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Sclerosi multipla. Convegno a Milano. Atrofia cerebrale e scelta terapeutica

di Viola Rita

Chi è affetto da sclerosi multipla presenta una perdita di volume cerebrale da 3 a 5 volte superiore rispetto alle persone sane. Se ne discute oggi e domani ad un Convegno nazionale, supportato da Novartis. L’obiettivo è valutare l’atrofia come fattore predittivo della disabilità e come misura dell'efficacia della scelta terapeutica

07 MAR - Valutare l’atrofia cerebrale, nel caso di sclerosi multipla, sia come fattore predittivo della disabilità che come misura di efficacia nella scelta della terapia. Se ne discute durante il Convegno nazionale “Questione di Sostanza. Rilevanza clinica dell’atrofia cerebrale nella sclerosi multipla”, aperto oggi a Milano a Palazzo Serbelloni, che vede la partecipazione di 200 clinici e ricercatori della Neurologia italiana. In due giorni, il Convegno, supportato dall’azienda farmaceutica Novartis, fa il punto sulla correlazione tra sclerosi multipla e perdita di volume cerebrale, sui metodi di misurazione e sul ruolo dell’atrofia cerebrale nelle scelte terapeutiche. Tra i dati presentati al Convegno, emerge che nei pazienti affetti da sclerosi multipla, l’atrofia cerebrale risulta essere significativamente più rapida rispetto al caso delle persone sane e, inoltre, la perdita di volume cerebrale si sta affermando sempre più come fattore associato alla progressione della disabilità, in base all’RMN. L’atrofia cerebrale è collegata al deficit cognitivo: a dirlo è quasi la totalità degli specialisti cui è sottoposta una survey per sondare le conoscenze sull’argomento.
 
Ogni 4 ore, in Italia, viene diagnosticato un nuovo caso di sclerosi multipla.“Nei pazienti affetti da questa malattia, la perdita di volume cerebrale è da 3 a 5 volte più rapida rispetto a quanto osservato in persone sane di pari età e si può riscontrare già nelle fasi iniziali della malattia e prosegue per tutto il suo decorso, associandosi alla disabilità e alla compromissione cognitiva”, ha affermato Giancarlo Comi, Professore ordinario di Neurologia, Dipartimento neurologico, Istituto di Neurologia Sperimentale (INSPE) Università Vita-Salute San Raffaele, Istituto Scientifico San Raffaele di Milano.
 
La perdita di volume cerebraleo atrofia è un parametro da prendere in considerazione, secondo gli esperti. “Oggi è importante considerare l’atrofia come il parametro di risonanza magnetica nucleare (RMN) maggiormente associato alla progressione della malattia e alla disabilità a lungo termine”, ha sottolineato Nicola De Stefano, neurologo del Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Neuroscienze dell’Università degli Studi di Siena. “Sempre più dovremo prenderla in considerazione come parametro di efficacia nella scelta terapeutica. La terapia orale attualmente disponibile per la sclerosi multipla ha dimostrato di ridurre il tasso di atrofia cerebrale nei trial clinici di fase III”.
Dunque l’atrofia, non ancora parametro d’impiego di routine, si appresta a diventare un innovativo indicatore prognostico di disabilità a lungo termine e di efficacia nelle terapie disease-modifying (DMTs), sottolinea Novartis. Al fine di alimentare le conoscenze degli specialisti da un continuo confronto, inoltre, durante il Convegno è stata presentata una survey, condotta a livello nazionale, nell’obiettivo di delineare lo stato delle conoscenze sull’atrofia cerebrale tra i neurologi italiani. Condotto tra gli specialisti che hanno partecipato agli incontri locali, questa indagine mette in rilievo che il 98% dei clinici riconosce ad esempio una correlazione tra l'atrofia cerebrale e il deficit cognitivo.
Insomma, i dati emersi sottolineano l'importanza di una valutazione dell'atrofia cerebrale come indicatore di progressione della disabilità e dunque anche della misura dell'efficacia della terapia, sottolineano gli esperti.
 
Viola Rita

07 marzo 2014
© Riproduzione riservata

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