Tumori. Iannelli (AIMaC): "Chiediamo maggior attenzione alla ‘famiglia oncologica’"
di Maria Rita Montebelli
A margine del congresso americano dell’Asco, la vicepresidente dell’AIMaC ricorda l’impegno della sua associazione nel supportare le famiglie dei pazienti oncologici e chiede alle istituzioni di supportare i care giver; anche in un’ottica di risparmio per la società
05 GIU - L’edizione 2014 del congresso degli oncologi americani, ha dedicato una grande attenzione al paziente oncologico nella sua interezza di persona, dal suo desiderio di genitorialità, alla possibilità di accedere a terapie con minor effetti collaterali, senza dimenticare anche le problematiche della famiglia oncologica, cioè dei
care giver. “Una serie di studi scientifici presentati a questo congresso – sottolinea
Elisabetta Iannelli, Segretario generale della Federazione delle Associazioni di Volontariato In Oncologia (FAVO) e vicepresidente dell’Associazione Italiana Malati di Cancro (
AIMaC) - avvalorano le esperienze che noi tutti abbiamo provato nella nostra vita, quando abbiamo avuto a che fare con una malattia così importante. Aver dimostrato l’importanza e l'utilità di dare un sostegno ad un familiare, immediatamente dopo la comunicazione di una diagnosi oncologica, dovrebbe portare a fare investimenti in sanità in questa direzione. Per motivi etici in primo luogo, ma anche per le evidenti ricadute in termini di risparmio per la società e la sanità”. Un familiare che si deve prendere carico di un paziente oncologico è infatti a sua volta a rischio di ammalarsi sia nella psiche, che fisicamente; dargli un supporto immediato subito dopo una diagnosi di tumore, significa aiutare direttamente la famiglia oncologica, il malato indirettamente, e infine il sistema sociale.
“Come associazione AIMaC abbiamo già fatto molte cose a sostegno delle famiglie dei malati; abbiamo realizzato ad esempio una
brochure informativa sui passi da fare per poter mantenere il lavoro, senza perdere retribuzione e allo stesso tempo potersi prendere cura di un figlio malato. Più di recente abbiamo pubblicato anche un libricino sui
care giver del malato anziano; perché come per i bambini, i genitori sono un punto di riferimento importante, allo stesso modo una persona anziana ha bisogno di essere assistita dai figli, che a loro volta potrebbero avere problemi di lavoro. Anche in questo caso, dare delle informazioni pratiche su come gestire i tempi di cura e di assistenza, rendendoli compatibili con i tempi di lavoro e di gestione della famiglia, rappresenta un modo di dare attenzione alla famiglia oncologica, fornendo informazioni pratiche e concrete su come gestire l’assistenza ad un familiare colpito da questa malattia”.
Maria Rita Montebelli
05 giugno 2014
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