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Pericolo MERS: attenzione ai viaggi in Medio Oriente. Riunione d'emergenza all'Oms

di Maria Rita Montebelli

E' una malattia respiratoria virale causata da un coronavirus che può essere mortale in oltre un caso su 4. Negli ultimi due mesi l’OMS ha registrato piccoli focolai epidemici negli Emirati Arabi e in Arabia Saudita. Ma dal 2012 nuovi casi sono segnalati in tutto il mondo, anche in Italia. In corso in queste ore a Ginevra una riunione dell’OMS per definire se la malattia configuri un’emergenza di salute pubblica internazionale

14 MAG - Si chiama MERS (Middle East respiratory syndrome) ed è una grave patologia respiratoria acuta causata da un ceppo di coronavirus, isolato per la prima volta in Arabia Saudita nel 2012. L’attenzione di tutto il mondo, compresa quella dell’OMS, che sta tenendo in queste ore una riunione straordinaria sul tema, si sta appuntando su questo virus, che negli ultimi due mesi ha fatto registrare oltre 300 casi e una sessantina di decessi. La malattia sta acquisendo i caratteri di una piccola epidemia, in particolare in Arabia Saudita e negli Emirati. Sempre da marzo sono inoltre in aumento i casi acquisiti da fonti non umane; tra i principali ‘sospettati’, i cammelli, anche se non sono ancora chiare le modalità di trasmissione diretta o indiretta.
 
Dalla fine di marzo, l’Arabia Saudita ha segnalato 290 nuovi casi, il 60% dei quali potrebbero aver contratto l’infezione in ospedale (tra questi 39 operatori sanitari, il 15% dei quali hanno presentato una sindrome respiratoria di gravità tale da dover essere ricoverati in rianimazione o sono deceduti). Le autorità sanitarie del Paese hanno dunque screenato i familiari di questi pazienti; 554 di loro sono risultati positivi alla PCR per MERS-CoV (tasso di attacco secondario: 1,3%). Altri 35 casi sono stati registrati a La Mecca, 86 a Riyadh e un’altra trentina in piccole città. Una piccola epidemia ospedaliera è stata di recente registrata anche ad Abu Dhabi; 2 casi su tre sono operatori sanitari, compresi alcuni ambulanzieri.
Dal momento della sua scoperta nel 2012, sono stati registrati 536 casi di MERS-CoV confermati da analisi di laboratorio e 145 di questi sono risultati mortali. Casi di MERS sono stati segnalati in tutto il mondo e, più in particolare, in Medio Oriente (Giordania, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Yemen), in Africa (Egitto e Tunisia), in Europa (Francia, Germania, Grecia, Italia e Gran Bretagna), in Asia (Malesia, Filippine) e più di recente in Nord America (USA), ma tutti sembrano aver contratto la malattia durante un recente viaggio nei Paesi medio-orientali.
 
Il 65,5% dei casi sono maschi di età media 49 anni. Proprio oggi si sta tenendo a Ginevra un meeting convocato d’urgenza per discutere se l’attuale epidemia medio-orientale debba essere considerata un’emergenza di salute pubblica internazionale. I risultati di questo incontro sono attesi per domani. Il prossimo giugno l’OMS terrà a Lione un meeting di esperti per mettere a punto delle raccomandazioni sui test di laboratorio da utilizzare per la MERS-CoV. Intanto, lo scorso 28 aprile, la stessa OMS ha pubblicato delle linee guida per la prevenzione delle infezioni e il controllo delle infezioni respiratorie acute a rischio di epidemia/pandemia. Gli esperti di Ginevra invitano dunque ad applicare queste raccomandazioni anche alla MERS-CoV.
 
Sulla base dei dati attualmente disponibili, l’OMS invita gli Stati Membri a continuare la sorveglianza sulle infezioni respiratorie acute gravi (SARI, severe acute respiratory infections) e a tenere sotto stretto controllo ogni quadro anomalo. Gli ospedali che ricoverano casi di MERS-CoV sono inoltre incoraggiati a mettere in atto tutte le misure per ridurre il rischio di trasmissione da un paziente ad altri pazienti, operatori sanitari, visitatori. L’OMS invita anche a ‘rinfrescare’ le nozioni di controllo e prevenzione delle infezioni a tutti gli operatori sanitari: isolamento da contatto, protezione degli occhi, ecc.
 
Qualunque paziente, proveniente dal Medio Oriente si presenti in ospedale con sintomi di una SARI dovrebbe essere sottoposto al test per MERS-CoV e andrebbe ricercata attentamente la possibile fonte i contagio.
La malattia si presenta con febbre, tosse e dispnea ingravescente; la polmonite, può evolvere rapidamente in insufficienza respiratoria acuta, tale da richiedere il ricovero in rianimazione e l’intubazione. Possono essere presenti anche sintomi gastro-intestinali con diarrea. Alcuni pazienti presentano anche insufficienza renale acuta e shock settico. Il 27% di quanti hanno contratto finora infezione sono morti; a particolare rischio di esito infausto sono gli anziani, gli immunodepressi e i pazienti affetti da patologie croniche (diabete, cancro, pneumopatia cronica).
 
Maria Rita Montebelli

14 maggio 2014
© Riproduzione riservata

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