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Amianto. Aiom: “Mortalità ridotta del 50% grazie a screening specifico”


Presentati al congresso degli oncologi di Roma i risultati di uno studio condotto nel Nord-Est. Gianpiero Fasola (Azienda sanitaria Universitaria di Udine e coordinatore della ricerca): “Questi dati aprono nuove prospettive per la sorveglianza degli esposti nelle aree a rischio”.

31 OTT - Il mesotelioma della pleura e il cancro del polmone possono essere provocati dall’esposizione all’amianto. In Italia si registrano ogni anno 40.000 casi di tumore polmonare e 1.900 casi di mesotelioma, ma l’incidenza è particolarmente elevata in alcune Regioni del Paese, tra le quali il Friuli Venezia Giulia. In questa Regione, tra il 2002 ed il 2004 è stato condotto uno studio di screening su 1050 lavoratori dei cantieri navali nell’area di Monfalcone e Trieste grazie ad una collaborazione tra l’Azienda Ospedaliero-Università di Udine e l’Azienda Sanitaria Isontina, L’analisi dei dati a 10 anni ha evidenziato che programmi di sorveglianza con TC, analoghi a quelli promossi nei forti fumatori, possono ridurre del 50% la mortalità dovuta a cancro del polmone in soggetti esposti all’amianto.
 
E’ questo il principale risultato emerso dallo studio ATOM 002 che è stato presentato a Roma nel corso del XVIII Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom). “Solo nei Paesi occidentali l’amianto provoca ogni anno 20.000 casi di carcinoma polmonare e 10.000 mesoteliomi - afferma Gianpiero Fasola Direttore del Dipartimento di Oncologia dell'AOU di Udine e coordinatore dello studio -. Questo materiale è stato messo al bando da diversi anni, ma causa ancora decessi dovuti all’esposizione precedente e si prevede che il picco di incidenza di queste patologie oncologiche si verifichi nel 2030. E’ quindi è necessario attivare programmi di screening nelle aree a rischio".
 
"Ad oggi però non esiste una strategia di sorveglianza basata sull’evidenza. Il follow up a 10 anni di questa ricerca, condotta assieme ai Colleghi dell’Ospedale di Monfalcone e all’ Epidemiologia dell’Università di Udine, guidata dal prof. Fabio Barbone, documenta per la prima volta una riduzione dei decessi per tumore polmonare causati dall’asbesto. Sulla base delle evidenze maturate riteniamo ragionevole che la TC a basso dosaggio di radiazioni - aggiunge Fasola – possa essere inserita in programmi pubblici di sorveglianza rivolti a popolazioni accuratamente selezionate e ad alto rischio per l’esposizione all’amianto".

31 ottobre 2016
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