppare nuove soluzioni terapeutiche che rispondano a bisogni clinici non ancora soddisfatti. A dimostrazione di ciò oggi  Avastin (bevacizumab) è studiato in oltre 50 differenti tipologie di tumore (gli studi si riferiscono sempre e solo patologie oncologiche), da solo o in associazione con altri farmaci.

Nella nota a commento della decisione dell'Antitrust, Novartis sottolinea che questa decisione potrebbe favorire un uso non autorizzato dell'Avastin. Condividete queste preoccupazioni?
Che un farmaco studiato, sviluppato, registrato e utilizzato in tutto il mondo per le sue indicazioni in oncologia, possa venire manipolato, potenzialmente contaminato e comunque impropriamente utilizzato in indicazioni prive di qualsiasi approvazione da parte delle Autorità sanitarie mondiali, compromettendo, di fatto, la sicurezza e la salute stessa dei pazienti, genera certamente preoccupazione.
Diversi studi hanno dimostrato un numero maggiore di gravi eventi avversi sistemici registrabili con Avastin  (bevacizumab) rispetto a Lucentis (ranibizumab), a conferma che l’impropria iniezione intraoculare di Avastin (bavacizumab) potrebbe comportare un rischio maggiore di gravi effetti collaterali quali l’ictus e l’endoftalmite (una grave infezione del bulbo oculare). E il paziente deve essere informato di questi rischi. Roche è riconosciuta universalmente per il rigore scientifico, l’integrità etica e l’impegno in ricerca e sviluppo al servizio dei pazienti. Valori cui l’azienda continuerà a ispirarsi per garantire ai pazienti l’accesso alle terapie più innovative.

05 marzo 2014
© Riproduzione riservata

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