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Depressione. Individuato meccanismo con cui l’esercizio fisico protegge dalla patologia

di Viola Rita

L’allenamento del muscolo scheletrico fa sì che esso possa produrre un enzima che purifica il sangue dalle sostanze chimiche accumulate a causa dello stress, proteggendo il cervello. Lo dimostra uno studio* su animali pubblicato su Cell. Si tratta di un effetto di disintossicazione che potrebbe aprire la strada a nuove prospettive farmacologiche, secondo gli esperti

25 SET - È noto che l’attività fisica ha diversi effetti benefici sia per il corpo che per la mente. Oggi, attraverso uno studio* su animali, un gruppo di ricercatori del Karolinska Institutet in Svezia ha mostrato in che modo l’esercizio fisico potrebbe preservare dalla depressione indotta da stress: il training, infatti, induce variazioni nel muscolo scheletrico che possono purificare il sangue dalle sostanze chimiche accumulate a causa dello stress, proteggendone il cervello. Lo studio è stato appena pubblicato su Cell.
 
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che circa 350 milioni di persone al mondo soffrono di depressione, un disturbo psichiatrico comune che può anche essere indotto dallo stress.
 “In termini neurobiologici non sappiamo ancora cos’è la depressione”, ha affermato Mia Lindskog, ricercatrice del Dipartimento di Neuroscienze del Karolinska Institutet. "Il nostro studio rappresenta un altro tassello del puzzle, dato che forniamo una spiegazione dei cambiamenti chimici protettivi, indotti dall’esercizio fisico, che prevengono che il cervello venga danneggiato dallo stress”.
 “La nostra prima ipotesi di ricerca era che il muscolo allenato producesse una sostanza con effetti benefici sul cervello. Ora abbiamo dimostrato il contrario: il muscolo sottoposto al training produce un enzima che purifica il corpo da sostanze dannose. Così in questo contesto, la funzione muscolare richiama quella del rene o del fegato”, ha spiegato Jorge Ruas, principal investigator al Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia del Karolinska Institutet.
Finora era noto che la proteina PGC-1α1 aumenta nel muscolo scheletrico con l’esercizio ed agisce come mediatore del condizionamento muscolare nella connessione con l’attività fisica. I ricercatori hanno aumentato i livelli di questa proteina nel muscolo scheletrico dei topolini, osservando caratteristiche tipiche di un muscolo molto allenato (anche in assenza di training).
 
Esposti ad alcune fonti di stress ambientale, questi topolini non mostravano segni di depressione, al contrario di quelli con livelli normali della proteina PGC-1α1.
Il processo coinvolge la chinurenina – metabolita del triptofano -, una sostanza prodotta durante l’azione dello stress, che è presente ad alti livelli nei pazienti con malattia mentale. Ecco come.  
In pratica, i ricercatori hanno scoperto che gli animali con più alti livelli della proteina PGC-1α1 mostravano anche una maggiore concentrazione dell’enzima chiamato KAT. Tale enzima converte la chinurenina nell’acido chinurenico, uno dei prodotti finali del metabolismo del triptofano, che al contrario non è in grado di passare dal sangue al cervello. La conversione della chinurenina in acido chinurenico agisce come una sorta di meccanismo che protegge dalla depressione.
 
"È possibile che questo lavoro apra la porta ad un nuovo principio farmacologico nel trattamento della depressione, in cui il tentativo potrebbe essere quello di influenzare la funzione del muscolo scheletrico invece che mirare direttamente al cervello”, afferma Jorge Ruas. Il muscolo scheletrico sembra avere un effetto di disintossicazione che, se attivato, può proteggere il cervello da danni e malattia mentale correlata”.
 
Viola Rita
 
*Leandro Z. Agudelo, Teresa Femenía et al., Skeletal Muscle PGC-1α1 Modulates Kynurenine Metabolism and Mediates Resilience to Stress-Induced Depression, Cell, 25 September 2014, DOI: http://dx.doi.org/10.1016/j.cell.2014.07.051

25 settembre 2014
© Riproduzione riservata

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