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Tumore al seno. Consapevolezza, conoscenza, cultura: le 3 C per sconfiggerlo. Parlano i protagonisti

di Marzia Caposio

Questo l’obiettivo del progetto Si.Ste.Ma 3C, sviluppato da Havas PR insieme con il Politecnico di Milano – School of Management con il supporto incondizionato di Pfizer, contro il tumore al seno per favorire un approccio multidisciplinare alla più grave patologia rosa di oggi.

01 APR - Aumentare la Consapevolezza di tutti gli interlocutori, la Conoscenza congiunta dei fattori che possono costruire un sistema sostenibile di accesso a terapie innovative e diffondere la Cultura della sostenibilità del trattamento e della multidisciplinarietà, è fondamentale per sconfiggere il primo tumore per frequenza nella donna con circa 46.000 nuovi casi/anno solo in Italia. Fare sistema, dunque, vuol dire essere inSIeme per la soSTEnibilità della gestione dei tumori metastatici della MAmmella. Il tumore al seno è la principale causa di mortalità oncologica nella donna, ma la diagnosi precoce e il miglioramento dei trattamenti hanno portato all’aumento della sopravvivenza 500.000 donne con una storia di tumore mammario. Per questo, è fondamentale creare un orientamento comune da seguire, che vada nella direzione della sostenibilità e dei nuovi modelli di cura. L’oncologia rappresenta sempre più una classe di patologie che possono essere definite “croniche”. Le terapie innovative, attualmente in fase di studio e test, sono sempre più basate su trattamenti farmacologici diversi dalla tradizionale chemioterapia e prevedono l’utilizzo di farmaci biologici o terapie a bersaglio molecolare. Tali terapie tendono a “cronicizzare” il decorso della malattia aumentando la speranza di vita. Questo comporta un diverso impatto sul Sistema Sanitario in quanto si modifica il modello di presa in carico del paziente, spostando l’attenzione dall’ospedale al territorio.

Lo scenario, quindi, sta cambiando, dalle Breast Units alle nuove terapie ai nuovi farmaci a bersaglio molecolare all’innovazione ICT e, come sottolinea Luigi Cataliotti, Presidente di Senonetwork Italia, l’approccio multidisciplinare dei centri di senologia nel seguire le pazienti in tutto il loro percorso è fondamentale. Quindi, l’attività di supporto e informazione si deve muovere in tre direzioni diverse, “verso le donne sane, verso le donne già diagnosticate di tumore al seno e verso le donne con tumore metastatico della mammella che sono circa 25mila”, ricorda Rosanna D’Antona di Europa Donna. Per le donne sane, infatti, è necessario svolgere un’attenta attività di prevenzione mentre occorre indirizzare le pazienti conclamate verso unità senologiche con equipe multidisciplinare. Un adeguato sviluppo delle Breast Unit è direttamente proporzionale all’impegno verso le nuove tecnologie: “senza guardare ad esse ed in particolar modo alle tecnologie diagnostiche, si rischia di non essere all’altezza di casi insidiosi o molto iniziali”, ricorda Francesco Bevere, Direttore Generale AGENAS.

In campo farmacologico la ricerca e l’innovazione hanno portato a risultati importanti e “grande è il fervore per quanto concerne il tumore mammario”, sottolinea Luca Pani Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco. “La farmacologia oncologica ha avuto uno straordinario impatto sul tumore mammario negli ultimi trent’anni - prosegue - soprattutto sulla riduzione della mortalità. Il paradosso dei nuovi farmaci in arrivo sta nel fatto che sono stati studiati per avere un’azione selettiva su tipologie molecolari di tumore mammario e poi si sono rivelati attivi su meccanismi molecolari propri anche di altri tumori”. Certo, se si guarda ai costi, c’è grande preoccupazione. “I 500 milioni previsti dalla legge di stabilità saturano soltanto la nuova spesa preventiva per i farmaci antiepatite”, ricorda Pani. È fondamentale quindi intervenire con una migliore re-distribuzione delle risorse per limitare gli sprechi. “Al fine di un migliore monitoraggio della spesa, è importante l’utilizzo dei registri oncologici, allo scopo di meglio comprendere le aree di spesa e spreco e quindi ottimizzare i binomi costo/beneficio e beneficio/costo”.

Per quanto riguarda il tumore mammario Her2+, ricorda Gianpiero Fasola, Presidente Cipomo, due sono le novità destinate a modificarne le prospettive: il trastuzumab emtasine e il perstuzumab, ma si tratta comunque di molecole ad alto costo. L’arrivo di nuovi farmaci più efficaci e di linee di trattamento più semplici obbligheranno a rivedere alcune indicazioni del passato di discutibile efficacia clinica ancorché costose. “I nuovi anticorpi monoclonali - aggiunge Carmine Pinto, Presidente AIOM - miglioreranno significativamente le prospettive di sopravvivenza delle pazienti. È, per tanto, fondamentale caratterizzare con precisione i tumori, avere adeguate strutture e soprattutto garantire a tutte le pazienti, di ogni parte del paese, un accesso libero ai farmaci per le migliori cure possibili”. Anche Luca Gianni, oncologo del San Raffaele di Milano, sottolinea l’importanza delle nuove terapie a caratterizzazione molecolare, “soprattutto in relazione ai diversi sottotipi tumorali”. Non solo, la svolta sarà quella di “utilizzare più farmaci combinati a bersaglio molecolare più ac monoclonali”.

L’introduzione di queste nuove terapie, ha aumentato notevolmente la sopravvivenza a cinque anni delle pazienti. Per gestire al meglio l’eterogeneità intertumorale “le terapie a bersaglio molecolare fanno la differenza, dall’ormono terapia all’introduzione di immunoconiugati come il TDM1”, specifica Sabino De Placido, ordinario di oncologia medica della Federico II di Napoli. “La sfida per il futuro - prosegue - è quella di colpire al cuore il ciclo cellulare, il meccanismo che regola la duplicazione delle cellule. In questo, un farmaco come il palbociclib, un inibitore di chinasi ciclino-dipendente che colpisce la ciclina CDK4 e CDK6 che è fondamentale nella parte di start della proliferazione cellulare, farà la differenza”, visto e considerato che la FDA ne ha concesso a febbraio l’approvazione accelerata.

In tutto questo scenario, “il farmacista ospedaliero deve partecipare alla valutazione multidisciplinare per assicurare che la terapia antitumorale, nel tumore mammario, sia appropriata e sostenibile”, precisa Emanuela Omodeo Salè, coordinatore nazionale dell’area scientifico culturale oncologia Sifo. In questo senso, sono di grandissima importanza i “drug day” all’interno delle farmacie ospedaliere per erogare farmaci ad azione mirata su bersagli molecolari.

Marzia Caposio

01 aprile 2015
© Riproduzione riservata

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