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Metodi in silico. Il convegno al 'Mario Negri': tutte le novità complementari alla ricerca sugli animali


I lavori si svolgeranno sino al 20 giugno e riguarderanno le nuove vie per comprendere sempre meglio gli effetti delle sostanze chimiche, le loro proprietà tossicologiche e ambientali. Le valutazioni saranno completate da esponenti del mondo industriale. 

16 GIU - A partire da oggi sino al 20 giugno, l’Ircss-Istituto di ricerche farmacologiche ‘Mario Negri’ ospiterà centinaia di ricercatori da tutto il mondo per un convegno sui metodi in silico, al computer, chiamato Qsar2014. I ricercatori faranno il punto sulle nuove vie per comprendere sempre meglio gli effetti delle sostanze chimiche, le loro proprietà tossicologiche e ambientali, quali nuovi metodi sono stati sviluppati e come sia possibile applicarli concretamente.

I metodi in silico sono anche valutati attentamente dai regolatori, e vi saranno interventi di enti regolatori europei per illustrare come avvantaggiarsi di tali strumenti informatici. Esponenti del mondo industriale completeranno la valutazione per quanto riguarda i possibili benefici nel settore.
Durante il convegno, Emilio Benfenati, capo del laboratorio di Chimica e Tossicologia dell’Ambiente, presenterà, assieme ai suoi collaboratori, un software innovativo per visualizzare sostanze tossiche raggruppate per famiglie simili.

L’Istituto da decenni si occupa dello sviluppo di metodi in silico, in collaborazione e con il supporto con agenzie italiane e straniere, quali il Ministero della Salute, il Ministero dell’Ambiente, l’Agenzia statunitense Environmental Protection Agency, e numerose altre.
“L’Istituto Mario Negri - spiega Emilio Benfenati - vanta un primato nel conseguimento di progetti di ricerca europei sui metodi in silico, ad esempio per i progetti coordinati dall’Istituto: Caleidos, Prosil, Antares, ToxBank, Caesar. Recentemente ha anche ottenuto un finanziamento dalla Germania, dall’Uba, per sviluppare metodi per individuare sostanze che costituiscono un rischio per l’ambiente. Ha, inoltre, sviluppato una piattaforma internet, chiamata Vega, per l’utilizzo dei metodi in silico sviluppati al suo interno”.

“Tutto questo – sostiene Silvio Garattini, direttore dell’Irccs-Istituto di ricerche farmacologiche ‘Mario Negri’ - dimostra nei fatti l’impegno del nostro Istituto per ampliare i metodi che concorrono a ridurre il numero di animali utilizzati nella ricerca biomedica, cercando, al contempo, di dare soluzione ai problemi che riguardano la salute e l’ambiente. Ad oggi sono stati fatti passi significativi in quella direzione. Gli animali utilizzati ogni anno nel nostro stabulario sono passati dagli oltre 120.000 di qualche decennio fa, a meno di 15.000. Noi siamo determinati a sostenere lo sviluppo di questo ambito di ricerca, al fine di ridurre ulteriormente il numero di animali utilizzati nei singoli progetti di ricerca. Al momento, tuttavia, non esistono metodi alternativi, al computer o con le cellule, nella ricerca di nuove terapie, capaci di dare le risposte di efficacia e di sicurezza che il modello animale, pur nei suoi limiti, è in grado di assicurare”.
 

16 giugno 2014
© Riproduzione riservata

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