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Cheratosi attinica: prevenzione e trattamenti innovativi

di Maria Rita Montebelli

Tra i danni più frequenti prodotti da un’esposizione solare prolungata e non protetta, c’è la cheratosi attinica, vero e proprio tumore in situ che può degenerare nel più aggressivo carcinoma squamo-cellulare. I consigli dei dermatologi su prevenzione, diagnosi precoce e trattamenti innovativi, disponibili da poco anche in Italia

11 LUG - Si presentano come macchie rugose al tatto, di colore dal rosa al mattone, alcune sono di aspetto squamoso o ricoperte di crosticine. Sono sotto gli occhi di tutti, perché compaiono in genere sulle zone cutanee esposte al sole, che ne è anche la principale causa. Ma sono anche molto spesso sottovalutate, perché frequenti forse o perché colpiscono maggiormente gli anziani, in particolare quelli con una lunga storia di esposizione al sole, come pescatori e contadini, ma anche velisti e sportivi in generale. E’ l’identikit della cheratosi attinica, vera e propria lesione tumorale della pelle, molto frequente tra la popolazione generale (in Italia interessa l’1,4% della popolazione generale e il 3% degli ultra-settantenni), causata da esposizioni prolungate e non protetta al sole. Queste lesioni possono evolvere in maniera imprevedibile verso il carcinoma squamo cellulare invasivo (SCC), il più frequente tumore della pelle non-melanoma che in Europa ha un’incidenza di 113-146 casi per 100 mila abitanti.
 
“La cheratosi attinica - spiega Giovanni Pellacani, Professore ordinario di Dermatologia e Direttore Clinica Dermatologica, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia - può essere considerata una forma di carcinoma allo stadio iniziale o in situ, che può evolvere in carcinoma squamoso invasivo. Non è possibile prevedere quale e quando una delle numerose lesioni attiniche andrà incontro a una progressione in carcinoma squamoso cellulare, tumore maligno che richiede una diagnosi precoce e un trattamento adeguato di tutte le lesioni”. Ed è questo uno dei motivi per cui gli esperti raccomandano di tenere sotto stretto controllo queste lesioni, in modo di diagnosticarle al più presto. E’ importante esaminare con attenzione la pelle, soprattutto nelle aree esposte al sole e segnalare subito al dermatologo la comparsa di ‘macchie’ con le caratteristiche della cheratosi attinica.
“L’obiettivo terapeutico – spiega Pellacani - è quello di trattare tutte le lesioni, soprattutto quelle in fase iniziale come le cheratosi attiniche, proprio per evitare le conseguenze dell’evoluzione in una forma maligna invasiva e aggressiva. È opportuno inoltre trattare anche la cute circostante alle lesioni visibili, il cosiddetto ‘campo di cancerizzazione’, cioè la zona di cute foto-danneggiata circostante, apparentemente sana, che a volte può contenere lesioni ancora non rilevabili a occhio nudo.”
Molto importante anche la prevenzione, fatta di una saggia esposizione al sole, senza mai dimenticare l’uso di creme con elevato fattore di protezione.
 
Sul fronte del trattamento, una novità è rappresentata dalla recente introduzione anche in Italia di un gel a base di ingenolo mebutato, un farmaco che si usa localmente per due-tre giorni consecutivi e che consente di trattare sia le lesioni che il campo di cancerizzazione.“I principali vantaggi di questo gel – spiega Pellacani - consistono nella breve durata della terapia e nell’efficacia anche a lungo termine, sia sulle lesioni che sul campo; tale efficacia si associa all’altissima aderenza e alla facile gestione delle reazioni locali.Questo farmaco presenta un meccanismo di azione duplice; inizialmente genera una necrosi del tessuto, a cui segue una risposta immunitaria”.
Queste le regole suggerite dai dermatologi per un’efficace prevenzione della cheratosi attinica:
  1. Prestare particolare attenzione alla condizione della propria pelle, specialmente se ci si è esposti regolarmente al sole per motivi professionali o per hobby
  2. Non trascurare eventuali cambiamenti della pelle, come comparsa di macchie, lesioni e zone a differente colorazione o che presentano sensibilità al tatto
  3. Non trascurare macchie appena visibili o al tatto ruvide e rugose
  4. Non sottovalutare sintomi come prurito, bruciore o sensazione di avere una scheggia nella pelle
  5. Eseguire l’autoesame della pelle scrupolosamente, con l’ausilio di uno specchio e di una buona illuminazione prestando attenzione anche a zone meno visibili (come per esempio orecchie e cuoio capelluto
  6. Adottare le precauzioni per proteggere la pelle dal sole come l’uso di creme solari con un fattore di protezione sia per i raggi UVB che per quelli UVA e limitare l’esposizione nelle ore centrali
  7. Rivolgersi sempre al dermatologo in caso di macchie o lesioni sospette, che tendono a non guarire



Maria Rita Montebelli

11 luglio 2014
© Riproduzione riservata

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