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Arte e Scienza. La citologia nasale ‘sul palco’ per un giorno

di Viola Rita

Anche la micosi nasale, le riniti allergiche e la naresma possono diventare opere d’arte: è quanto avvenuto durante l’evento Art&Science, organizzato a Bari da Matteo Gelardi, Presidente di Aicna. Ecco come un gruppo di eosinofili della rinopatia ‘Nares’ possono essere scambiati per un ‘arlecchino saltellante’, che ricorda Picasso

04 GIU - Dalle riniti allergiche alle micosi nasali, dagli eosinofili fino a gruppi di batteri organizzati in biofilm: oggi la citologia nasale diventa arte, attraverso  immagini realizzate al microscopio ottico dal Dottor Matteo Gelardi, otorinolaringoiatra presso il Policlinico Universitario di Bari e Presidente della Accademia Italiana di Citologia Nasale (Aicna). E questa branca della medicina, la citologia nasale, sale sul palcoscenico dell’evento ‘Art&Science’, un appuntamento recentemente organizzato in occasione del 50° Master di citologia nasale dell’Accademia Aicna, a Bari (Sala Europa di Villa Romanazzi Carducci). La manifestazione, organizzata da Gelardi, ha visto la partecipazione di Antonio Padovano, pediatra e cultore di storia dell’arte, Michele Marvulli, pianista, direttore d’Orchestra e didatta; l’evento è stato moderato dalla giornalista Elvi Manfredi.
 
“In questi anni, lavorando al microscopio ottico, mi capitava di imbattermi in immagini bellissime, simili a veri e propri quadri artistici: così ho deciso di conservarle”, racconta al nostro giornale Gelardi, che durante la presentazione artistica Art&Science ha mostrato immagini al microscopio ottico, da lui stesso realizzate per la diagnosi di diverse patologie. Nel frattempo, il Dottor Padovano, senza sapere cosa realmente raffigurassero, le commentava a livello artistico collegandole a grandi opere di maestri della pittura. Il maestro Marvulli, inoltre, in base all’ispirazione suscitata dalle suddette immagini, eseguiva brani musicali al pianoforte, raccontando aneddoti della sua carriera musicale. Successivamente, il Dottor Gelardi svelava il reale significato medico delle immagini, le strategie diagnostico-terapeutiche mediche ed i programmi di ricerca in corso in fatto di citologia nasale.
 
La sua prima opera (vedi la prima immagine della gallery), dal titolo “Big Bang”, è stata correlata da Padovano alle opere di Kandinskij, autore il cui astrattismo si basa sul linguaggio dei colori, come in questo caso. “Dal 1909 Kandinskij sviluppa opere astratte che chiamerà Impressioni, Improvvisazioni e infine Composizioni, di grande formato. Penso a Composizione 7 del 1913”, ha commentato l’esperto.

Nel frattempo, il Maestro Marvulli, riferendosi all’opera di Kandinskij  “Il Cavaliere azzurro”, esegue al pianoforte il “Cavaliere selvaggio” di  Schumann e “La cattedrale sommersa” di Claude Debussy.

L’immagine, spiegherà poi Gelardi, raffigura in realtà l’inizio – il Big Bang appunto - di un ‘biofilm’ di batteri. “Al centro si può osservare un cerchio color ciano”, ci spiega Gelardi. “Si tratta di un gruppo di batteri che hanno deciso di organizzarsi inviandosi un messaggio, che si chiama quorum sensing, cioè una comunicazione tra i batteri mediante la quale costituiscono insieme un  ‘esopolisaccaride’”.  
 
La seconda immagine (vedi gallery), intitolata “Cristallizzazione”, viene paragonata da Padovano alle opere di Chagall, in particolare con le vetrate policrome realizzate per la Sinagoga a Gerusalemme, in realtà è un’immagine al microscopio ottico di pollini di cipresso. Marvulli si inserisce con brani di Chopin (Notturno) e Debussy (Chiaro di Luna).
 
La terza e ultima opera presentata da Gelardi (terza immagine della gallery) durante l’evento ha come titolo “L’Arlecchino saltellante”, dato che la sua forma somiglia proprio ad una sorta di Arlecchino intento ad un balzo per superare un ostacolo: si tratta invece di un gruppo di eosinofili associati ad una rinopatia ‘vasomotoria’ chiamata ‘Nares’. 

L’incontro, dunque, è anche un’occasione per parlare della naresma, una forma di rinite non allergica (letteralmente Non allergic riniti with eosinophils and mastcell),scoperta recentemente dal Dottor Gelardi insieme al suo gruppo di ricerca dell’Università Policlinico di Bari. “Precedentemente associata ad una forma aspecifica, questa ‘nuova’patologia è poco conosciuta, anche dal mondo medico, ma rappresenta il 15 % di tutte le rinopatie”, illustra Gelardi. “La sua mancata diagnosi predispone Il paziente alla poliposi nasale”.

Padovano correla l’immagine dell’Arlecchino saltellante ad un’opera di Picasso: “in tutte le fasi, stili, periodi che il genio di Picasso sperimenta dal 1901 al 1936, ricorre la maschera bergamasca”, commenta l’esperto rifacendosi all’Arlecchino 1915, esposto al celebre museo MoMA di New York.
 
Insomma, un trionfo dell’arte accompagnato dal successo della scienza e della medicina: “la citologia nasale è ‘morfologia e cromatismo’”, sottolinea Gelardi. “Da qui il passo è breve perché tutto si trasformi in ‘arte’, il cui contenuto non è soltanto ‘artistico’ ma anche ‘scientifico’. Il microscopio infatti è l’artefice di tutto ciò trasformando ‘l’invisibile in visibile’ e regalandoci immagini di infinita e rara bellezza”.
 
Viola Rita

04 giugno 2014
© Riproduzione riservata

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