Cuore. Antibiotici macrolidi non aumentano il rischio di fibrillazione ventricolare
di Will Boggs MD
Azitromicina, claritromicina ed eritromicina non espongono a un rischio maggiore di alterazione del ritmo cardiaco gli adulti sopra i 65 anni, rispetto ad altri antibiotici. Lo studio pubblicato su Canadian Medical Association Journal.
26 FEB -
(Reuters Health) – Nonostante l’avvertimento da parte della Food and Drug Administration (FDA) americana, l’antibiotico azitromicina, della classe dei macrolidi, non sarebbe responsabile dell’aumento del rischio di fibrillazione ventricolare negli adulti. Lo ha dimostrato un recente studio coordinato da
Amit Garg della Western University in London, in Ontario (Canada), e pubblicato dal
Canadian Medical Association Journal.
Lo studio
Garg e colleghi hanno utilizzato un database della provincia dell’Ontario per raccogliere dati e capire se gli antibiotici della classe dei macrolidi, azitromicina, claritromicina ed eritromicina, fossero associati ad un rischio maggiore di aritmia ventricolare a 30 giorni dalla terapia, rispetto agli antibiotici di altre classi quali amoxicillina, cefuroxima e levofloxacina, negli adulti con più di 65 anni. I dati, raccolti su più di 500mila coppie di persone che avevano usato un antibiotico macrolide e uno non-macrolide, hanno dimostrato che il rischio a 30 giorni di soffrire di un’aritmia ventricolare era lo stesso in entrambi i gruppi. Inoltre, l’uso dei macrolidi ha mostrato la capacità di ridurre del 18% il rischio di eventi fatali di qualsiasi tipo, rispetto alle persone che avevano assunto antibiotici non-macrolidi. E i risultati sono stati paragonabili anche considerando popolazioni a rischio come anziani con malattie renali, patologie coronariche o che facevano uso di farmaci che allungano l’intervallo tra le onde Q e T nell’elettrocardiogramma. “In tutto il mondo ci sono diverse centinaia di migliaia di prescrizioni di questa classe di antibiotici ogni anno – ha sottolineato Garg – Mentre le agenzie regolatorie lanciano avvisi sul rischio di incorrere in aritmie ventricolari con l’assunzione dei macrolidi, è rassicurante che il nostro studio, insieme ad altri, abbia suggerito che non c’è un rischio significativo nelle terapie abituali”.
I commenti
Secondo
Jiun-Ling Wang della National Taiwan University, di Taipei, che ha recentemente riportato, in uno studio, un leggero aumento del rischio di aritmia ventricolare e morte per eventi cardiovascolari associate ad azitromicina e moxifloxacina, “questo studio suggerisce che i macrolidi possono essere anche utilizzati in modo appropriato nelle infezioni del tratto respiratorio negli anziani, dal momento che il rischio di aritmie ventricolari è simile e che c’è un miglioramento nel dato relativo alla mortalità, rispetto ad antibiotici di altre classi. Questo studio però – ha precisato– ha raggruppato tutti i macrolidi in un unico gruppo. Dal momento che l’azitromicina è stata associata con un rischio maggiore rispetto ad altri macrolidi, sarebbe opportuno fare un confronto tra i singoli tre presi in considerazione nello studio (eritromicina, claritromicina e azitromicina) e la classe dei ß-lattamici”, ha concluso Wang.
Fonte: CMAJ 2016
Will Boggs MD
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
26 febbraio 2016
© Riproduzione riservata
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