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Diabete. A contatto con il glucosio, le cellule cambiano “espressione genica”

di David Douglas

Questa scoperta potrà aprire nuove strade volte all’individuazione di strategie molecolari per la prevenzione e la cura del diabete.

07 MAG - Un nuovo studio, condotto in vitro su cellule della cute di gemelli omozigoti, di cui solo uno affetto da diabete di tipo I (T1D), ha stabilito che - quando messe in coltura a contatto con alte concentrazioni di glucosio – queste cellule cambiano la loro espressione genica. “Come se conservassero la loro memoria metabolica anche al di fuori dell’organismo", afferma M.L. Caramori, dell’Università del Minnesota (USA) e autrice dello studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.

Il team di ricerca ha studiato i fibroblasti cutanei estratti da nove coppie di gemelli omozigoti di cui uno con diabete e l’altro sano, di età compresa tra 13 e 52 anni. Sono stati selezionati i soggetti con emoglobina glicosilata almeno al 7,2% e con diabete di tipo I da 4 anni. Le cellule sono state messe in coltura a normali concentrazioni di glucosio (NG – normal glucose 5,5 mmol/L) e ad alte concentrazioni di glucosio (HG – high glucose 25 mm/L).

Nei gemelli con diabete di tipo I, ben 3308 geni erano espressi diversamente nelle cellule in coltura ad alte e basse concentrazioni di glucosio, contro 889 nei gemelli non diabetici. In particolare, nelle cellule dei soggetti diabetici tenute in coltura ad alte concentrazioni di glucosio, risultano aumentati i livelli di espressione di geni coinvolti in 7 pathway fondamentali per la cellula: replicazione del DNA, ciclo cellulare, ricombinazione omologa, proteosoma, riparazione omologa per escissione di base, metabolismo della pirimidina e spliceosoma.

Sempre nei soggetti diabetici, i geni coinvolti nella fosforilazione ossidativa sono espressi a livelli più bassi nelle cellule in coltura ad alte concentrazioni di glucosio rispetto alle basse. Questa è una prova, secondo i ricercatori, dell’influenza dell’iperglicemia sui processi cellulari­. I dati indicano che una prima esposizione in vivo all’iperglicemia è in grado di alterare epigeneticamente l’espressione di alcuni geni.

Questo risultato, afferma la dott.ssa Caramori, potrà aprire nuove strade volte all’individuazione di strategie molecolari per la prevenzione e la cura del diabete.

David Douglas
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

07 maggio 2015
© Riproduzione riservata

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