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Inquinamento da traffico urbano. Lo “strano” effetto (positivo) dei farmaci anti diabete

di Maria Rita Montebelli

Uno studio condotto a Boston e dintorni giunge ad una singolare conclusione in merito ai danni prodotti dall’inquinamento veicolare. L’esposizione al traffico intenso provoca uno stato infiammatorio cronico, più marcato nelle persone con diabete in terapia insulinica. Ma chi fa ipoglicemizzanti orali sembra invece protetto dai danni dell’aria inquinata.

14 APR - Ci sono voluti due anni di studio, condotto sulla numerosa comunità portoricana di stanza a Boston e dintorni, per stabilire che i soggetti con diabete in terapia insulinica, residenti nei pressi di strade molto trafficate, presentano elevati livelli di proteina C reattiva (PCR). L’inquinamento atmosferico insomma provoca infiammazione, in particolare nelle persone con diabete trattate con insulina. L’aumento della PCR al contrario non è stato evidenziato nei soggetti in terapia con ipoglicemizzanti orali.
 
Non è chiaro ovviamente cosa ci sia dietro, quali siano i meccanismi alla base di questo fenomeno, ma gli autori della ricerca, pubblicata online su Environmental Pollutionritengono che gli ipoglicemizzanti orali possano avere un qualche effetto antinfiammatorio, in grado di proteggere dall’infiammazione i soggetti con diabete di tipo 2.
“Le concentrazioni di PCR – spiega l’autrice dello studio Christine Rioux, del Dipartimento Di Salute Pubblica e Medicina Comunitaria presso la Tufts University School of Medicine – sono risultate aumentate del 75-200% nell’arco dei due anni di osservazione in quel 10% di soggetti con diabete in terapia insulinica e residenti in aree altamente trafficate, rispetto ai soggetti che vivevano in quartieri a bassa intensità di traffico. Per contro, le concentrazioni di PCR non sono risultate aumentate nel 22% di soggetti in trattamento con la metformina e/o altri farmaci anti-diabetici, anche se residenti in aree molto trafficate.”
Studi condotti in precedenza sugli effetti negativi del traffico o dell’inquinamento atmosferico non avevano preso in considerazione un eventuale ruolo dei farmaci per il trattamento del diabete, in merito ai parametri infiammatori.  Già nel 2011 questo stesso gruppo di studio aveva evidenziato una possibile influenza dei farmaci sulla relazione tra esposizione al traffico e concentrazione di PCR.
 
Lo studio appena pubblicato ha preso in esame 356 persone; il 20% di loro viveva entro 100 metri da una strada con un traffico di oltre 20.000 veicoli al giorno; un altro 20% di loro viveva entro 100-200 metri da una strada con un traffico di oltre 20.000 veicoli al giorno; il 70% invece viveva nei suburbi di Boston. Il 26%  dei partecipanti era in terapia con insulina, il 55% con ipoglicemizzanti orali; un altro 19% non assumeva farmaci. Il dosaggio della PCR ad elevata sensibilità è stato effettuato all’inizio dello studio, poi due anni dopo.
“E’ importante sapere chi sono i pazienti più vulnerabili agli effetti negativi dell’esposizione all’inquinamento del traffico commenta la Rioux -  per questioni di educazione e di policy. Chi vive vicino a strade molto trafficate e trascorre molte ore al giorno in casa, come ormai dimostrato da molti studi, presenta elevati livelli di infiammazione; e questo rappresenta un importante fattore di rischio per malattie cardiovascolari e metaboliche.
Le persone con diabete in terapia insulinica sembrano essere particolarmente suscettibili all’infiammazione indotta da esposizione all’inquinamento veicolare; è bene che queste persone riducano la loro esposizione all’inquinamento dal traffico, tenendo le finestre chiuse durante i periodi di punta del traffico, usando l’aria condizionata nei mesi estivi ed evitando di fare esercizio fisico in prossimità di strade trafficate, soprattutto nei momenti di traffico intenso.”
 
Questo studio è importante perché molte delle persone che vivono in aree inquinate possono essere affette da diabete o da altre patologie croniche; ed è la prima volta che una ricerca dimostra che i vari trattamenti anti-diabetici possono avere un impatto diverso sull’infiammazione indotta dall’inquinamento. “I risultati di questo studio – commenta Mkaya Mwamburi, direttore del Center for Global Public Health della Tufts University School of Medicine - sembrerebbero suggerire un effetto protettivo degli ipoglicemizzanti orali, rispetto all’insulina ma questo dato andrà ovviamente confermato da ulteriori ricerche.”
Lo studio è stato in parte finanziato dal National Institute of Aging (NIA) e dal National Heart, Lung, and Blood Institute (NHLBI).
 
Maria Rita Montebelli

14 aprile 2015
© Riproduzione riservata

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