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Epatite C. In pausa la negoziazione Aifa-Gilead per terapia. Ma farmaco sarà disponibile per casi urgenti


A chiedere la sospensione della negoziazione di Sofosbuvir per 30 giorni è stata Gilead alla fine di definire i dettagli dell’accordo. Dall’Associazione Italiana Studio Fegato l’auspicio di arrivare presto a un accordo per assicurare “la prima, importante risposta al bisogno di cura che i malati aspettano da tempo”.

12 GIU - “In occasione della riunione straordinaria del Comitato Prezzi e Rimborso di AIFA del 9 giugno c.a., il Comitato, come previsto nell’accordo iniziale, ha preso atto della richiesta di Gilead di sospendere la negoziazione di Sofosbuvir per un periodo di 30 giorni al fine di definire i dettagli dell’accordo”. A comunicarlo è una nota dell’Aifa, spiegando che comunque, “durante questo periodo Aifa e Gilead hanno previsto una soluzione per fornire da subito il farmaco ai pazienti affetti da epatite C nei casi più urgenti [ovvero pazienti con recidiva severa di epatite dopo trapianto di fegato (epatite fibrosante colestatica o epatite cronica con grado di fibrosi >F2 METAVIR) oppure pazienti con cirrosi scompensata in lista per trapianto epatico (MELD < 25)]”.

Questione, quest’ultima, accolta con favore dall’Associazione Italiana Studio Fegato (AISF). “Prendiamo atto della sospensione della negoziazione”, si legge in una nota dell'associazione a firma del segretario dell’associazione, Marco Marzioni, in cui si spiega anche che “l’AISF percepisce distintamente la complessità del processo in corso e delle difficoltà ad esso intrinseche. L’AISF ha apprezzato gli sforzi posti in essere per giungere in tempi brevi alla registrazione del Sofosbuvir in Italia, in ogni caso tenendo in primo conto il valore scientifico e clinico e, dunque, la salute del paziente” e “apprende con favore che, nel periodo dei 30 giorni necessari alla definizione dell’accordo, l’AIFA e l’Azienda farmaceutica abbiano previsto una soluzione per trattare sin da subito i pazienti che non hanno, per via della loro gravità, possibilità di attendere oltre”.

L’AISF auspica comunque “che l’accordo possa essere finalizzato nel breve termine e che si possa, dunque, dare accesso ai pazienti alla terapia. Ciò sarebbe la prima, importante risposta al bisogno di cura che essi aspettano ormai da tempo”.
 

12 giugno 2014
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