Tumore del cervello. Il laser apre la strada a nuove terapie
Un team di neurochirurghi della Washington University di Saint Louis, che utilizzano il laser per il trattamento del cancro al cervello, hanno scoperto una tecnica per abbattere la barriera emato-encefalica, una scoperta che potrebbe potenzialmente portare a nuove opzioni di trattamento. Attualmente la ricerca è in un trial clinico di seconda fase.
05 MAG -
(Reuters Health) - Un team di neurochirurghi della Washington University di Saint Louis, che utilizzano il laser per il trattamento del cancro al cervello, hanno scoperto una tecnica per abbattere la barriera emato-encefalica, una scoperta che potrebbe potenzialmente portare a nuove opzioni di trattamento. La tecnologia laser – che è stata approvata dalla Food and Drug Administration nel 2009 come strumento chirurgico che può essere utilizzato per il trattamento di tumori cerebrali – consiste in una piccola sonda laser appuntita che si riscalda e uccide i tumori dall’interno verso l’esterno. Dopo la terapia laser, i pazienti vengono trattati con la doxorubicina, che ha basse probabilità di superare la barriera emato-encefalica. “Siamo stati in grado di dimostrare che la barriera emato-encefalica è collassata per circa quattro settimane dopo aver effettuato la laser terapia – spiega
Eric Leuthardt, professore di neurochirurgia alla Washington University di St. Louis – Quindi non solo si sta uccidendo il tumore, in realtà si sta aprendo una finestra di opportunità per fornire vari farmaci, molecole e terapie che altrimenti non potrebbero arrivarci.
Leuthardt sta anche utilizzando gli inibitori PD-1 per “rafforzare il sistema immunitario per combattere il cancro”, in combinazione con la terapia laser. Il processo è ancora in corso, ma il neurochirurgo sostiene che i primi risultati sono promettenti.
Rompere la barriera emato-encefalica è rischioso, ma secondo Leuthardt per i pazienti con cancro al cervello qualsiasi trattamento che potrebbe potenzialmente prolungare la loro vita è un rischio vale la pena correre. Per l’esperto, anche se il trial in corso ha risultati negativi, la scoperta che riguarda la barriera emato-encefalica potrebbe potenzialmente aprire più opzioni di trattamento in futuro. I ricercatori sperano di pubblicare i loro risultati entro la fine dell’anno.
Fonte: Washington University St.Louis
Reuters Staff
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
05 maggio 2016
© Riproduzione riservata
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